Italiani rapiti in Libia, Bonaccini: 'Siamo vicini a tutti i dipendenti della Bonatti'
La Regione Emilia-Romagna in apprensione per il rapimento dei 4 tecnici dell’azienda Bonatti di Parma avvenuto nella zona di Mellitah, nei pressi del compound della Mellitah Oil and Gas
Profondo dispiacere e preoccupazione per il rapimento di quattro dipendenti dell’azienda Bonatti di Parma avvenuto in Libia. Lo esprime il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, facendo sapere che “'n questo momento di grande preoccupazione desidero far giungere ai familiari e a tutti i dipendenti della società Bonatti la sentita vicinanza mia e della comunità emiliano-romagnola. Confidiamo che, tramite l’operato della Farnesina, i nostri connazionali possano essere liberati e tornare a casa dalle proprie famiglie nel più breve tempo possibile”.
Libia, rapiti quattro cittadini italiani
RAPIMENTO. Sono quattro gli italiani rapiti in Libia, nella zona di Mellitah, nei pressi del compound della Mellitah Oil and Gas, una controllata di Eni e Noc (National Oil Corporation, l’azienda nazionale libica). Si tratta di dipendenti della società di costruzioni Bonatti di Parma. "L'Unità di Crisi si è immediatamente attivata per seguire il caso ed è in contatto costante con le famiglie dei connazionali e con la ditta Bonatti", si legge nella nota diffusa dal ministero degli Esteri. "Come noto in seguito alla chiusura dell'ambasciata d'Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del Paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia".
CHI SONO GLI OSTAGGI. Sono stati i loro colleghi a fornire i nomi (di battesimo) dei quattro italiani rapiti. Si tratta di tecnici che lavorano presso alcuni impianti petroliferi nord-africani, per attività di sviluppo, trasporto e manutenzione per la Bonatti. Sono Gino Tullicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla, come riporta un'agenzia Ansa specificando che, secondo indiscrezioni ancora non confermate, due sarebbero residenti in Sicilia, uno nel Lazio e uno in Sardegna