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Cronaca Porretta Terme

Demm di Porretta appesa (di nuovo) a un filo, reparto "strategico" chiuso e proteste

L'annuncio della chiusura della sezione delle lavorazioni termiche vista come un segnale preliminare alla chiusura dai sindacati, che si preparano a una vertenza

Non c'è pace per la Demm di Porretta. A poco meno di 18 mesi dall'accordo con la holding tedesca Certina per il rilancio dell'azienda metalmeccanica dell'Appennino, nuove nubi si addensano sul destino della fabbrica e di 174 posti di lavoro.

Nei giorni scorsi il campanello di allarme era suonato tra i lavoratori, all'annuncio da parte della dirigenza che un reparto molto importante come quello dei trattamenti termici sarebbe stato chiuso. Tuttavia in azienda che qualcosa non andasse per il verso giusto era nell'aria. La chiusura del reparto termico è stata solo l'ultimo di una serie di segnali.

"Abbiamo assistito ad un preoccupante calo di fatturato e quindi ad un conseguente aumento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria, gestita però senza un minimo di rotazione logica e umana, a una riorganizzazione interna, alla cessione di macchine ritenute dalla direzione aziendale non più competitive".

Demm in crisi, chiude reparto strategico

Fino alla decisione, comunicata negli ultimi giorni di chiudere il reparto dei trattamenti termici, "una scelta fortemente voluta dal Direttore di stabilimento e dal suo staff". Si tratta di un reparto, ricordano i sindacati, "ritenuto da tutte le precedenti proprietà, strategico e indispensabile". A tal proposito, "è bene ricordare che in questi 18 mesi la formazione è stata finanziata, così come previsto, dalla Regione Emilia-Romagna, al fine anche di mantenere in vita tutti i reparti aziendali: formazione utilizzata quindi anche dal reparto trattamenti termici".

Ricomincia così la consueta girandola di tavoli e incontri patrocinati dalle istituzioni, il prossimo dei quali previsto lunedì 10 febbraio in Regione. E se la vicesidaco di Alto Reno Elena Gaggioli chiede alla proprietà "di tornare indietro rispetto a queste scelte e di individuare un nuovo piano di rilancio" più scettica è la consigliera metropolitana Marta Evangelisti, che senza mezzi termini scandisce: "Più volte ho sottoposto agli enti competenti la mancanza di controllo e comunque una situazione gestita in maniera poco chiara, che non lasciava presagire nulla di buono, nonostante le rassicurazioni anche e soprattutto di chi sedeva ai tavoli preposti".

Crisi Demm, tavolo in regione

Intanto l'appuntamento prossimo è in Regione dove l'assessora (uscente, ndr) Palma Costi ha convocato d'urgenza un incontro con la holding tedesca Certina, il sindaco del Comune Alto Reno Terme, la Città Metropolitana e i rappresentanti regionali di Fiom-Cgil e Fim-Cisl e le rappresentanze aziendali dei lavoratori.

Nel frattempo arrivano le prime reazioni politiche. Per il M5S è Silvia Piccinini a parlare: "Non è accettabile che situazioni che si credevano superate si ripresentino ciclicamente perché c'è qualcuno che non rispetta i patti" osserva Piccinini, citando anche l'esempio del fallimento di Mercatone Uno e aggiungendo che servono "strumenti per la ricerca e l'attrazione di investitori seri, siano essi locali, espressione del nostro paese o provenienti dall'Europa o realtà diverse".

Per Anna Maria Bernini di Forza Italia "La chiusura 'temporanea' del reparto dei trattamenti termici è fonte di grandissima preoccupazione perché siamo davanti a promesse non mantenute e a un piano industriale mai davvero decollato". La senatrice aggiunge: "Restiamo vigili, pronti a fare la nostra parte anche a livello nazionale per tutelare i posti di lavoro che, in montagna piu' che altrove, sono fondamentali per garantire vita e sviluppo".

Intanto, la Fiom annuncia lo stato di agitazione permanente e attraverso il segretario Bulgarelli fa sapere che "se la situazione non dovesse trovare una soluzione"  si dovrà "rispondere estendendo la mobilitazione e proclamando iniziative di lotta a carattere generale", annuncia il segretario.

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