"Il racconto di Filippo": visita guidata itinerante all’Oratorio con spettacolo
All’Oratorio di San Filippo Neri, nell’ambito della programmazione del LabOratorio, curata da Mismaonda con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, torna l’appuntamento con Il racconto di Filippo, la visita guidata itinerante con spettacolo, alla scoperta dell’Oratorio. Appuntamento domenica 19 marzo alle 18.00.
Chi era San Filippo Neri? Perché a Bologna c’è un Oratorio che porta il suo nome? Quali sono i tesori artistici che custodisce? Quali traversie ha attraversato quel luogo? Domande, domande, domande… A cui offre una risposta Il racconto di Filippo, spettacolo itinerante che è un po’ visita guidata e un po’ performance teatrale. Non c’è dubbio che l’Oratorio di San Filippo Neri sia un tesoro da riscoprire con il suo straordinario patrimonio artistico-architettonico e le suggestioni ad esso legate.
L’Oratorio fu acquistato nel 1997 dalla Fondazione del Monte che avviò i lavori di restauro per riparare gli ingenti danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, affidandoli all’architetto Pier Luigi Cervellati. Fu riaperto al pubblico il 20 dicembre 1999. Al suo interno si possono ammirare l’architettura di Alfonso Torreggiani, le sculture di Angelo Gabriello Piò, la pala d’altare di Francesco Monti, gli interventi di Fernando Galli Bibiena e il celebre ‘Ecce Homo’ di Ludovico Carracci. Ma soprattutto si può respirare l’aria della Storia.
Il racconto di Filippo è un percorso spettacolare per gruppi ristretti di spettatori: tre attori conducono il pubblico negli angoli più suggestivi dell’Oratorio, dando voce ad alcuni personaggi storici e fantastici legati al luogo. Il protagonista è Filippo Neri, naturalmente, il Santo della gioia che terrà le fila della narrazione. Ma appariranno anche un’immaginaria moglie di Ludovico Carracci, il cardinale Lambertini (che inaugurò l’Oratorio nel 1733) e la figura di una misteriosa donna scampata dai bombardamenti del 1944.
Il testo rievoca fatti storici mescolando citazioni letterarie (da Etienne Decroux a Ezio Raimondi) e invenzioni drammaturgiche, in un gioco scenico che consente di guardare lo spazio in modo inedito.
Scrittura scenica di Claudio Cumani. Regia di Alessandra Bertuzzi. Con gli attori del Fantateatro.