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Cronaca

Come saranno i lavori al Canale delle Moline (attesi per 50 anni)

INTERVISTA | Alla scoperta di Bologna, città delle acque. Andrea Bolognesi -presidente dei Consorzi dei Canali di Bologna- illustra nel dettaglio i lavori al via: "Cantieri per tre chilometri, risanamento strutturale e ambientale"

Poco oltre le mura del Trecento il suo corso si unisce a quello del torrente Aposa, che scorre sotto il centro di Bologna e entrambi si gettano nel canale Navile, nei pressi del sostegno della Bova. Per buona parte del suo corso il canale delle Moline è rinchiuso tra le case e per questo in passato è rimasto a lungo nascosto alla vista. Di recente sono stati riaperti gli affacci sui ponti delle vie Oberdan e Malcontenti. Attesi da tempo, sono inoltre da poco partiti i lavori per risanare l'antico canale. A illustrare il progetto a Bologna Today è Andrea Bolognesi, direttore dei Consorzi dei Canali di Bologna, (Chiusa San Ruffillo-Acque Savena-Chiusa di Casalecchio - ndr).

Quali tratti sono del canale delle Moline interessati ai lavori? "L'accordo di primavera tra gli enti interessati e la società di gestione dei canali ha reso possibile indire un gara d'appalto per lavori che dureranno tre anni. Si tratta di risanare completamente in tutta la sua estensione, quasi due chilometri di canale, anche alla confluenza con l'Aposa, a partire da via Irnerio-Capo di Lucca, fino ai viali, porta Galliera, via Boldrini, fino all'immissione nel canale Navile" 

C'è un rilancio turistico dei canali bolognesi: "I canali artificiali - spiega Bolognesi - operano tutto l'anno, 24 ore al giorno, "tranne in occasione della secca ordinaria di 3 settimane per effettuare ispezioni e manutenzioni, tra metà ottobre e novembre, di norma in quei periodi si svolgono anche le visite guidate che hanno sempre maggior successo. Da quando sono direttore ho assistito al potenziamento di questi aspetti dei canali, abbiamo richieste da tutta Italia e anche dall'estero". 

Quindi il flusso viene garantito: "Con paratoie e derivazioni riusciamo a soddisfare il fabbisogno di acqua, anche per l'agricoltura e per gli impianti di raffreddamento del termo-valorizzatore del Frullo, ma cosa più importante - sottolinea Bolognesi - il deflusso minimo vitale da garantire al canale Navile, la spina dorsale dell'idraulica bolognese che parte dalla Bova, in via Bovi Campeggi, solca l'Arcoveggio e Corticella e arriva fino a Castel Maggiore, fu scavato 8 secoli fa, ha l'aspetto di un corso naturale, ma non lo è, se non ci fosse l'acqua del canale Reno, che arriva dalla chiusa di Casalecchio, il Navile non esiterebbe". 

Un intervento atteso da anni..."Da 50 anni circa. Anche se negli anni 89 -90 sono stati fatti grossi passi in avanti per bonificare le immissioni irregolari di reflui, quel tratto restava scoperto anche in ragione delle difficoltà di accesso, il canale scorre pressoché completamente interrato a 9 metri sotto il piano stradale e la possibilità di accesso di persone a soprattutto di mezzi è difficilissimo". 

Questo primo cantiere, partito nei giorni scorsi, serve dunque "a creare un nuovo punto di accesso, al confine tra il posteggio auto e la stazione delle corriere, tra via Capo di Lucca e via del Pallone, attualmente c'è un pozzetto 80x80 cm non sufficiente. e poco sicuro". 

Quindi come opererete? "Verrà realizzata una nuova camera di accesso, larga quanto il canale, che in quel punto è circa tre metri e mezzo che consentirà un accesso sicuro.per poter calare mezzi d'opera, materiali e maestranze - illustra il direttore - è il primo passo di un percorso triennale che consiste in un risanamento a tutto tondo, sia della parte strutturale che in alcuni tratti, come quello di via Boldrini è drammaticamente ammalorato, che ambientale, con la posa di una nuova linea fognatura pubblica che riceverà gli scarichi che ancora vessano la qualità dell'acqua con ripercussioni sul canale Navile, i cittadini sono molto contenti, dopo tanta attesa, ora si fa sul serio". 

Bologna storia della città delle acque: la mappa

Le acquea e Bologna_Fond Innovazione Urbana

Ormai si sa Bologna è stata una città sull'acqua: quando l'acqua corrente non arrivava nelle case, c'erano i canali. 
Con la diffusione dell'energia elettrica si inizio a ricoprirli o a "tombarli", come si dice, e ora se ne possono vedere. Ma vediamo quanti sono e dove sono.

  • Canale del Reno

1) In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.

2) Incrocio vie della Grada e San Felice: corso sotterraneo Ponte della Carità Superato l’opificio della Grada, il canale proseguiva, scoperto, fino a via San Felice, che oltrepassava scorrendo sotto il ponte della Carità. Nel 1289 l’antico ponte di legno, distrutto dall’impeto delle acque, venne sostituito con un manufatto di mattoni. Prima della copertura del canale, a metà del Novecento, la riva sinistra del tratto lungo via della Grada era fornita di lavatoi pubblici.

La città dei canali

3) Via Riva di Reno fra la chiesa delle Lame e via Marconi. Fin dal Medioevo dal canale di Reno, coperto intorno alla metà del Novecento, si diramava una complessa rete sotterranea di condotti per la distribuzione di acqua a diverse attività produttive. I filatoi da seta, in gran parte distribuiti nella zona compresa fra le vie San Felice e Nazario Sauro, costituirono le attività di maggior rilevanza economica fino alla crisi del mercato serico (fine XVIII secolo).

4) Via Augusto Righi. Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).

5) Via Piella. Questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.

6) Via Oberdan. Il canale di Reno svolta decisamente a sinistra in un pozzo luce interno, anticamente compreso nel complesso conventuale carmelitano di San Martino. Da questo punto il canale veniva chiamato delle Moline per i mulini per grano distribuiti lungo il suo corso, che prosegue fra le vie Alessandrini e Capo di Lucca.

  • Canale delle Moline

7) Via Capo di Lucca. In fondo allo scivolo scorre il canale delle Moline. Le case fra gli attuali civici 9 e 25, edificate a partire dal 1516 dall’Università delle Moline e delle Moliture, ospitavano i mugnai addetti alle macine per grano azionate dalle acque del canale.

  • Cavaticcio-Canale Navile

8) Via Riva di Reno/via Marconi. All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.

9) Ex area portuale in via Don Minzoni. Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.

  • Canale Savena

10) Dopo aver alimentato il laghetto dei Giardini Margherita, il canale, derivato dal torrente Sàvena, passa sotto la chiesa di Santa Maria della Misericordia. Prima della copertura del canale nel secondo decennio del Novecento, il tratto davanti alla chiesa era dotato di lavatoi pubblici; in prossimità di via Castiglione funzionava il mulino della Misericordia, attivo dal 1286 al secondo dopoguerra.

11) Via Rialto / Castellata. Nel 1341 sul ramo che scorreva lungo via Rialto (coperto nel 1840), chiamato Fiaccacollo per la notevole pendenza, alla confluenza con via Castellata fu edificato il primo filatoio idraulico per seta. Seguendo il perimetro della seconda cerchia muraria questo ramo giungeva in via delle Moline, dove si immetteva nel torrente Àposa.

  • Torrente Aposa

12) Via A. Rubbiani. Originato da alcuni ruscelli che scendono dai rilievi collinari fuori porta San Mamolo, il torrente Àposa entra in città passando dall’antico complesso della Grada (nome riferito alla grata protettiva che sbarrava l’ingresso), realizzato in questo tratto della terza cerchia muraria. Da qui il torrente prosegue il suo corso verso nord attraverso la città.

13) Dopo aver attraversato diagonalmente piazza Minghetti, dove si trova uno dei due accessi al corso sotterraneo, il torrente Àposa prosegue dietro le case lungo il lato destro di via de’ Toschi.

14) Via Rizzoli. Nel 1918, in occasione dei lavori per l'allargamento della via Mercato di Mezzo (attuale via Rizzoli), in prossimità di questo punto venne ritrovato un ponte romano, costruito fra il 187 e la seconda metà del I secolo a. C. per il superamento del torrente Àposa, unico corso d’acqua naturale che attraversa Bologna da sud a nord. La struttura ad arco in selenite del ponte è ancora visibile dal corso sotterraneo del torrente.

15) Piazza San Martino. A partire dal XV secolo furono coperti diversi tratti del torrente Àposa all'interno del perimetro murario. Uno dei primi interventi pubblici (1462) riguardò il tratto compreso fra la chiesa di San Martino e Santa Maria dei Piantavigne, in via dell'Inferno, che il Senato bolognese fece coprire per abbellimento della città. Questo è uno dei due accessi al corso sotterraneo del torrente. (fonte: Fondazione Innovazione Urbana)

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