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Anna Matino

Direttore Responsabile

Il viaggio comune. L'ascolto. E l''impresa eccezionale' della normalità

Il cammino sinodale è iniziato. E' la fase dell'ascolto. Da qui la Chiesa (ri)parte per scrivere le pagine del proprio futuro. E così il Cardinale Zuppi è sceso dal pulpito, si è seduto tra i giornalisti. E' tempo di riflessioni, per tutti

La Chiesa è in viaggio. In 'uscita' verso l'intera comunità. Alla ricerca di risposte. Ponendosi domande con il fine ultimo di ridisegnare il proprio futuro dinnanzi alle sfide e ai cambiamenti epocali con i quali bisgna far di conto.

Nella Chiesa, come nella società, siamo tutti compagni dello stesso viaggio. Con qualcuno si cammina nella stessa direzione. Fianco a fianco. Con qualcunaltro si naviga sì lo stesso mare, ma attraverso rotte diverse. Tragitti che possono tuttavia incrociarsi. Bisognerà fare attenzione a non scontrarsi. Osservando. Ascoltando. Confrontandoci.

E' un po' quanto mira a fare il sinodo. Il viaggiare insieme che la Chiesa si propone nel tentativo di tracciare traiettorie condivise. Che raggiungano ogni navigatore. 

E' anche quanto ha voluto fare oggi il Cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, incontrando il mondo dell'informazione locale. Scendendo dal pulpito. Sedendosi tra i giornalisti. Mettendosi in ascolto. Chiedendo proprio a chi racconta la realtà quotidiana quali imput derivino da questa.  

Come la Chiesa nel suo viaggio sinodale si interroga e si pone in ascolto per migliorarsi, è indubbio che anche il mondo dell'informazione debba sapersi mettere in discussione. Soprattutto in tempi come questi. Dinnanzi a una realtà così complessa da raccontare. Sconosciuta. Frastagliata. 

E' arrivato il momento anche per noi di fare un passo indietro. Come ha fatto in un certo senso Zuppi. Sedendosi tra i giornalisti e ascoltandoli, ponendo delle domande invece che dando delle risposte.  

Noi cosa possiamo fare per viaggiare insieme, nella stessa direzione del lettore, che è soggetto e destinatario finale della realtà che raccontiamo?

Anche per noi, come per la Chiesa, probabilmente la chiave di volta risiede nell'ascolto. Quello più profondo. Paure, bisogni, esigenze, interrogativi della comunità che descriviamo. Sintonizzare cuore e cervello.

E perchè no anche fare un passo indietro. Andare oltre le storie eccezionali. Accorciare le distanze. Ripartire dalle piccole cose, rivalutarle. Raccontare l'"impresa" di una certa quotidianità. I piccoli/grandi gesti, le piccole/grandi testimonianze. Storie che ogni giorno, a ben guardare e ascoltare, ci restituiscono le nostre realtà locali. Normali ed eccezionali insieme. Ne siamo intrisi. Troppo spesso non ce ne accorgiamo. Presi a raccontare il 'brutto' o rincorrere lo straordinario. Che poi in effetti - come cantava Dalla, che proprio ieri abbiamo ricordato a dieci anni dalla sua scomparsa, "l′impresa eccezionale ... è essere normale". 

(Foto: Il Cardinale Zuppi durante l'incontro odierno con direttori e responsabili di testate locali)

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