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Abbiamo provato a prenotare degli esami medici: impossibile. (Non ci resta che il PIC, o pagare)

Prescrizioni alla mano, abbiamo tentato due strade affidandoci al servizio sanitario pubblico. Il risultato? Non è possibile sottoporsi a una gastroscopia o a una risonanza magnetica del rachide, almeno per ora. In intramoenia invece è tutta un'altra musica

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Impossibile prenotare, "agende chiuse". Diverse le segnalazioni arrivate nel tempo alla nostra redazione sulle tempistiche assai lunghe per poter accedere ad alcune prestazioni sanitarie con il servizio pubblico. Specie riguardo a esami come risonanza magnetica, gastroscopia, colonscopia, ecografie...

Non è una novità. E Bologna non è di certo un'eccezione. Di tempi bilici, liste di attesa infinite e di sanità senza risorse si parla da anni, in tutto il Paese. Abbiamo toccato con mano quanto lamentano i cittadini provando a prenotare attraverso due vie. Prima siamo passati dal Cup con due prescrizioni, per Esofagogastroduodenoscopia (gastroscopia), e per RM Rachide Cervicale (risonanza magnetica). Dall'operatore abbiamo ricevuto un "niet, non si prenota. Agende chiuse". 

Non ci siamo persi d'animo e abbiamo provato a prenotare tramite Fascicolo Sanitario Elettronico. Ecco il risultato: non si può prenotare nulla, siamo andati vanti di tre mesi in tre mesi fino s gennaio 2025, ciò non significa che non si potranno effettuare questi esami fino all'anno nuovo, tuttavia bisogna attendere la riapertura delle agende e/o sperare che qualche appuntamento salti e si liberi così un posto, con buona pace del collo e dello stomaco. 

Cup agenda chiusa

Esami a pagamento o intramoenia

Visto che la cervicale e la gastrite non danno tregua, siamo andati a vedere quanto spenderemmo per fare questi due esami privatamente (anche se, qualora si avesse l'esenzione, sarebbero gratuiti con il servizio sanitario pubblico). I costi mediamente partono dai 275 euro per la gastroscopia e si aggira sui 200 euro il costo per la RM Rachide Cervicale. 

Esiste anche la possibilità delle prestazioni in "intramoenia", erogate cioè al di fuori del normale orario di lavoro dai medici in ospedale, in regime di libera professione. A titolo di esempio abbiamo chiamato il Policlinico San'Orsola: lì si potrebbe fare la risonanza al rachide nel giro di appena due settimane. Primo appuntamento disponibile il prossimo 3 aprile (o anche il 10 aprile se tornasse più comodo) al costo di 320 euro. Con il SSN il ticket avrebbe invece con un importo massimo di 36,15 euro. In pratica uno zero in più. Non poco. 

Agende "chiuse"

La pratica di bloccare completamente le prenotazioni sarebbe vietata, almeno così si legge sul sito del Ministero della Salute: "Sospendere le attività di prenotazione (fenomeno delle cosiddette liste d'attesa bloccate, agende chiuse) è una pratica vietata dalla Legge 23 dicembre 2005, n. 266, articolo 1, comma 282 (Finanziaria 2006)".

Non ci resta che il PIC

A tal proposito abbiamo interpellato l'Ausl di Bologna che precisa, sul caso specifico "che la maggior parte della produzione di risonanze magnetiche è garantita dai Centri Privati Accreditati. In questo frangente, nel quale a livello nazionale dal 1 aprile entreranno in vigore le nuove tariffe definite a livello ministeriale, purtroppo si è registrato un ritardo nella disponibilità, data l'incertezza delle tariffe con cui verranno remunerate le diverse prestazioni. Ne risentono ovviamente anche le altre prestazioni per le quali il Privato Accreditato integra l'offerta delle Aziende sanitarie. Rimane comunque a supporto della prenotazione del cittadino il sistema di presa in carico (PIC)". In pratica, il sistema registra l'esigenza del paziente che verrà contattato nel caso si liberi un posto, prima della scadenza della richiesta del medico, una sorta cioè di lista d'attesa. 

Impegno di Governo e Regione  

Sul tema delle attese per prenotare visite e prestazioni sanitarie non c'è immobilismo. Nella Legge di Bilancio 2024, ad esempio, il Governo si è impegnato a ridurre le liste d’attesa desinando in tre anni 11,2 miliardi di euro in più al fondo sanitario e rifinanziano i piani operativi delle Regioni per ridurle, quindi con l'aumento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive di medici e infermieri: 100 euro per i medici; 60 euro per infermieri (raddoppia rispetto ai 30 attuali). Spesa complessiva di 280 milioni di euro. È previsto poi il rifinanziamento dei piani operativi per l’abbattimento delle liste d’attesa: le Regioni possono utilizzare una quota non superiore allo 0,4% del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato per l’anno 2024 (valore 520 milioni di euro). Inoltre viene aggiornato il tetto di spesa per gli acquisti di prestazioni sanitarie da privati accreditati per l'assistenza specialistica ambulatoriale e per l'assistenza ospedaliera: il limite di spesa è incrementato dell’1% per l’anno 2024, del 3% il 2025 e del 4% a decorrere dall’anno 2026, fermo restando il rispetto dell'equilibrio economico e finanziario del servizio sanitario regionale.

A fine febbraio anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha annunciato un piano per smaltire le liste d'attesa, anche se i dettagli non sono stati ancora resi noti. 

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