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I ravioli migranti di una giovane cuoca cinese stanno conquistando Bologna

Lingfen Hu e Erik Zanotti hanno mollato tutto per aprire Ling's Ravioleria Migrante a Bologna. Un piccolo localino dove fanno una cucina d’ispirazione cinese ricca di contaminazioni e con una grande ricerca di materie prime locali

Conosciuta anche col nomignolo de La Grassa, Bologna ha una cucina ricca e non proprio leggera, fatta di pasta fresca, salumi – primo tra tutti la mortadella – e l’amatissimo ragù. I bolognesi sono buone forchette e per loro il mangiare è una priorità assoluta, che va anche oltre la tradizione. È così che in città arrivano insegne più contemporanee come il nuovo ristorante di Lorenzo Costa, e dedicate a cucine di altri paesi. Adesso, dopo il boom di Ciao Kebab, i locali impazziscono per Ling’s Ravioleria Migrante, il piccolo locale di ravioli e piatti fusion aperto da Lingfen Hu e il compagno Erik Zanotti.

Lingfen Hu ed Erik Zanotti dentro il locale Ravioleria Migrante

Lingfen Hu, dal commerciale alla cucina per passione

“Ravioleria Migrante nasce dalla mia passione per la cucina. Avevo sentito dire che se lavori per passione, non lavorerai un singolo giorno della tua vita, e ho deciso di metterlo in pratica”, esordisce Lingfen. Un progetto a cui pensava da molto tempo, in cui la spinta finale è stata il Covid: “all’epoca lavoravo come commerciale estero in smart working con tutte le frustrazioni di un lavoro ben pagato che però non mi dava la voglia di alzarmi la mattina”. Così ha mollato tutto ed è tornata a Bologna, la città dove è arrivata a 4 anni e dove i suoi avevano una classica rosticceria cinese. “Sono crescita qui, poi dopo la scuola sono andata a vivere fuori per 10 anni, ma Bologna l’ho sempre sentita casa mia”.

Frequenta la scuola di cucina Food Genius Academy, e dopo un beve stage presso il ristorante tipico Vicolo Colombina, decide di aprire un posto tutto suo. Nel 2021 ristruttura un localino in via Leandro Alberti, fuori dai circuiti turisti della città e dà vita al suo progetto insieme al compagno, che gestisce la piccola sala di circa 20 coperti con cucina a vista e altri 3 o 4 tavolini all’esterno durante la bella stagione.

La preparazione dei ravioli

Ling’s Ravioleria Migrante a Bologna, il fusion che ci piace

Il nome ne riassume la proposta gastronomica, nonché la filosofia: ravioleria perché il pilastro della cucina sono i ravioli fatti con tecnica cinese, migrante nel senso di fusion, che prende ispirazione dalle cucine del mondo ed è ricca di contaminazioni. “Con il termine migrante voglio esprimere la mia idea di trarre il meglio dalla cucina del posto dove mi trovo, del mio paese di nascita e di quella dei posti che ho visitato”.

I ravioli Sardegna nel cuore

Per esempio i Sardegna nel cuore – è lì che si è trasferita la sua famiglia - sono dei ravioli ispirati ai culurgiones sardi con ripieno di patate, formaggio e menta, ma più delicati e soprattutto cotti in padella a mo’ di gyoza. Oltre ai ravioli, “l’idea era quella di proporre piatti rivisitati e un po’ sperimentali, dove avrei potuto mostrare di più il mio estro”, racconta Lingfen.

Lingfen Hu nel suo locale

Cosa si mangia e quanto si spende da Ling’s Ravioleria Migrante

Il menu di Ling’s è diviso in due parti, nella prima i ravioli (dai 6.90 a 8€ per 4/5 pezzi; dai 10 ai 12€ per 6/8 pezzi) “d’ispirazione cinese con il meglio della materia prima locale, rielaborati in chiave migrante e cotti a mo’ di gyoza” per cui è consigliata la condivisione. Dal Classico dei classici con carne di mora romagnola di Macelleria Zivieri, cavolo, cipollotto e zenzero, all’Adriatico con gamberi dell'Adriatico di Pescheria Tinarelli, cavolo, cipollotto, zenzero e zest di limone, passando per Cinghiale & Shitake. Tutti i ravioli sono serviti con salsa di soia, aceto dell’Acetaia Giusti di Modena, zenzero e cipollotto.

Poi ci sono i Piatti migranti (dai 13 ai 16.50€), “piatti tra l'Oriente e l'Occidente” che cambiano spesso seguendo la stagionalità e in cui si parte dalla selezione di ingredienti di prima scelta. “Mi piace l’idea di lavorare in maniera diretta con piccole realtà e renderlo noto ai clienti, che a loro volta iniziano a conoscere tutto l’artigianato che c’è dietro. Se un piatto è buono non è soltanto per la tecnica, ma anche perché è stata utilizzata una buona materia prima”, spiega Lingfen.

Un piatto del menu di Ling's

In questa sezione del menu solitamente ci sono 3 piatti vegetariani o vegani e il resto a base di proteine animali. In autunno: Zucca & Scamorza, con salsa stile thai nam prik pao, scamorza di Lama Grande, verdurine e riso, e il Nocciole Curry Rice, cioè “curry fatto da noi con taaante verdure, spezie profumate, latte di cocco bio, servito con nocciole delle Langhe, chili oil homemade, riso e verdure”, come recita la carta. A questi si aggiungono due dolci (6€) che cambiano spesso, adesso c’è Panna cotta al bergamotto con panna di Le Mucche di Guglielmo al bergamotto, caramello salato e crumble di sesamo.

Gli interni di Ling's Ravioleria Migrante

Cosa si beve da Ling’s Ravioleria Migrante

Da accompagnare ai piatti birre artigianali e vini di piccoli vignaioli (molto spesso naturali). C’è anche una selezione di tè caldi curata da Lingfen Hu, che è anche sommelier del tè. Ravioleria Migrante è appena entrato nella Guida Michelin e la proprietaria non potrebbe essere più felice, soprattutto della risposta del pubblico bolognese: “apprezzano molto non soltanto i ravioli in sé, ma tutto il progetto di proporre una cucina diversa, fusion, migrante utilizzando una materia prima locale. È la dimostrazione di come Bologna, pur essendo molto piccola, in questo sia molto internazionale”. E, nonostante lo scetticismo iniziale della sua famiglia - perché sapevano bene quanto fosse duro questo lavoro - Ling non ha mollato e oggi può orgogliosamente affermare: “per me aprire questo posto è stata la scelta migliore di sempre”.

Ling's Ravioleria Migrante
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