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Erika Bertossi

Collaboratrice cronaca ed eventi

Centro Storico

10 film all'aperto da non perdere quest'estate a Bologna

Comici, strappalacrime, pluripremiati o b-movies: quanto ci piacciono! Un'estate sotto le stelle e con il naso rivolto al grande schermo: ecco le pellicole più interessanti dell'estate bolognese

Il cinema a Bologna, è sempre uno dei grandi protagonisti dell'estate, grazie al programma di Sotto le stelle del cinema e del Cinema Ritrovato. Chiaro, ci si prenoterebbe tutte le sere, ma programma alla mano, cerchiamo di fare una selezione di pellicole da non perdere, anche nelle arene e nei cinema open-air sparse per la città. 

1. "Priscilla la regina del deserto"

Una colonna sonora strepitosa e la storia di un lungo viaggio. Da I will survive a Go West, da Mamma mia I love the nightlife la musica accompagna il film australiano diretto da Stephan Elliott (1994) dal quale è poi stato realizzato un altrettanto splendido musical. Parlo ovviamente di "Priscilla, la regina del deserto", in programma sabato 7 agosto in Piazza Maggiore e alla Lunetta Gamberini. 

Bernadette Bassenger, Mitzi Del Bra e Felicia Jollygoodfellow, nomi d'arte di Anthony 'Tick' Belrose e Adam Whitely, sono una transessuale e due drag queen che si esibiscono nei più famosi gay bar di Sydney. Le loro vite vengono sconvolte dopo la morte del compagno di Bernadette, la quale, triste per aver perso il suo amato, accetta l'invito di Tick a seguirlo, insieme anche ad Adam, in un viaggio alla volta di Alice Springs, per esibirsi al Lasseters Hotel Casino, ingaggio trovato proprio da Tick. Come mezzo di trasporto, le tre adottano un vecchio torpedone che battezzano "Priscilla, la regina del deserto" e diciamo che riadattano un po'... E poi ci sono i costumi. E infatti The Adventures of Priscilla, Queen of the Desert ha vinto un Oscar proprio per quelli. 

Priscilla

2. "Barbarella"

L'Arena Orfeonica di via Broccaindosso per la serata del 10 agosto ci regala una "chicca". Un film francese datato 1968 e diretto da Roger Vadim ( Francia-Italia/1968 ) 98’. La trama è incentrata sulla figura della bella eroina Barbarella, interpretata da una giovanissima Jane Fonda, e sulle sue numerose avventure, anche erotiche, ambientate in un lontano futuro, nel 40.000 d.C. Barbarella è una viaggiatrice dello spazio incaricata dal Primo Ministro della Terra di ritrovare lo scienziato Durand Durand, misteriosamente scomparso. Durante il compimento della missione, la protagonista avrà numerosi incontri con alcuni personaggi ai quali mostrerà la sua disinibita sessualità. Fra gli interpreti Ugo Tognazzi. I costumi sono di Paco Rabanne, che con questo film lanciò la moda spaziale. 

Barbarella-3

3. "Les bas-fonds"

Siamo al Cinema Ritrovato e la pellicola in questione è firmata da Jean Renoir. E già qui andiamo sul sicuro. Introduce  Nicolas Seydoux (Gaumont). Dopo l’opera collettiva La Vie est à nous e l’allora incompiuto Partie de campagne, questo adattamento dell’opera teatrale del 1902 di Gor’kij Bassifondi (Na dne) fu il terzo film diretto da Renoir nell’annus mirabilis 1936 e venne realizzato su incarico del produttore Kamenka, un émigré russo. Renoir non usò la sceneggiatura (che sembra essere perduta) scritta dal romanziere recentemente emigrato Evgenij Zamjatin e scelse di non riprodurre fedelmente l’ambientazione russa. “Come possiamo accettare Jouvet nei panni di un alto funzionario zarista” scrisse in seguito André Bazin, “o credere che l’impertinenza parigina di Gabin mostri l’‘irrequietezza dell’anima russa’? O scambiare le rive della Marna per quelle del Volga? Ma la faccia tosta di Renoir consiste proprio in questo”.

Come opera corale, Les Bas-fonds di Renoir si rivela un precoce esempio del suo Petit Théâtre, in cui gli attori sono spinti al limite del loro talento e recitano come se gli strumenti della loro orchestra non fossero stati accordati: il grande Le Vigan, genio e pazzo, che interpreta un ‘attore’ alcolizzato che gioisce al suono di parole come “organisme” o “sicambre”; il cosmopolita, stanislavskiano Vladimir Sokoloff; il comico tipicamente francese Gabriello; alcuni membri della troupe teatrale di sinistra Groupe Octobre e della compagnia stabile dello stesso Renoir, come l’acrobatico Maurice Baquet… Senza lasciarsi scoraggiare da un litigio con Sylvia Bataille in Partie de campagne, Renoir si gode perfino la mediocrità della sostituta Junie Astor, per non parlare di Suzy Prim. Ma naturalmente il miracolo di Les Bas-fonds nasce dal primo dei suoi quattro incontri con Jean Gabin e dei due con Louis Jouvet, che avvolge in una coreografia di movimenti di macchina, e dall’amichevole contrasto tra i due personaggi che gli stanno più a cuore: il criminale e l’aristocratico. Nonostante il successo riscosso all’epoca (ricevette il primo Prix Louis-Delluc), Les Bas-fonds è tutt’altro che un capolavoro ‘classico’ ed è stato ostinatamente sottovalutato. Forse il rifiuto di Renoir di tutte le regole e le convenzioni drammatiche era – per una volta – non in anticipo sui tempi, ma in sintonia con essi: anno uno (e unico, o quasi) del Fronte Popolare. (Bernard Eisenschitz)

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