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Cronaca

Bologna ricorda Marco Biagi: "Un cavaliere a difesa dei più deboli"

A Palazzo D'Accursio un incontro per ricordare l'intellettuale bolognese nel ventennale della sua morte

È iniziata alle 17.45 la conferenza stampa in ricordo di Marco Biagi, il giuslavorista bolognese morto il 19 marzo del 2002. Nella cornice della Sala Anziani di Palazzo d’Accursio sono state tante le personalità che hanno voluto omaggiare il compianto accademico: un innovatore e un anticipatore, come sottolineato più volte durante l’incontro, sempre a difesa dei lavoratori. Presenti all'evento anche il figlio Lorenzo Biagi e la moglie Marina Orlandi.

Marco Biagi, il ricordo del cardinale Zuppi

“Ideologizzazione ed estremizzazione non hanno mai facilitato la soluzione dei problemi. In momenti come questo in cui dobbiamo aiutarci – ha detto il cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi in un videomessaggio – serve attenzione nell’evitare le polarizzazioni. È una scelta che dobbiamo sempre prendere e la memoria di Marco Biagi ci accompagna in questo. Biagi prendeva decisioni nel mondo del lavoro per aiutare i ragazzi e parlava di diritti che erano tali nella pratica, e non solo in teoria. La sua lezione ha molto da dire: non un libro di sogni, ma una pratica che traduca i sogni in realtà, combattendo la precarietà e il lavoro nero. La difesa dei diritti ha bisogno di realismo, affrontando il precariato e fornendo risposte sicure. Le leggi devono servire alle persone, e non le persone alle leggi, e Biagi era cavaliere che si batteva per i più deboli”.

Il sindaco Lepore sul solco tracciato da Biagi

Sentito anche il ricordo del sindaco Matteo Lepore: “Noi tutti dobbiamo provare a raccogliere il suo testimone e difendere le categorie più deboli. Pragmatismo riformista? Si, ma serve un pensiero che si faccia portatore di valori sani. Attorno a Biagi ho visto un patrimonio politico che ha superato questi venti anni, e lo ha fatto perché si è seminato bene. Il suo testimone è un testimone che noi mettiamo in campo, e le sue sfide sono sfide che raccogliamo. Bologna può essere una città che fa cose buone, come ad esempio la carta per i lavoratori digitali. In questi giorni abbiamo sottoscritto una carta per la logistica etica, che è un mercato in difficoltà ma che necessita di essere rivalutato. Anche durante il Covid, quanti lavori abbiamo scoperto? Ora la pandemia speriamo che ci saluti, ma tutte le ferite sociali aperte in questi anni sarebbe bene fossero curate con delle leggi e delle riforme buone. Bologna – conclude il primo cittadino – in questo ci sarà sempre con il suo contributo e con il suo impegno”. Il sindaco ha poi ricordato i vari eventi legati alla commemorazione di Marco Biagi, tra cui la biciclettata di domani sabato 19 marzo, giorno in cui l’intellettuale bolognese fu ucciso dalle Nuove BR davanti alla sua abitazione in via Valdonica 14. 

Biagi, il ricordo degli amici Prodi e Cazzola

Tra i presenti anche Giuliano Cazzola, politico e amico di lunga data di Marco Biagi: “Io ero molto amico di Marco, ci conoscevamo dal 1974. Io mi sono sempre preoccupato di ricordare il suo assassinio, ma in questi giorni alcuni mi chiedono se il pensiero di Marco Biagi sia ancora attuale, e anche io me lo chiedo. Il sindaco ha ragione quando dice che il lavoro è cambiato tantissimo. ‘Il libro bianco’ di Biagi, scritto nel 2001, fu un libro molto osteggiato. Marco patì molto l’isolamento che ne derivò, specialmente in seguito alle sue idee che vedevano un mercato del lavoro che non rispecchiava più la vecchia idea di lavoro a tempo indeterminato. Oggi Marco divide ancora, ma io credo che le sue idee siano ancora molto attuali. Che lui abbia inventato la precarietà è falso: Marco Biagi credeva nella flessibilità del lavoro, tenendo il più possibile il lavoratore attaccato all’azienda”.

Un elogio della persona, oltre che dello studioso Marco Biagi, è fornito da Bruno Tabacci, rappresentante del Governo in questo incontro: “In questo ventennale bisogna ricordare come Biagi fosse un riformatore sociale, un grande europeista, aveva una solida cultura cristiana incentrata sulla difesa della persona ed era un intellettuale della politica serio e rigoroso. Marco Biagi è stato un anticipatore e le sue idee sono attuali ancora oggi”. Gli fa eco Romano Prodi, anche lui amico e collega di Biagi: “Il mondo sta dando ragione a Marco Biagi, il cui ricordo diventa sempre più attuale. Lui aveva capito in che direzione il mondo, non sol il mondo del lavoro, stesse andando. Biagi era uno studioso non prettamente accademico e assolutamente fuori dagli schemi, ma con un rigoroso impegno civico e politico. In particolare, era attento al cambiamento del mondo e delle tecnologie, mettendo sempre al centro il lavoro e la condizione dei lavoratori”. Infine, Prodi conclude con un affettuoso ricordo, volto a sottolineare la vocazione assolutamente europeista di Biagi: “In una delle ultime volte che ci siamo incontrati eravamo vestiti uguali: indossavamo entrambi la felpa blu con le stelle dell’Unione Europea. Quel giorno ridemmo e ci prendemmo in giro per questo, e mi piace ricordarlo così”. 

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