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Azione, commissariata la segreteria di Bologna: “Ormai è un carrozzone”

Tante le accuse nei confronti di Carlo Calenda e del segretario regionale Marco Lombardo: “Ormai è un progetto personale, si premiano solo i fuoriusciti dagli altri partiti”

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“Più che un partito è un progetto personale”, “un carrozzone”, ma anche accuse di irregolarità nell’elezione del nuovo coordinatore e di mancanza di comunicazione. È finita male l’avventura della segreteria bolognese di Azione, che ha visto la sua fine lo scorso 24 gennaio con una circolare che ha commissariato il coordinatore cittadino, Andrea Forlani, causando la fuoriuscita di larga parte della direzione locale. Nella mail indirizzata a Forlani, il partito guidato da Carlo Calenda motiva la scelta del commissariamento citando “una serie di segnalazioni dal territorio”, la “assenza di una efficace attività di posizionamento di Azione nel dibattito politico cittadino” e un “graduale allontanamento di iscritti e militanti del partito”. Per questo, al Comitato direttivo nazionale di Roma è arrivata “una richiesta del segretario regionale dell’Emilia-Romagna, il senatore Marco Lombardo, di procedere al commissariamento”.

Durante la conferenza stampa organizzata dall’ormai ex segreteria cittadina al centro Costa di via Azzo Gardino, tutte le accuse sono state ferocemente rispedite al mittente: “Le segnalazioni di cui si parla a me non sono mai arrivate – commenta Forlani –. Si parla di decisione presa su segnalazione di Marco Lombardo, che in tutti questi anni non mi ha mai detto nulla sulla direzione del partito a livello locale. Abbiamo lavorato in parallelo dal 2021 e tutti possono testimoniare che tra noi, in questi anni, non c’è mai stato nulla da dire. Sotto la mia segreteria il partito ha preso posizione su temi come la mobilità, la sicurezza, la scuola, il degrado con incontri, conferenze stampa, assemblee pubbliche. Nel frattempo, vi invito a vedere quante volte Lombardo abbia preso posizione su questi temi in uno dei cinquanta comuni della provincia. Se io sono stato commissariato, lui dovrebbe essere esiliato in qualche territorio oltreoceano”.

Il volantino ironico sul commissariamento della segreteria cittadina di Azione

Le stilettate non mancano neanche per il leader maximo: “Nel documento si parla di una sinistra radicale che governa Bologna: vorrei sottolineare che sia Lombardo che Soverini, il nuovo coordinatore cittadino, hanno militato fino a poco tempo fa in quel partito. Fino a quel momento era un partito progressista e democratico, usciti loro è diventato un partito radicale. Poi, sul calo degli iscritti: certo è colpa mia, non del segretario nazionale che ha fatto e disfatto qualsiasi cosa, litigando anche con il suo amministratore di condominio. Ne prendo atto. In altri territori mi viene quindi da pensare che Azione abbia moltiplicato i suoi iscritti, ma non è così. Eppure, la colpa ricade su di me”. Sull’elezione di Serse Soverini, che dalla sua aveva il favore di Lombardo, Forlani parla di “gravi irregolarità” nella corsa che lo ha portato alla vittoria su Mara Mucci: “Il tutto è stato anche documentato con degli screenshot, ma dagli organi di garanzia ci è stato risposto che andava tutto bene”.

All’ex coordinatore si rinfaccia una posizione “non in linea” sulla Città 30, anche se “Calenda, quando è venuto a Bologna, ha rilasciato una dichiarazione molto vaga, senza parlarne con la direzione cittadina. In pratica si è messo sullo stesso piano di Salvini”. Per Forlani, la scelta arrivata da Roma è puramente politica: “Azione è ormai un partito dove si premiano i fuoriusciti da altri partiti, qualunque partito sia, e non coloro che hanno un percorso alle spalle”. Fatto sta che, insieme a lui, dei venticinque membri della segreteria cittadina, in quindici hanno presentato le proprie dimissioni, alcuni già prima che arrivare la lettera dalla sede centrale, “peraltro non firmata da nessuno”. Le accuse sono quelle di mancanza di comunicazione e una vocazione prettamente personalistica del partito, che “ormai è composto da un account Instagram e uno Twitter” dice uno degli storici militanti di Azione a Bologna, Giacomo Graziosi. “Il progetto non attrae persone nuove che vengono fuori dalla politica: non c’è un medico, un pensionato, un impiegato, ma è un raduno di mercenari ex Ulivo, ex Forza Italia e politici di professione che cambiano solo la spilla da mettere sulla giacca. Guardate Lombardo: era un binario morto, ora è diventato senatore”.

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