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Maxi frode doganale, evase imposte per 13 milioni di euro | VIDEO

Operazione delle Fiamme Gialle all’Interporto. Sotto la lente le importazioni di tessuti. Sequestri preventivi per 7,3 milioni di euro ad un importatore. Indagate 8 persone e 7 società

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Una maxi frode, con tanto di evasione di dazi doganali e Iva da 13 milioni di euro. Otto persone, 4 bolognesi e 4 cinesi, indagati e 7 società finite al centro delle indagini dei pm della Procura Europea (Eppo) basati a Bologna e della Guardia di Finanza. E un sequestro preventivo da 7,3 milioni di euro ad una ditta di importazioni di Prato.

Sono questi gli ingredienti della complessa operazione messa a segno dalle Fiamme Gialle all’Interporto di Bologna. Sotto la lente dei finanzieri del gruppo di Bologna e del gruppo di Prato sono finite le importazioni di tessuti dalla Cina e dalla Turchia per una serie di società del settore pronto moda che operano soprattutto in Toscana e nelle Marche. 

“L’importanza di questa indagine che è stata condotta con la Procura Europea Eppo, ufficio di Bologna, attiene all’ambito strettamente doganale. Sono state constatate violazioni di tipo doganale, contrabbando e altri reati commessi, che sono stati svolti sfruttando indebitamente la struttura logistica all’avanguardia dell’Interporto di Bologna”, ha spiegato il generale Carlo Levanti, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Bologna

Analizzata documentazione degli ultimi 6 anni

Le Fiamme Gialle e l’Agenzia delle Dogane hanno analizzato i documenti delle società coinvolte dal 2018 ad oggi. Dalle carte e dai controlli successivi è emerso come gli importatori delle merci le abbiano fatte arrivare nel territorio dell’Unione Europea senza pagare i dazi doganali e l’Iva. Per farlo gli importatori utilizzavano illecitamente un particolare regime fiscale che consente di non versare l'Iva dovuta all'importazione.

Il meccanismo della frode fiscale 

“Il regime del deposito fiscale Iva – aggiunge il generale Levanti – è stato indebitamente sfruttato dagli autori della frode. L’evasione delle imposte riguarda sia i dazi doganali sia l’Iva, con un danno anche per le finanze dell’Unione Europea”.

In particolare, i militari hanno scoperto che i tessuti importati, una volta presentata la documentazione doganale che ne attestava il transito nel deposito Iva dell’Interporto di Bologna, in realtà ripartivano per le alla volta dei magazzini delle aziende importatrici, quasi tutte in provincia di Prato. Sono circa 900 i tir che avrebbero evaso i controlli in questo modo. Le indagini, nel frattempo, proseguono e sono in corso controlli e le perquisizioni, ad opera di 90 militari, presso 20 società e a Bologna, Prato, Ferrara, Siena, Lucca e Milano.

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