Rifiuti tossici, blitz di protesta nel complesso Hera: 'No a un'altra Ilva'
Il neonato "Comitato per la Salute" è riuscito a entrare con cartelli e volantini dentro il complesso in via Pichat, nonostante lo stop di dirigenti e vigilanza
Continua la protesta e l'indignazione dopo il servizio della trasmissione di Rai 3 Report sulle presunte scorie tossiche sotto la multiutility in via Pichat. Questa mattina cittadini e studenti, riuniti sotto il neonato "Comitato per la Salute" sono entrati dentro il complesso HERA. Con cartelli colorati e volantini, hanno trovato lo stop di dirigenti e vigilanza "ma il cancello era aperto e siamo riusciti a entrare. Il nostro intento era distribuire un volantino ai dipendenti per solidarizzare con loro e invitarli all'assemblea pubblica che si terrà sabato alle 16 in Piazza del Nettuno", riferiscono "dirigenti e vigilanza, visibilmente infastiditi, hanno richiesto l'intervento della polizia e soprattutto non ci hanno permesso di comunicare con i lavoratori. C'è forse qualcosa da nascondere? Le tossine nel sottosuolo di Berti Pichat sono una minaccia non solo per i lavoratori, gli studenti e gli abitanti del quartiere, ma per tutta Bologna, visto che una falda acquifera potrebbe essere già stata contaminata. La salute di noi tutti è dunque in pericolo, ma nessuno sembra preoccuparsene. Anzi, sembra che ancora una volta la verità debba restare nascosta.Indignarsi non basta, dobbiamo agire".
Il Comitato per la Salute ha organizzato un'assemblea per sabato 29 novembre in Piazza nettuno a partire dalle ore 16 e una "iniziativa di lotta" per lunedì.
Parole dure sul volantino diffuso questa mattina, anticipato sulla pagina Facebook del Comitato: "Il sottosuolo degli uffici Hera di Viale Berti Pichat nasconde da anni 1.500 tonnellate di cianuri e altre sostanze nocive: la nostra salute è in pericolo, sia per la diffusione aerea delle tossine sia per rischio di inquinamento delle falde acquifere."
"Indignarsi non basta, dobbiamo agire: è in pericolo la salute dei dipendenti di Hera, di studenti, professori e lavoratori Unibo del complesso Berti Pichat e del campus di Filippo Re (dove c'è anche dell'amianto), degli abitanti del quartiere e di tutti i cittadini" si legge ancora nel depliant, che chiosa: "Non vogliamo un caso Eternit o un'Ilva a Bologna!"