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Ictus, svolta al Maggiore: "Così guadagnamo tempo e possono ridursi conseguenze invalidanti" | VIDEO

Il quinto angiografo biplano d'Europa è all'ospedale bolognese. Al taglio del nastro anche Bonaccini: "La nostra sanità non va solo mantenuta, ma anche migliorata: servono investimenti"

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Il tempo è un fattore determinante per curare i pazienti colpiti da ictus e da oggi l'Ospedale Maggiore di Bologna potrà intervenire più tempestivamente grazie a una nuova tecnologia che consente, sia dal punto di vista organizzativo che diagnostico, di trattare i pazienti con più gravi direttamente sul tavolo angiografico, saltando il passaggio in Pronto Soccorso e in Tac. Il tempo medio guadagnato è di 40 minuti per l’intervento endovascolare di riperfusione: "La cosa davvero nuova di questa macchina (l'angiografo biplano) è il fatto che contemporaneamente, oltre a effettuare l'angiografia e quindi guidarci negli interventi, permette di fare anche lo studio tac - spiega Luigi Simonetti, direttore della UO di Neuroradiologia - il paziente viene così preso in carico nella modalità chiamata 'One Stop' proprio perchè non ci sono altri passaggi". Sono circa 1.500 i casi di ictus che passano al Maggiore ogni anno, così come spiega il direttore generale dell'azienda Ausl di Bologna Paolo Bordon: "Ci eravamo dati l'obiettivo di dare spazi adeguati ai nostri professionisti in modo che potessero dare cure sempre migliori e altamente tecnologiche ai pazienti. In 10 mesi di lavoro e un importante investimento abbiamo completato la ristrutturazione di un intero reparto, creato 14 posti di degenza e 8 box per il trattamento stroke". 

Per una patologia come l’ictus per cui “time is brain” (il fattore temporale è determinante per le conseguenze sulla vita dei pazienti) questo comporta una migliore prognosi e meno esiti invalidanti: da un’analisi dell’esperienza degli altri 4 centri europei (Bologna dunque è il quinto) emerge che questo angiografo biplano permette di guadagnare mediamente quaranta minuti per l’intervento endovascolare di riperfusione. La nuova area dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche presso il 7° piano Corpo D dell'Ospedale Maggiore di Bologna, dove nei prossimi giorni si trasferiranno, da un lato, la degenza della Neurologia e Stroke Unit (UO Neurologia e Rete Stroke Metropolitana, diretta da Andrea Zini - nel VIDEO con l'assessore Raffaele Donini e Paolo Bordon), dall’altro le attività della Neurointerventistica (UO di Neuroradiologia diretta da Luigi Simonetti).

Al taglio del nastro della stroke unit, su al settimo piano dell'Ospedale Maggiore, anche il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che ha chiamato in causa il ministro Orazio Schillaci per chiedere un confronto pubblico sulla sanità: "Parlare con lui è impossibile, ci provo da tempo senza riuscirci. Mi piacerebbe fare un bel dibattito pubblico al quale però deve arrivare preparato, perchè io lo sono. Non è sufficiente affermare che la quantità delle risorse nel fondo nazionale è aumentato perché il problema vero è il rapporto col Pil. In Emilia-Romagna abbiamo chiesto otto miliardi in due anni, ma il Governo ce ne ha dati solo tre. E' vero che siamo fra le regioni più virtuose, ma la sanità non deve essere solo mantenuta a un buon livello, deve essere anche migliorata sempre di più". 

Cosa ospitano i 1.480 metri quadri completamente ristrutturati: 

Un’area di degenza che comprende la nuova Stroke Unit con 8 box dotati di monitor, letti elettrici articolati, sollevatori a soffitto per la mobilizzazione dei pazienti; un open space dedicato ad infermieri, medici, oss, fisioterapisti e logopedisti, dotato di una centralina di monitoraggio e videocamere. Quest’area, completamente rinnovata nel rispetto delle linee di indirizzo regionali, contempla anche un sistema audio di filodiffusione, regolabile da ogni singolo box, utile allo sviluppo di progetti di musicoterapia nonché per la gestione del delirium nei pazienti più anziani. Accanto alla nuova Stroke Unit c’è inoltre un’area di degenza neurologica, dedicata al continuum del percorso del paziente Stroke o a pazienti con altre patologie neurologiche acute. Quest’area comprende 7 stanze da 2 letti per un totale di 14 posti letto, di cui 7 dotati di telemetria per monitoraggio multiparametrico e tutti dotati di apposito sistema di videocamere, affinché i pazienti con ictus e/o con altre urgenze neurologiche possano essere costantemente monitorati dalla guardiola degli infermieri.

Dott. Simonetti-2

Un investimento di oltre 4 milioni di euro di finanziamento

L’innovazione tecnologica, organizzativa e clinica propria della nuova Stroke Unit e della nuova Neuroradiologia interventistica al 7° piano dell’Ospedale Maggiore sono il frutto di un importante investimento economico di oltre 4 milioni di euro. Una nuova area neuroradiologica, contigua alla degenza neurologica, in cui si trovano la sala dedicata alla preparazione dei pazienti, la sala referti, ed in particolare la sala neuro-interventistica. In questa sede è stato installato un angiografo biplano, tecnologia di ultimissima generazione: primo in Italia e uno dei 5 installati in centri Stroke europei all’avanguardia. L’apparecchio, dotato di un doppio arco angiografico (da cui deriva il termine “biplano”), non solo consente l’attività in Neuroradiologia interventistica, ma permette anche di eseguire, direttamente sul tavolo angiografico, lo studio diagnostico con TC, angioTC dei vasi del collo e intracranici e TC perfusione, e consente anche l’invio delle immagini ad un software automatizzato di intelligenza artificiale sviluppato dall’Università di Stanford in grado di differenziare tra l’area del cervello danneggiata (core ischemico) e quella ancora salvabile (penombra ischemica) Grazie alle innovative capacità di acquisizione e processazione delle immagini, l’angiografo biplano permette di ricostruire immagini tridimensionali dei vasi, mostrare la sede e la tipologia dell’occlusione con maggior precisione ed evidenziare quali sono le aree non irrorate correttamente. Tali potenzialità consentono procedure diagnostiche e terapeutiche avanzate in un campo delicato quale quello della cura dell’ictus e degli aneurismi, permettendo ad esempio una migliore discriminazione fra ictus ischemico ed emorragico. L’innovativo sistema tecnologico è peraltro in grado di generare un'immagine perfusionale che consente al clinico di svolgere una valutazione completa, fornendo così tutti gli elementi indispensabili alla definizione del percorso terapeutico più appropriato per ciascun paziente.

L’introduzione di questa nuova tecnologia permetterà, sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista diagnostico, di trattare più tempestivamente i pazienti con ictus più gravi (candidati ad un trattamento endovascolare di trombectomia) direttamente sul tavolo angiografico, saltando il passaggio in Pronto Soccorso e in TC. Per una patologia come l’ictus per cui “time is brain” questo comporta una migliore prognosi e meno esiti invalidanti per il paziente. Da un’analisi dell’esperienza degli altri 4 centri europei che dispongono del medesimo angiografo biplano questa modalità di presa in carico del paziente, definita “One Stop”, permette di guadagnare mediamente 40 minuti per l’intervento endovascolare di riperfusione.

La scelta dell’Ospedale Maggiore di aver posizionato sul medesimo piano, in aree contigue, la Stroke Unit e la Neuroradiologia dotata dell’angiografo biplano rappresenta una strategia innovativa che getta le basi per un nuovo modo strutturale e organizzativo di presa in carico e di cura del paziente con ictus.

Il trasferimento delle due Unità operative dell’IRCCS Istituto Scienze Neurologiche (Neurologia-Stroke e Neuroradiologia) al 7° piano dell’Ospedale Maggiore consentirà dunque di concentrare in quest’ultimo presidio ospedaliero, già centro di riferimento del percorso stroke in ambito metropolitano, le più innovative tecnologie e tutte le competenze specialistiche per garantire nel minor tempo possibile il trattamento terapeutico più appropriato a ciascun paziente colpito da ictus. Nei prossimi mesi, seguirà poi un ulteriore trasferimento: la UO Medicina Riabilitativa traslocherà come degenza ordinaria (12 letti) per vicinanza e continuità di percorso presso l’ala corta del 7° piano. Così i circa 1500 pazienti che ogni anno sono colpiti da ictus in ambito metropolitano potranno contare su un miglior comfort alberghiero e su tecnologie di ultimissima generazione, nonché su una strategia di presa in carico capace di fare scuola a livello nazionale.

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