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Cronaca

Fondazione Carisbo. Escluso il Rettore, volano stracci: "Ultimo sistema sovietico rimasto"

Così l'attacco duro del sindaco. Prodi e Guazzaloca abbandonano la Fondazione. Ubertini: 'Sconfitta per città, non per Ateneo'. Torrepadula:"in atto scontro che riguarda la natura stessa e l'autonomia della Fondazione dalle istituzioni". Bugani: Volontà della Fondazione di chiudere "i rubinetti" per quel "pozzo senza fondo" che è il Pd

 "Aria nuova, bisogna cambiare". Così il rettore dell'Alma Mater Francesco Ubertini, grande escluso dall'assemblea dei soci della Fondazione Carisbo e pronto a dare man forte al sindaco Virginio Merola, intenzionato a rivoluzionare la cassaforte della città.
"Io credo fermamente che le istituzioni debbano collaborare- afferma il rettore- avere obiettivi comuni e co-progettare insieme per il bene di questo territorio". Col Comune è stato siglato un protocollo d'intesa per la promozione congiunta della città. "In Regione dal primo giorno sto lavorando in maniera ottima su obiettivi locali e internazionali- sottolinea ancora Ubertini- e lo stiamo facendo col sistema delle imprese, nel nostro sistema Multicampus, con enti come le Fondazioni a Bologna e in altri territori. Questo è lo spirito, lo spirito è far sistema". 

SINDACO: POCO TRASPARENTE, POCO PRODUTTIVA E EMOLUMENTI ECCESSIVI. - La Fondazione Carisbo è ormai una "consorteria", "l'ultimo sistema sovietico rimasto in città". E per questo "ha bisogno di profondi cambiamenti". E' pronto alla guerra il sindaco Merola. "L'esclusione del rettore fa male alla Fondazione- ribadisce Merola- il rettore vive benissimo anche senza Fondazione, ma credo sia stato fatto l'ennesimo errore di chiusura rispetto alla città". Secondo il sindaco, dunque, è "arrivato il momento di comprendere che un'assemblea dei soci che si coopta è l'ultimo sistema sovietico rimasto in città e ha bisogno di profondi cambiamenti". Prima di tutto, avverte Merola, "la composizione dell'assemblea dei soci va allargata davvero alla societaà civile, che abbia voce in capitolo". Inoltre, "penso che sia importante allineare le scadenze, perchè non ha senso che il consiglio di indirizzo arrivi al 2020 e il cda al 2018: penso che si debba andare insieme". Ma soprattutto, picchia forte il sindaco, come soci pubblici "vogliamo continuare a chiedere che ci sia maggiore trasparenza".

Sul tema della trasparenza "si apre un capitolo nuovo- avverte Merola- nel senso che anche questo incidente (''esclusione del rettore, ndr) ci conferma che ci vuole più attenzione da parte dell'opinione pubblica su una Fondazione che gestisce 1,1 miliardi di euro e per molti aspetti lo continua a fare in modo non trasparente e non produttivo. Insieme a Università, Camera di commercio, Regione e Città metropolitana cercheremo sempre più di far valere questa opinione. C'è "bisogno di politica", ammonisce Merola. Che precisa: "Non c'è bisogno che il Comune controlli la Fondazione, l'autonomia della Fondazione è sacra. Ma è un'autonomia che oggi sta dimostrando di essere piùche altro una consorteria". 

UBERTINI: MIA ESCLUSIONE È SCONFITTA PER LA CITTÀ NON PER ATENEO. Per Ubertini, l'esclusione da Palazzo Saraceni è una vicenda "già chiusa. Per me la cosa si è esaurita" e non si aspetta passi indietro da parte della Fondazione Carisbo. L'amarezza però è ancora tanta. "Il sistema Paese, il territorio ha bisogno di coesione e lavorare insieme tra le istituzioni per poter crescere- afferma il rettore- di fronte a questo, mi viene proposta questa opportunità. Vengono raccolte 45 firme con nome e cognome di onorabili soci della Fondazione, il quorum era 42: che bisogno c'era? Perchè?". E aggiunge: "E' certo una sconfitta per la città, è' sicuramente una sconfitta per la Fondazione, ma non per l'Alma Mater".

PRODI LASCIA. Quanto alla decisione dell'ex premier Romano Prodi di lasciare la Fondazione Carisbo, in polemica proprio per l'esclusione del rettore, Ubertini commenta: "Romano Prodi ha fatto un gesto simbolico e generoso", sottolineando "due aspetti: lo sgarbo istituzionale e il fatto che si fa indietro per lasciare spazio ai più giovani", sorride il numero uno dell'Alma Mater.

BUGANI: PER ANNI USATA COME BANCOMAT PER SISTEMARE FALLIMENTI DEM. Dietro la guerra a Palazzo Saraceni, forse c'è solo la volontà della Fondazione Carisbo di chiudere "i rubinetti" per quel "pozzo senza fondo" che è il Pd a Bologna. A dirlo è il capogruppo e candidato sindaco M5s sotto le Due torri, Massimo Bugani, che in una nota commenta così scontro scoppiato in questi giorni intorno alla cassaforte cittadina. Bugani attacca il sindaco  e i democratici. "Ho visto agire il Pd di Merola per cinque anni- attacca il candidato dei 5 stelle- perfetti incapaci abituati a utilizzare le Fondazioni e alcune Coop come bancomat per andare a sistemare i vuoti creati dai loro fallimenti. La ''ditta'' Pd bolognese ormai è solo prepotenza e non si rende conto che forse chi ha gestito i rubinetti in questi anni si è stancato di dare acqua a un pozzo senza fondo che non ha mai saputo valorizzare le risorse".

TORREPADULA STRONCA LITANIA "ESCLUSI ECCELLENTI". C'è in atto uno scontro che va oltre l'episodio dell'esclusione del rettore Ubertini e riguarda la natura stessa e l'autonomia della Fondazione Carisbo dalle istituzioni cittadine. Questo si percepisce nelle parole di Gianandrea Rocco di Torrepadula, ex presidente degli industriali bolognesi, socio di lunga data della Fondazione e membro del cda di Palazzo Saraceni. "Qualsiasi attacco o tentativo di modificare la natura associativa della Fondazione non può essere accettato", scandisce al termine di un'altra giornata complicata per l'ente di via Farini, segnata da un altro addio pesante con le dimissioni da socio dell'ex sindaco Giorgio Guazzaloca. "La Fondazione Carisbo è una Fondazione associative e deve difendere la propria natura, non si puo'' trasformare in una fondazione istituzionale", avverte parlando alla ''Dire'' e rispedendo al mittente le parole del sindaco Virginio Merola, che ha descritto Palazzo Saraceni come sede dell'ultimo "soviet" della città. "Non c'è nessun soviet, guardino altrove. Le dichiarazioni del sindaco devono avere la massima attenzione, perche'' non si puo'' scivolare nella trasformazione della Fondazione. E' una battaglia che deve essere condotta con fermezza", ammonisce Rocco di Torrepadula.

(Agenzia Dire)

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