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Cronaca

Il tentativo disperato di fuga. Seguendo questa pista si è ritrovata la settima vittima alla centrale

Quarto giorno dal disastro alla centrale elettrica di Bargi, sul lago di Suviana. Recuperato senza vita l'ultimo operaio disperso

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 "Secondo quanto possiamo apprendere dai punti dove sono state trovate le prime vittime e i feriti, l'incidente non sarebbe stato istantaneo (cosa che trova conferma anche nella ipotesi sull'accaduto tracciata da BolognaToday dietro consulto tecnico, ndr), tanto è che ci sono stati dei tentativi di fuga. A qualcuno sono riusciti per, loro grandissima fortuna, altri purtroppo non ce l'hanno fatta". Così i vigili del fuoco, sul proseguo delle ricerche alla centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suvianana, teatro del drammatico incidente che conta - stando all'ultimo aggiornamento di matà mattina- sette morti e cinque feriti. 

Le ricerche sono state assai complesse. I soccorritori si sono dovuti destreggiare tra calcinacci ancora pericolanti, ferri di armatura, materiali pesanti frantumati dall'esplosione. Ma anche olii lubrificanti sversati nell'acqua che limitano di molto la visibilità.  

Da aggiornamento della Prefettura di Bologna, poco dopo le ore 10 di stamane, un altro corpo senza vita è stato estratto dalla pancia della centrale. Ancora non è stato identificato, ma tutto lascerebbe pensare che si tratti proprio di Vincenzo Garzillo. E' lui infatti l'ultimo a mancare ancora all'appello. 

Le perlustrazioni si sono oggi concentrate al piano - nove sotto il livello dell'acqua. La strada approcciata è stata quella di ripercorrere le possibili vie di fuga  all’interno del sito - attraverso le testimonianze dei lavoratori - oltre alle postazioni lavorative di ciascuno.  

Intanto per far luce sul devastante incidente, sulle cui cause si sono approcciate varie ipotesi, la Procura ha aperto un fascicolo - per ora a carico di ignoti - per omicidio e disastro colposo. 

Il racconto di chi è riuscito a scappare dalla pancia della centrale

Chi è riuscito a scamparla, come il 25enne Nicholas Bernardini, ha trovato la via di fuga risalendo nei piani alti. “Mio figlio è riuscito a risalire dopo il botto, è corso fuori insieme ai suoi colleghi coprendosi il viso con una maglia. È così che non ha riportato danni ai polmoni”. Così spiega il papà del lavoratore, tra le cinque persone rimaste ferite nello scoppio ed è il primo tra questi ad essere stato dimesso dall’ospedale dove era sotto osservazione, il Bufalini di Cesena.

“Non ha visto nulla, ha solo sentito il botto” continua Vittorino Bernardini, intervistato dal Corriere della Sera. Ora Nicholas, dipendente Enel e residente a Gaggio Montano, è sotto shock: “Non vuole parlare di quello che è successo nemmeno con noi. Lasciamo che sia lui a parlarcene, quando se la sentirà. Quando sono arrivato lo stavano medicando. Non ci siamo detti nulla, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto. Ecco tutto quello che abbiamo fatto”. 

 

Le immagini dell'incendio nella centrale elettrica di Bargi sul lago di Suviana

I tre corpi recuperati ieri

Nella  mattinata di ieri - concentrando le ricerche sul piano -nove, che è dove si ipotizza possa trovarsi anche l'ultimo disperso - stati recuperati i corpi del 57enne Adriano Scandellari e del 59enne Paolo Casiraghi In serata è arrivata la conferma anche del recupero senza vita di Alessandro D'Andrea, 36 anni.

I parenti dei dispersi e delle vittime vivono ore di profonda angoscia e strazio. A loro è dedicata un'area riservata, ricavata dentro il cortile davanti alla centrale idroelettrica. Uno spazio in cui poter aspettare notizie, seguiti e affiancati da un team di psicologi messi a disposizione dalla Protezione civile e dalla Regione Emilia-Romagna.

Chi sono le altre vittime

Tra martedì e mercoledì sono stati rinvenuti altri tre corpi senza vita. Quelli di Petronel Pavel Tanase, che aveva 46 anni ed era residente a Settimo Torinese. Di origine rumena, era papà di due gemelli; Mario Pisani, il più anziano, aveva 74 anni, era residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto) anche se da qualche anno viveva al Nord. Era ex dipendente Enel, ora titolare della Engineering automation srl, la ditta per cui lavoravano anche le altre due vittime. Infine Vincenzo Franchina, aveva 36 anni e arrivava da Sinagra, nel Messinese. Si era sposato un anno fa ed era da poco diventato papà. Viveva a Genova. 

(ultimo aggiornamento ore 10.30)

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