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Cronaca Borgo Panigale

Oltre il quartiere dormitorio. Viaggio al Borgo Panigale-Reno, tra passato e nuove sfide | VIDEO

Sede di importanti industrie, rione indissolubilmente legato all'agricoltura, il quartiere più vasto di Bologna si sta preparando a una grande trasformazione urbana e sociale. Senza dimenticare la propria identità

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Orgogliosamente di periferia, nato dalla campagna bagnata dal fiume che gli dà il nome e dallo sviluppo industriale che lo ha reso uno dei motori dell'economia italiana. Il quartiere Borgo Panigale-Reno è il più esteso e il più periferico di Bologna. Qui i portici lasciano il posto agli spazi verdi e alle palazzine popolari innalzate durante gli anni del boom economico. Tanto che, attraversandolo, non sembra di essere nella stessa città delle Due Torri. Eppure anche a Borgo Panigale-Reno si parla di tram, di riqualificazione di spazi dismessi, di giovani esclusi e servizi per gli anziani. Abbiamo fatto un viaggio dentro quello che da sempre viene definito il "quartiere dormitorio" di Bologna per raccontare come questo rione si sta preparando a un processo di trasformazione che, nei prossimi anni, lo cambierà completamente.

La Barca e il suo 'treno', tra storia popolare e marginalità giovanile

Ai piedi del Santuario della Madonna di San Luca, la Barca è il primo approdo per chi viene dal centro città. La storia di questo rione è profondamente legata all’attività edile che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha portato alla costruzione di centinaia di case popolari. La spina dorsale della zona è il ‘treno’ il porticato lungo 500 metri che si snoda in Piazza Giovanni XXIII. Progettato dall’architetto Giuseppe Vaccaro, il ‘treno’ ospita negozi al piano terra e alloggi popolari al primo piano. Fu il primo vero centro commerciale di Bologna e casa per tantissimi operai che arrivavano dal sud Italia. Sotto il suo portico di recente inserito nel Patrimonio dell’Unesco le persone passeggiavano tra le vetrine dei negozi respirando la vitalità e la ricchezza degli anni del boom economico.

Il treno della Barca

Nei decenni molti negozi hanno chiuso o si sono trasferiti e la desertificazione ha lasciato spazio alle tensioni sociali. Da cuore pulsante dell’economia della zona, il ‘treno’ è diventato il punto in cui vengono a galla alcune delle criticità di questa parte di periferia, in particolare la marginalità giovanile e la difficile integrazione degli stranieri all’interno di un quartiere che è tra i primi per numero di anziani residenti. “Molti di noi non si sentono sicuri a uscire la sera e vorrebbero più controlli – dice una residente -. Capita spesso di vedere ragazzi, italiani e stranieri, che stanno in strada e fanno quello che vogliono”. Episodi di microcriminalità come spaccio e risse fuori dai bar aumentano la sensazione di non sentirsi sicuri anche tra gli esercenti: “Io stesso ho anticipato di mezz’ora la chiusura del negozio – spiega Antonio Meloni, titolare della “Vineria del treno” – per non rischiare di ritrovarmi in situazioni spiacevoli quando cala il buio. In questa zona si vede il disagio di certi ragazzi che sembrano lasciati a se stessi. Li vedi girare in strada tutto il giorno, ogni tanto tra loro scoppiano litigi o causano disordini”. “Che nascano attriti tra chi ha 70 anni e chi ne ha 16 è normale, ognuno dovrebbe fare lo sforzo di integrarsi con l’altro – aggiunge Maria Grazia Balsamo, da trent’anni la fornaia della zona –, i problemi nascono quando manca la famiglia o la scuola e questi ragazzi sono allo sbando”.

Murales Barca

Un quartiere solidale

Proprio per diminuire la marginalità giovanile, da un anno alcuni spazi del ‘treno’ sono stati affidati a delle associazioni che organizzano incontri culturali e attività per favorire l’integrazione di bambini e adolescenti nella vita del quartiere. “Abbiamo avviato questa sperimentazione per intercettare chi si sente più lontano e cercare di coinvolgerlo – spiega la presidente di quartiere Elena Gaggioli –. Intorno al fenomeno non c’è preoccupazione ma interesse, e abbiamo un tessuto associativo molto ricco che ci permette di essere un quartiere coeso e solidale”. Tra le tante realtà c’è la cooperativa impresa sociale “Il Passo della Barca”. È stata fondata da alcuni abitanti della Barca e, oltre a essere tra i coordinatori dei progetti che animano uno dei nuovi interni del portico, nel 2021 ha rilevato un’edicola del quartiere e l’ha resa un importante punto di aggregazione da cui si diramano tante altre iniziative per i cittadini. Allestito da loro è il “lido urbano” nel vicino Giardino del Ghisello che durante l’estate diventa una spiaggia verde con lettini, ombrelloni ed eventi, e il loro progetto di riqualificare l’ex bocciofila del parco ha vinto la passata edizione (e i fondi) del Bilancio Partecipativo.

Trasformazioni: le grandi industrie e la mobilità

Seguendo via Battindarno oltre via Togliatti, il quartiere cambia. E ricorda a chi lo attraversa che l’industria ha avuto un ruolo determinante nel processo di trasformazione del rione. Tra Borgo Panigale e Santa Viola hanno messo radici imprese oggi mondiali come la Ducati, la Fabbri 1905 (delle cui amarene spicca l’enorme vaso in via Emilia Ponente), la Snam, la G.D. e l’Opificio Golinelli. C’è il museo Mast e negli stabilimenti storici sono stati allestiti altri musei per conservare la storia delle aziende e del loro rapporto con un territorio che hanno trasformato indelebilmente. Ora è alla mobilità che è affidato un nuovo impulso per portare sviluppo al quartiere, e in particolare al tram la cui linea rossa avrà a Borgo Panigale uno dei terminali. Proprio a febbraio sono previsti i cantieri nel centro abitato e lungo l’asse che porta in città: “Ci aspettano anni impegnativi, i cittadini e le attività commerciali avranno dei disagi, questo va detto con grande chiarezza – continua Gaggioli -. Tutto il quartiere cambierà dal punto di vista urbanistico ed estetico”.

Le grandi aziende nel quartiere Borgo Panigale-Reno

Dai disagi del tram ai parcheggi in Santa Viola: intervista alla presidente del Borgo-Panigale | VIDEO

La memoria della Resistenza a Casteldebole

Oltrepassato il Reno, sulla riva destra c’è Casteldebole, un piccolo borgo a cui è affidata una parte importante della memoria della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Alla notte tra il 29 e il 30 ottobre risale l’eccidio del distaccamento della 63esima brigata Garibaldi “Bolero”, che non riuscì ad attraversare il fiume in piena mentre era diretto in città per prendere parte a un’insurrezione. Un delatore segnalò ai nazisti la presenza dei partigiani, che furono raggiunti e circondati dalle SS mentre si trovavano dentro una cava dove avevano cercato riparo. Dopo ore di battaglia, diciannove partigiano caddero combattendo. Nelle ore successive i nazisti si macchiarono di brutali rastrellamenti punitivi, bruciando le case del vicinato e fucilando gli abitanti dopo averli legati con un filo di ferro ai pali della luce o ai cancelli. I "fatti" di Casteldebole vengono commemorati ogni anno con una cerimonia e la deposizione della corona di fiori ai piedi del monumento realizzato nel 1959 dallo scultore Piero Bottoni.

Il monumento in onore dei caduti nell'eccidio di Casteldebole-2

Dentro Villa Bernaroli, dove la solidarietà incontra la bellezza di un'antica dimora patronale | VIDEO

Le "vacanze" a Villa Bernaroli

È nella campagna che il quartiere sfuma i suoi confini urbani e diventa provincia. Fino al fascismo Borgo Panigale era un Comune autonomo, oggi invece fa parte di Bologna. Nell’Ottocento era invece la residenza agreste dell’aristocratica famiglia Bernaroli, a cui è sopravvissuta la villa adibita a centro sociale. Villa Bernaroli è uno degli esempi più notevoli dell’unione tra patrimonio storico e solidarietà: sotto le volte affrescate e nel parco rigoglioso vengono organizzati corsi di inglese e di informatica e, d’estate, “Vacanze in città”, che offre ospitalità alle persone anziane che altrimenti sarebbero da sole durante l’esodo verso le ferie e da qualche anno anche durante l’autunno. Ha a disposizione anche 340 orti comunali. Il tutto viene tenuto vivo dagli instancabili volontari: “Abbiamo una ventina di ospiti, alcuni hanno anche novant’anni – dice il presidente della Casa di Quartiere "Villa Bernaroli" Antonio Nuvoli – stiamo in loro compagnia, gli facciamo fare ginnastica, loro ricambiano con un sorriso che ci scalda il cuore. Ci manteniamo soltanto con le attività di ristorazione durante gli eventi privati che si svolgono nella villa”.

Villa Bernaroli e affreschi

Verdura, formaggi e anche avocado: il mercato contadino che resiste al tempo | VIDEO

Dal 2008 il sabato mattina si tiene anche un frequentatissimo mercato agricolo che sembra uscito direttamente dal passato, con allevatori e contadini che vengono da tutta la provincia per vendere i loro prodotti: formaggi di latte di capra, frutta e verdura di stagione, carne, uova e persino avocado e agrumi direttamente dalla Sicilia. L'appuntamento richiama tantissime persone, con le code che si formano non solo davanti ai banchi ma anche per le auto che arrivano dalla piccola strada che attraversa la campagna: "Io vengo da anni a questo mercato, trovo sempre prodotti genuini che so da dove provengono", dice un cliente mentre addenta un pezzo di formaggio che ha appena comprato.

Il mercato contadino di Borgo Panigale-2

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