Le ceramiche di Margherita Tosatti in mostra a Bologna: "Ciotole d'acqua"
Lavì! City presenta la mostra di Margherita Tosatti "Ciotole d'acqua": dal 9 marzo 2024 a Bologna. Margherita Tosatti, è una ceramista che ha alle spalle molti anni di ricerca artistica: “Per le sue Ciotole d’acqua, Margherita Tosatti ha selezionato una serie di frasi dal famoso raffinatissimo libretto di Josif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili. Questo luogo - che oggi chiamiamo Zattere - incantò il poeta russo. Brodskij dice che Venezia è una 'città acquario destinata a scomparire… un ammasso di porcellana e di cristallo rotto'. Anch’io che scrivo di queste opere in mostra non posso fare a meno di pensare all’effetto lenticolare, intorbidante e movimentato della luce nell’acqua, come quando si guarda attraverso un acquario colpito da imprevedibili rifrazioni luminose. L’obiettivo dell’artista è proprio questo, quello di spingere verso l’espressione la potenza nell’atto, salvare l’imperfezione nella forma perfetta. Increspature quasi impercettibili e mobilità di innumerevoli squame, grovigli e singhiozzi, addensamenti e ritmi ipnotici: l’occhio si fa mano e riesce a dare corpo alle sfrangiature e ai trascoloramenti, sgualciture di metalli iridescenti o avvolgimenti come di carta morbida e pastosa. […] L’unica parola che davvero definisce l’esperienza dell’artista è “sorgiva”. Bisogna accogliere ciò che sorge, bisogna contenerne l’energia, l’eccesso e, dal momento che l’artista si mette sempre dalla parte dell’eccesso, ha bisogno di definire un sistema che imposti un regime di rigore, proprio perché la sua rottura produca il nuovo e la meraviglia.
Margherita Tosatti ha scelto la purezza della forma primaria che tutti noi riconosciamo nella ciotola, anche se in questa breve riflessione alla parola “forma” preferiamo sostituire la parola “figura”, come ci ha insegnato Klee. Nella figura della ciotola appunto ritroviamo l’esattezza del cosmo rappresentata dalla perfezione geometrica della sfera che ingloba tutte le simmetrie, le serie, le combinatorie, le proporzioni... ma poiché la ciotola è una figura di sfera tagliata, proprio nel taglio sentiamo la materia e il suo mistero spesso sfuggente, l’idea di limite, di perdita, di indefinito, di tensione deformante. […] E ci viene voglia di passare la mano sull’asperità della
materia per misurarne la solidità, per riconoscerla contro la nostra pelle con quella sapienza meteorologica antica da contadino che saggia, che pesa, che controlla le minuzie e i corpuscoli sotto le unghie”. (Bianca Tosatti)
Margherita Tosatti ha studiato a Faenza e riconosce come suo maestro Augusto Betti. Il suo laboratorio è in campagna nella grande vecchia casa di famiglia in cui vive.