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Cronaca

Coronavirus, Crisanti: "Network testing meglio del contact tracing"

Il microbiologo Andrea Crisanti ospite del Festival della Scienza Medica, quest'anno in live streaming fino al 18 ottobre, ha parlato del modello Vo' Euganeo

Per il contenimento dei contagi c'è un'alternativa al contact tracing: il network testing. Come dimostra l'esperimento Vo' Euganeo, comune di poco più di 3.500 abitanti in provincia di Padova, epicentro dell’epidemia in Italia.

A dirlo è Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all’Università di Padova, intervenuto oggi alla terza giornata del Festival della Scienza Medica di Bologna, online fino al 17 ottobre e dedicato al tema 'Lezioni di medicina. Covid-19'.

Ma cosa significa? "Il contact tracing – ha spiegato Crisanti – è senza dubbio uno strumento di gestione della pandemia, ma presenta alcuni limiti: risorse enormi da mettere in campo e soprattutto scarsa affidabilità della memoria dei singoli nel ricostruire i propri contatti risalendo ai cinque giorni precedenti la scoperta della positività, tempo di incubazione e successiva manifestazione degli eventuali sintomi. Sfuggono alle maglie di controllo diversi ambienti di interazione e questo lo rende a volte meno efficace nell’identificazione tempestiva dei casi, con il conseguente isolamento per circoscrivere i focolai. L’alternativa più efficace è il network testing". 

Ovvero il test a tappeto a famiglia, amici, compagni di scuola, colleghi di lavoro. Bloccando così i potenziali positivi prima che contagino altre persone, come successo a Vo'.

"Se oggi l’Italia ha una situazione di crescita di contagi nettamente inferiore a quella dei nostri vicini di Francia, Svizzera, Spagna, lo si deve anche ai dati che abbiamo acquisito in termini di dinamica di trasmissione del virus e misure di controllo con la strategia messa a punto a Vo'", ha detto il professore.

L’esistenza di una comunità ristretta come quella di Vo', con una rete di interazioni identificabili e limitate, ha permesso di sviluppare il cosiddetto network testing, considerato da Crisanti alternativa più efficace al contact tracing. "Ci sono diversi livelli di interazione delle persone: l’ambiente familiare, quello lavorativo o scolastico. Invece di basarci sul ricordo della singola persona – ha spiegato Crisanti – per ricostruire ex post i possibili contatti, il network testing decide di testare a tappeto tutti gli appartenenti a questi spazi di interazione: famiglia, amici, compagni di scuola, colleghi di lavoro".

"In questo modo si possono isolare tempestivamente anche gli asintomatici, che abbiamo scoperto avere una carica virale assimilabile a quella del soggetto malato, isolarli e spegnere sul nascere la possibile trasmissione ulteriore". Un po’ come usare la rete a strascico al posto della canna da pesca: un’identificazione precoce dei casi che ha consentito di ridurre l’R0 del 98%.
 
"Abbiamo testato circa l’86% della popolazione (escludendo solo i non domiciliati) e la prima rilevazione ha portato a 88 persone positive, circa il 3%. Sono stati chiusi i confini municipali e sono stati isolati i positivi e i loro familiari, senza però impedire alle altre persone di circolare liberamente all’interno del territorio comunale. Il risultato? Al secondo campionamento i positivi erano 28”. Così, mentre il 2 marzo Vo’ Euganeo contava 88 casi di positività sui 273 individuati in Veneto, al 30 maggio i casi nel piccolo comune erano invariati, mentre la Regione ne contava circa 20mila.
 
Un risultato che è analogo a quello ottenuto nella Corea del Sud, con altri strumenti di controllo – tracciamenti a mezzo cellulari e carte di credito – che sono però incompatibili con le nostre normative sulla privacy.

"L’implementazione del network testing, la somministrazione di tamponi su larga scala, ma soprattutto la corretta e tempestiva somministrazione dei test è l’arma ad oggi più efficace che abbiamo per proseguire su una strada che sta portando qui da noi ad ottimi risultati", conclude Crisanti, che nella sua Università sta sperimentando il test sublinguale, efficace primo step per capire se una comunità è a rischio e intervenire tempestivamente con il tampone per spegnere i focolai ed evitare la temuta seconda ondata.

Festival della Scienza Medica - Lezioni di medicina, Covid-19

La sesta edizione del Festival della Scienza Medica è tutta in live streaming, dal 2 al 17 ottobre. Con cadenza settimanale, convegni, incontri e lezioni magistrali online per affrontare sotto diversi punti di vista, da quello più strettamente medico-scientifico a quello delle ricadute sociali ed economiche, i temi critici della pandemia da Covid-19 e trarne elementi utili a meglio comprendere, nell’attuale evoluzione, i rapporti tra Scienza Medica e Società.

Per partecipare basta registrarsi sul sito del festival, oltre agli eventi in diretta, è possibile anche vedere - dopo 24 ore - tutti i video in archivio. Qui il programma completo.

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