"Leggiadro Barocco". L’attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone
Nella cosmopolita Bologna del Settecento, la scena artistica si presentava quanto mai vivace. Tra i pittori si distinse Giuseppe Marchesi (Bologna, 1699-1771), di temperamento irrequieto e di corporatura imponente, alla quale dovette il soprannome di Sansone. Allievo di artisti importanti della generazione precedente, come Aureliano Milani e poi Marco Antonio Franceschini, continuò a dipingere nel solco della tradizione classicista dei Carracci, di Guido Reni e dei loro successori. Questo orientamento stilistico era sostenuto anche dalla principale istituzione di formazione artistica presente in città, l’Accademia Clementina, alla quale Marchesi appartenne, ricoprendo svariati incarichi didattici e di direzione.
La capacità di fondere colori caldi e forti muscolature, derivati dalla lezione dei Carracci, con la grazia del disegno, tipica della pittura di Franceschini, resero il Sansone un pittore apprezzato dal pubblico e dai colleghi. Prolifico e garbato, soprattutto nella fase giovanile (tra il terzo e il quarto decennio del secolo), la sua vivace vena narrativa diede risultati di estrema piacevolezza, che culminò negli affreschi della chiesa di Santa Maria di Galliera, a Bologna.
La mostra alle Collezioni Comunali d’Arte, che conservano il dipinto di soggetto storico Clemente VIII restituisce agli Anziani di Bologna le chiavi della città (1739), promossa dai Musei Civici d’Arte Antica e curata da Antonella Mampieri e Angelo Mazza, si incentra su questa fase della carriera dell’artista. L’inedita coppia di pendant con Mosé e le figlie di Ietro e Salomone incensa gli idoli (1725 ca.), il cui successo è dimostrato dalla presenza di copie presso il Museo Diocesano di Imola, è in prestito da una collezione privata. Alcune opere di soggetto profano documentano al meglio lo stile giovanile dell’artista.
La figura di Marchesi fu dimenticata in seguito ai cambiamenti della storia del gusto che condannarono il Settecento come secolo superficiale e vuoto di contenuti. Solo a partire dagli anni settanta del secolo scorso lo storico dell’arte Renato Roli ne ha ricostruito brillantemente il catalogo.
Ingresso: biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingresso gratuito