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Cronaca Vergato

Operazione "Engaged": estorsione e minacce in puro stile mafioso, tre arresti

Un ex dipendente si presenta dal titolare con una richiesta di denaro e si fa aiutare da due malviventi che minacciano lui e la sua famiglia lasciando un ordigno telecomandato

I Carabinieri della Compagnia di Vergato, in collaborazione con i militari del Nucleo Cinofili del Comando Provinciale di Bologna e della Compagnia di Sassuolo (MO), hanno eseguito ieri tre Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere, nei confronti di tre soggetti accusati di tentata estorsione aggravata.

Tutto inizia lo scorso gennaio, quando un ex dipendente di una ditta metalmeccanica dell’Alta Valle del Reno si è presentato dal titolare, 80 anni, con una richiesta di denaro pari a 130.000 euro, poi scesa a soli 30.000, un presunto credito maturato a seguito di precedenti rapporti risalenti agli anni novanta. L’imprenditore è stato anche avvicinato da due persone meridionali determinate a “convincerlo” a versare la somma. Nei giorni successivi, anche la famiglia aveva ricevuto minacce così si è rivolto ai Carabinieri di Marzabotto che hanno avviato le indagini.

LE MINACCE SI FANNO PIU' GRAVI. Le intercettazioni svolte dagli investigatori dell’Arma comprovano l’attività estorsiva nei confronti dell’imprenditore. Le intimidazioni sono sempre più esplicite e spaventose: se l’uomo non paga verrà colpito nella piazza del paese con un'arma da fuoco.Il 10 febbraio scorso, il perseguitato trova davanti al cancello pedonale dell’abitazione un sacchetto di plastica contenente un ordigno esplosivo di fattura artigianale, composto di polvere pirica, una bottiglia contenente del liquido infiammabile e un congegno elettronico per l’attivazione dell’innesco con telecomando. La bomba è stata disinnescata dagli Artificieri del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna e consegnata ai colleghi del RIS di Parma.

LA SVOLTA. Da un'impronta lasciata sull'ordigno i due "delegati" che avevano fatto da portavoce all'ex dipendente sono stati individuati: si tratta di Francesco Marsico, 32enne di Cosenza residente del Modenese, che era già tra i sospettati, e Salvatore Savona, trapanese e ex collaboratore di giustizia, nella cui abitazione, sempre in provincia di Modena, i carabinieri hanno trovato una pistola giocattolo senza tappo rosso regolamentare. In manette è finito anche l'ex dipendente dell'imprenditore, Natale Serafini, imolese di 69 anni che abita sull'Appennino. I tre sono stati raggiunti da ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite ieri, chieste dal Pm Domenico Ambrosino e firmate dal gip di Bologna Andrea Santucci. L'accusa è di concorso in tentata estorsione, aggravata dall'uso di esplosivi. Nell'inchiesta c'é anche un quarto indagato, sul quale gli accertamenti sono ancora in corso.

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