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Cronaca

Guerra Ucraina, presidio in piazza: "La doccia troppo calda? Gronda sangue"

Sit in provocatorio per un gruppo di cittadini, che chiede di fermare da subito gli import di gas dalla Russia, se necessario sopportandone i sacrifici energetici

"L'acqua delle nostre docce calde è sporca di sangue". Non usano giri di parole i cittadini che oggi si sono dati appuntamento a Bologna di fronte alla fontana del Nettuno per chiedere di bloccare fin da subito i rifornimenti di gas dalla Russia, con i proventi dei quali viene finanziata la guerra in Ucraina.

"Abbiamo chiesto a Hera quanto gas acquista dalla Russia, ma ci è stato risposto che l'informazione non può essere fornita per motivi di privacy. Abbiamo fatto un calcolo, però sulla base dei consumi dei bolognesi. Non sappiamo se è giusto, ma secondo noi Bologna ha dato in due mesi 600.000 euro alla Russia: tre carriarmati di Putin sono stati comprati da bolognesi", spiegano i promotori di questa 'Guerra della doccia fredda', che questa mattina hanno spiegato le loro ragioni in un piccolo comizio in piazza.

Il ragionamento è che "purtroppo siamo anche noi stessi, semplici cittadini, che involontariamente partecipiamo in maniera attiva al conflitto consumando e pagando il gas russo". Le alternative? Per chi promuove la campagna i può iniziare ggià da casa propria.

"Calare i consumi gas dentro casa": la guerra della doccia fredda a Bologna

"Scommettiamo che ognuno di noi può ridurre il consumo del 50% nelle nostre abitazioni? Ci sono modi pratici e fattibili per farlo, senza dover sacrificare del tutto il nostro stile di vita". Come per esempio ridurre l’uso dell'acqua calda sanitaria. "Abbassare la temperatura il più possibile, magari fare la doccia fredda per i più coraggiosi (fra l’altro fa anche bene). Dimezzare il gas quando bolliamo la pasta, basta spegnere il fuoco, la pasta si cuoce comunque, fate la prova se non ci credete. E’ estate, possiamo mangiare più cibi crudi e verdura fresca (che sono pure più nutrienti di quelli cotti). Usiamo l’acqua fredda per lavare i piatti. Usiamo l’immaginazione, sicuramente si può fare ancora di più. A fine mese possiamo vedere il 50% in meno in bolletta".

Noi ci siamo, però anche il Comune deve fare la sua parte, deve comunicare ai bolognesi l’urgenza e la drammaticità della situazione in cui siamo. Per fortuna possiamo fare qualcosa, facciamolo insieme!

In particolare, richiamano il Comune alle proprie responsabilità. "Dopo il concerto di solidarietà è finito tutto, ma solidarietà non basta, bisogna tagliare il gas. Il Comune sia il primo a essere in campo. Io faccio la doccia fredda da due mesi, perché quello che uso per la doccia calda è sporco di sangue". Racconta uno dei promotori, che hanno scritto all'assessora Anna Lisa Boni.

"Ci ha risposto e ci ha spiegato gli obiettivi di carbon neutrality al 2030. Ma l'emergenza è adesso, la gente a Mariupol muore adesso, bisogna intervenire subito", insistono, dopo essere presentati in piazza in accappatoio e con una doccia di cartone per sensibilizzare i cittadini.

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