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Acca Larentia, Schlein: "Meloni non ha niente da dire?" Mazzanti: "Centrodestra omologato al (presunto) avversario"  

Come ogni anno, dal 1978, si è svolta la commemorazione con tanto di saluto romano. Con la stessa cadenza, arrivano le polemiche, l'ex consigliere Mazzanti ci mette il carico

Se gridi “Viva l’Italia antifascista” a teatro vieni identificato, se vai a un’adunata neofascista con saluti romani e striscioni invece no. Piantedosi chiarisca come sia potuto accadere. E Meloni non ha niente da dire?" Così in un tweet la segretaria del PD Elly Schlein. Il riferimento è abbastanza ovvio: Marco Vizzardelli, è stato identificato dalla Digos poichè durante la prima della Scala di giovedì 7 dicembre aveva urlato "Viva l'Italia antifascista". 

Il perchè delle polemiche (annuali)

Come ogni anno, dal 1978, il 7 gennaio 2024 si è svolta la commemorazione dell’eccidio di Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano di Roma, dove alcuni militanti dell’allora Movimento Sociale Italiano, vennero uccisi appena fuori dalla sede del partito. Con la stessa cadenza, arrivano le polemiche, a partire quindi dal commento della segretaria dem, ma non solo. 

"Ciò che ieri è accaduto a Roma è sconcertante, inaccettabile e incostituzionale. Le organizzazioni neofasciste devono essere sciolte. Bene ha fatto la Segretaria Elly Schlein  ad annunciare un'interrogazione parlamentare. Viva l'Italia antifascista. Non è un grido retorico" ha scritto sui social la segretaria del PD di Bologna, Federica Mazzoni. 

"Centinaia e centinaia di braccia tese, per celebrare 'tutti i camerati caduti'. Centinaia e centinaia di saluti fascisti, come se tutto questo fosse normale - posta sui social Cathy Latorre, avvocata ed ex consigliera comunale - Alla Scala di Milano, esattamente un mese fa, un uomo è stato identificato dalla Digos per aver celebrato la nostra Costituzione urlando 'viva l’Italia antifascista' dopo l’inno nazionale. Qui, invece, chi è stato identificato? Dov’era la Digos? Dov’era il ministro Piantedosi e dunque il Governo? Dov’era lo Stato? L’antifascismo non è un crimine, il fascismo sì. E come tale va trattato". E in effetti è così, ma arrivano, anche queste puntualissime, le differenze, chi c'entra e chi no o il reato di saluto fascista.

Eh sì, perchè, se una legge - Scelba - vieta la rifondazione del partito fascista, c'è anche la legge Mancino del 1993, allora ministro dell'Interno, che ha emendato (?) alcuni punti della Scelba proibendo la creazione di organizzazioni ispirate a questi valori (... superiorità o odio razziale o etnico, ovvero atti o incitazione a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi... ) imponendo il loro scioglimento. e vietando l'esposizione di bandiere o l'esibizione di slogan e simboli propri di tali organizzazioni . 

Mazzanti: "I responsabili FdI ci hanno speculato a fini elettorali"

A alimentare la diatriba si si mette anche Massimiliano Mazzanti, membro dell’Esecutivo Nazionale di Indipendenza ! (la neoformazione lanciata dall'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno  ndr), ex consigliere al Comune di Bologna, direzione nazionale del Fuan, della direzione bolognese del Msi-Dn, addetto stampa del gruppo di An a Montecitorio, per citare alcuni incarichi: "Scattano i soliti riflessi pavloviani di un sinistra rancorosa e ossessionata con assurde pretese di censure di una legittima manifestazione di pensiero, di un umano rituale identitario per ricordare l’omicidio di 3 giovani militanti dell’allora movimento giovanile del MSI, uccisi dalla ferocia dell’odio comunista - scrive in una nota - Il vero scandalo e la vergogna in questa vicenda è la indecente impunità ultra quarantennale, dei responsabili di quella infame strage, perpetrata nel silenzio complice di una opinione pubblica e di una stampa asservita, e rimasta (come tante altre stragi tra cui il Rogo di Primavalle) priva di accertamento e successiva condanna, sia dei mandanti che degli esecutori". 

Mazzanti, che in Indipendenza ! ha delega speciale al “dipartimento segreti di stato e strategia della tensione”, invita a "rileggere con obiettività la storia degli anni di piombo e di fare emergere responsabilità e connivenze nella strategia della tensione e dei c.d. 'opposti estremismi'. Se da un lato si pretende ipocritamente di mettere alla gogna una pacifica manifestazione 'del ricordo' - continua Mazzanti - svolta da sempre dai militanti nazionali, alla luce del sole, a volto scoperto e nel massimo ordine, dall’altro si tace sulle responsabilità penali e sulle connivenze politiche di quegli eccidi". 

Ma ne ha anche per il Governo e per il partito di Giorgia Meloni: "E’ il momento che la maggioranza di 'centro destra' e in particolar modo la classe dirigente tutta di FDI (partito i cui responsabili devono le loro fortune politiche, anche al sacrificio impunito di giovani militanti su cui hanno per decenni speculato a fini elettorali), si assumano le loro responsabilità, passando dalle parole di circostanza (peraltro sempre più supinamente allineate al pensiero dominante) ai fatti" affermando che Indipendenza ! "sfida questa pavida classe dirigente ad approvare finalmente una 'commissione parlamentare di inchiesta' sugli anni di piombo, e qualora ciò non avvenga in tempi brevi, annuncia che darà vita ad una massiccia raccolta di firme  per surrogare la inerzia della maggioranza nel contributo alla verità e giustizia, portando formalmente all’attenzione del Parlamento, mediante una proposta di legge di iniziativa popolare Non lasceremo cadere una questione di importanza storica davanti a deliranti ossessioni antifasciste, ed imbarazzate ed impacciate 'reazioni' di un centrodestra sempre più simile ed omologato al loro (presunto) avversario" conclude. 

Ma dire "presente" e fare il saluto fascista è reato? 

"FdI è totalmente estranea all'episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell'attentato di Acca Larenzia". Lo ribadisce il presidente del Senato, Ignazio La Russa, su diverse testate: "Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Non c'entra il partito - che specifica - questi ragazzi, come tanti altri vittime di anni di piombo o di violenza terroristica, non hanno avuto giustizia. Io non vorrei che ci fossero morti di serie A e morti di serie B, che la memoria scomparisse", mentre sul saluto romano aspetta "la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto".

Il fatti del 7 gennaio 1978

Franco Bigonzetti viene ucciso con un colpo alla testa. Francesco Ciavatta, non muore sul colpo ma poche ore dopo in ospedale. Gli altri riescono invece a salvarsi. La banda armata scappava via a bordo di un’auto. Davanti alla sede si radunano tante persone e Stefano Recchioni, durante degli scontri, viene ucciso da un colpo di pistola alla testa. E i morti salgono a tre. 

Il raid viene rivendicato dai Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale che ha "colpito i topi neri nell'esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l'ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga". Le indagini non hanno mai portato ad un colpevole. Cinque membri di Lotta Continua sono stati arrestati nel 1987 perché ritenuti responsabili della strage ma sono stati, poi, prosciolti. 

Informativa alla procura di Roma

Da quanto riferisce  Roma Today un’informativa della Digos verrà inviata in procura a Roma in relazione ai fatti accaduti davanti all’ex sede dell’Msi di via Acca Larentia. L’informativa sarà poi all’esame dei magistrati che valuteranno come procedere.

(video FB Alessia Morani)

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