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Cronaca

Traffico di oppio grezzo dall'Iran: la Mobile di Bologna smantella organizzazione internazionale

Apparentemente tranquilli gestori di una copisteria in via Centotrecento, in realtà al vertice di un'organizzazione che 'importava' a Bologna oppio, passando per i balcani. Indagine partita nel 2012 dall'ufficio postale in via Emilia Levante, prima operazione in Italia

È stata la prima operazione in Italia che ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale internazionale, in grado di assicurare il supporto logistico per organizzare le spedizioni della sostanza stupefacente, nonché di una notevole quantità di capitali da investire nell’attività illecita.

L'ha portata a termine la Squadra Mobile di Bologna, che ieri mattina ha dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque cittadini stranieri e un italiano, indagati per traffico internazionale di ingenti quantitativi di oppio grezzo dall’Iran. Altre 8 persone sono ancora ricercate, anche attraverso i canali di collaborazione internazionale, con l'accusa di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. L'esito dell'operazione è stata illustrata ai cronisti dal capo della squadra mobile Lorenzo Bucossi, dal Maggiore Michele Cutrufo della sezione anti-droga per l'Italia settentrionale e dell'organismo interforze nazionale e internazionale, e dal sostituto commissario Michele D'Alonzo.

Le indagini hanno consentito di effettuare il sequestro più ingente di oppio grezzo mai avvenuto nel nostro paese. Al vertice dell'organizzazione, due iraniani che in Italia risultavano i gestori di una copisteria in via Centotrecento: si tratta di N.M., 42 anni, e G.M., 40, anni, quest'ultimo già agli arresti per altri reati. Dalla Bologna, l'oppio veniva piazzato anche a Milano, in Veneto e a Roma: "La sostanza non è assimilabile all'hashish o alla marijuana - ha specificato Bucossi - ma è la base dell'eroina, in pratica ciò che viene fumata nelle fumerie d'oppio".

OPERAZIONE DARVISH. Dal nome del ristorante gestito da uno dei soggetti coinvolti. Un'indagine partita nel 2012, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, con il contributo del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, per i raccordi informativi con le polizie estere, quando nel mese di giungo venne intercettato un pacco sospetto presso l'Ufficio Postale di via Zanardi: la Polizia Postale in quel caso attese il ritiro da parte del destinatario e lo arrestò, facendo partire l'operazione

L'organizzazione trasportava quantitativi di oppio grezzo, accuratamente celati all’interno di alcuni camion, dall’Iran e dalla Turchia attraverso la rotta balcanica. Nel corso dell’attività di indagine, tra l’ottobre 2012 e l’ottobre 2013, erano già arrestate in flagranza in varie località italiane 17 persone ed erano stati complessivamente sequestrati circa 93 kg di oppio grezzo (valore circa 2 milioni di euro), 500 grammi di metanfetamine e 100.000 euro in contanti. Il prezzo al dettaglio della sostanza è di circa 20 euro al grammo.

Operazione 'Darvish': oppio dall'Iran a Bologna

OPPIO GREZZO. L'oppio grezzo è uno stupefacente ottenuto incidendo le capsule immature del Papaver somniferum e raccogliendone il lattice che trasuda, che poi viene lasciato rapprendere all'aria in una resina scura che viene impastata in pani di colore bruno, dall'odore dolciastro e dal sapore amaro; l'oppio è molto ricco di sostanze alcaloidi: di queste, quelle di origine fenantrenica (morfina, codeina e tebaina) sono analgesiche, costipanti ed euforizzanti, mentre quelle di origine isochinolinica (papaverina, noscapina, narceina) sono solo spasmolitiche.
Essendo un sedativo, l'oppio rallenta i riflessi e la vitalità del corpo aumentando contemporaneamente l'euforia, in maniera simile all'etanolo; se fumato, manifesta i suoi effetti molto prima rispetto all'ingestione, causando secchezza delle fauci e aumento della temperatura corporea; durante l'assunzione si può transitare dalla veglia all'inconscio e viceversa; un uso prolungato può causare ascessi, collasso delle vene, malattie al fegato e in rari casi pneumonia, oltre ad un indebolimento del sistema immunitario

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