"Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna"
"Criminis Imago. Le immagini della criminalità a Bologna", in programma dal 23 ottobre al 10 gennaio 2021 all'Oratorio di Santa Maria della Vita (via Clavature 8/10), con una sezione di mostra nella corte di Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna (via Castiglione 8).
Un racconto per immagini di 50 anni di criminalità a Bologna negli scatti dei fotoreporter Walter Breveglieri e Paolo Ferrari, testimoni oculari di alcuni dei più efferati crimini e dei più celebri processi del secondo Novecento che hanno avuto come teatro la citt di Bologna, dalla Banda Casaroli ai delitti della Uno Bianca".
"La nostra è una città ferita - ha detto alla conferenza stampa il Procuratore Capo di Bologna Giuseppe Amato, curatore della mostra assieme a Marco Baldassari, responsabile dell'Archivio Fotografico di Genus Bononiae - che ha saputo però ogni volta ribellarsi e al contempo esprimere grande solidarietà, e che continua ancora oggi, onorando la memoria delle vittime, a dare testimonianza del grande sentimento etico che la caratterizza da sempre".
"Ancora una volta Genus Bononiae racconta un pezzo di storia viva della nostra città - ha detto invece l'Assessore alla Cultura del Comune di Bologna Matteo Lepore. - Lo fa stavolta con il linguaggio della fotografia, arte in grado di raccontare in maniera vivida e diretta il presente, sulla quale la città sta investendo molto".
L’iniziativa è curata dal Procuratore Capo di Bologna Giuseppe Amato e da Marco Baldassari, responsabile dell’Archivio Ferrari di Genus Bononiae. Il comitato scientifico si avvale dell’esperienza di Carlo Lucarelli, autore assieme a Susi Pelotti e Luigi Stortoni dei testi che accompagnano il catalogo, realizzato con tutte le immagini della mostra.
Le immagini dei due fotografi sono articolate in sezioni. Si inizia con gli scatti di Breveglieri, che ci riportano, tra le altre, le storie della Banda Casaroli, che nell’autunno del 1950 seminò terrore e morte: una storia che sedusse il regista Florestano Vancini, il quale dedicò un film alla vicenda. Tra i fatti delittuosi che accesero il dibattito pubblico del tempo anche quello dell’ambasciatore Ettore Grande, accusato di aver ucciso la consorte a Bangkok, condannato a Torino, poi assolto in Assise a Bologna nel 1951; quello di Rina Fort, accusata dell’assassinio della moglie e dei tre figli del suo amante, processo che giunse in Corte di Cassazione a Bologna nel 1952, e l’assassinio di Ombretta Galeffi per mano del marito Carlo Nigrisoli, condannato in primo grado all’ergastolo per l’avvelenamento della donna.
Si prosegue con le fotografie di Ferrari: le immagini drammatiche delle Stragi dell’Italicus, del Rapido 904 e della Stazione di Bologna scattate il 2 agosto 1980, fino ad arrivare ai numerosi omicidi dei fratelli Savi, tristemente famosi come la Banda della Uno Bianca. E ancora il luogo dell’omicidio di Francesca Alinovi e il ritrovamento della salma di Angelo Fabbri, ricompresi nella troppo disinvolta definizione di ‘delitti del Dams’, e il drammatico sequestro dell’imprenditore
“Pure in un momento particolarmente difficile e delicato, causato dall’emergenza sanitaria, inauguriamo una nuova mostra, che restituisce al visitatore la storia per immagini della seconda metà del Novecento di Bologna. Fatti delittuosi compiuti e giudicati nella nostra città negli ultimi 50 anni, ma anche crimini commessi altrove e approdati a seguito dell’iter giudiziario alla Corte di Appello di Bologna - commenta Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae. Musei nella città. “Il mondo della cultura è stato fortemente colpito dal primo lockdown e mi auguro che i musei non siano coinvolti in nuove chiusure, anche in considerazione del fatto che sono tra i luoghi più sicuri per i cittadini, per il pieno rispetto delle norme sanitarie e del distanziamento.”
“Sono orgoglioso che le immagini dell’archivio Walter Breveglieri siano uno dei due cardini su cui si fonda questa importante e pregevole mostra – afferma Roberto Mugavero, editore di Minerva – Le fotografie che potrete vedere in questa galleria fotografica non sono solo la testimonianza di fatti di cronaca nera che sconvolsero Bologna e l’Italia intera, ma sono anche la testimonianza dell’attenzione e della grande professionalità di due importanti fotoreporter della nostra città, capaci con mezzi ora ormai in disuso di immortalare scene del crimine che altrimenti oggi non avremmo potuto visivamente ricordare”.
Il percorso di mostra accoglie – oltre alle immagini dei sopralluoghi della Scientifica - anche alcuni oggetti d’epoca: macchine fotografiche, un banco ottico del 1903 della Polizia Scientifica, divise storiche delle forze dell’ordine, fino alle moto e auto della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri- tra cui una Topolino del 1939 e una Giulietta del 1961 - esposte nel cortile di Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna e parte del Circuito Genus Bononiae.
Durante il periodo di mostra la Cineteca di Bologna sosterrà l’esposizione con la programmazione di una rassegna di film a tema.
Il catalogo della mostra, con tutte le fotografie esposte, è edito da Edizioni Minerva.