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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Inchiesta Consulta emiliani all'estero, Bertelli: 'Non alimentiamo polveroni'

Mentre il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale lamenta: 'Non si può fraintendere la nostra posizione'. Avanzano 'perplessità su istituto Santi'. MCL difende: 'Ogni progetto regolarmente rendicontato'

Continua l'inchiesta della Procura sul caso della Consulta emiliani-romagnoli all'estero, che indaga sui fondi distribuiti negli anni a favore di varie associazioni che potrebbero non aver goduto dei requisiti necessari per ottenerli. Il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Alfredo Bertelli tenta di arginare gli attacchi che piovono dalle politica locale: “Nessuno può fraintendere la nostra posizione. La Regione conferma la fiducia nella correttezza del lavoro dei propri uffici e rispetta le indagini avviate dalla Procura di Bologna. Indagini che seguiremo con gli strumenti a nostra disposizione, garantendo come sempre la massima collaborazione".
“Non intendiamo - chiosa Bertelli - perciò alimentare polveroni sollevati strumentalmente, tantomeno partecipare a processi condotti fuori dai luoghi deputati e in assenza di notizie ufficiali”.

Alle dichiarazioni del sottosegretario seguono una valanga di interrogativi. “Si, ma quindi, in sostanza: i suoi tecnici hanno la fiducia della giunta o no? I progetti e il relativo stanziamento di fondi, la giunta, li ha approvati leggendoli o no? E soprattutto, il progetto di legge che ci aveva promesso e a causa del quale Bertelli ha stoppato i lavori delle commissioni, arriva o no? La vedo un po’ in difficoltà a rispondere nel merito, sottosegretario?". Così incalza Andrea Defranceschi, Capogruppo Movimento 5 stelle Regione Emilia-Romagna, che ora attende Bertelli "in commissione assieme al nucleo valutativo per spiegarci come sia possibile che la giunta abbia approvato progetti a causa dei quali la stessa si dichiara parte lesa.”

Torna all'attacco anche il consigliere regionale indipendente Giovanni Favia, secondo cui già nel 2011 la giunta avrebbe evidenziato criticità sull'attività dell'istituto italiano Santi: "venne escluso dalla nomina dei consultori ma i suoi progetti continuarono a ricevere l'ok dalla Regione. Dal 2006 al 2013 ha ottenuto più di 120mila euro per varie attività".
"Sostenere che la Regione sia parte lesa sulla vicenda della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo è quantomeno bizzarro - rincara Favia -  Vorrei ricordare al sottosegretario Bertelli che già nel 2011, rispondendo a una mia interrogazione, la giunta ammise di aver scartato la nomina di un consultore appartenente all'Istituto italiano Fernando Santi perché riteneva quest'ultima non avere requisiti sufficienti. E nonostante ciò ha continuato nel tempo a finanziare i loro progetti senza batter ciglio".
"Come scritto nero - spiega ancora Favia - su bianco nel decreto numero 37 del 2011 la giunta decise di non nominare un esponente dell'Istituto italiano Fernando Santi  sede Emilia-Romagna tra i sei membri della Consulta riservati alle associazioni del terri torio perché, cito testualmente, 'l'associazione esprimeva un minore radicamento territoriale in Emilia-Romagna, minore sintonia con le istituzioni locali e regionali, una meno intensa reti di rapporti con le associazioni degli emiliano-romagnoli all’estero rispetto ad altre associazioni' - specifica Favia -. Nonostante ciò la Regione ha continuato a finanziare i suoi progetti. Basti pensare che dal 2006 al 2013 solo questo istituto ha potuto godere della bellezza di 128mila euro di contributi pubblici, sia per la sua attività legata alla Consulta che per altri ambiti. Ebbene, chi doveva controllare se non la Regione che tutto fosse in regola?".

Nel merito del dibattito si inserisce anche il Movimento Cristiano Lavoratori Emilia Romagna, che in qualità di associazione di promozione sociale, dal 2008 al 2013 ha presentato domanda di contributo per “Interventi in favore degli emiliano-romagnoli e funzionamento della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo”.

I progetti approvati, tutti co-finanziati dalla Consulta degli emiliano-romagnoli - Regione Emilia Romagna, sono stati indirizzati all’integrazione, la promozione socio – culturale, professionale ed economica di giovani e di professionisti di origine emiliano-romagnola. Così specifica MCL, sottolineando: "Ogni progetto è stato regolarmente rendicontato sia dal punto di vista economico che da quello relazionale, secondo la modulistica prevista, ed in particolare, nelle relazioni finali sono stati indicati gli obiettivi raggiunti e le modalità. Ove previsto, inoltre, sono stati allegati e/o consegnati i materiali prodotti. E’ altresì accaduto che la Regione Emilia Romagna sottoponesse i progetti a controlli dai quali è emersa l’assoluta correttezza del nostro operato".

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