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Cronaca Zona Universitaria / Via Mascarella

Ricordando Francesco Lorusso: "Nella memoria l'esempio, nella lotta la pratica". Corteo da via Mascarella

La manifestazione in occasione del 45esimo anniversario della morte di Lorusso, ucciso il 12 marzo 1977

Corteo in centro a Bologna per il 45esimo anniversario dall'uccisione di Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua ucciso da un carabiniere in via Mascarella il 12 marzo 1977. A sfilare dietro ad uno striscione in memoria di Francesco, i collettivi Cua e Cambiare Rotta partiti da via Mascarella. 

Stamattina la deposizione della corona da parte della vicesindaca Emily Clancy mentre il sindaco ha lasciato un mazzo di fiori sulla tomba del ragazzo, alla Certosa. 

"L'11 marzo - si legge nell'evento di lancio - è una giornata fondamentale per la fiamma delle lotte nella città di Bologna, una giornata in cui nel '77 la rivolta che toccava il cielo nel suo assalto, ha fatto paura a chi vorrebbe che il divario fra sfruttatori e sfruttatə fosse sempre maggiore. Per questo quel giorno Francesco venne colpito a morte dai colpi di pistola di un carabiniere in via Mascarella. Ma ciò non è bastato a fermare la lotta di Francesco, che è quella di tutt3 noi e che da quel momento ogni giorno vive negli animi di chi si ribella ad ogni sopruso e sfruttamento, per un mondo diverso, giusto, dove la vita di tuttə sia una vita degna di essere vissuta, sia una vita bella".

"Per questo la giornata dell'11 marzo non è solo una giornata di ricordo ma una giornata di lotta, in cui connettere le battaglie del passato con quelle di oggi, in cui far vivere con forza la rabbia, per distruggere le gabbie che ci opprimono. Per tutt3 l3 oppress3, perché la salute sia la priorità, perché tutt3 abbiano reddito e un tetto, perché non si muoia di lavoro, per distruggere le linee di dominio patriarcali e razziste, per opporci alle guerre che affamano, contro la repressione e la militarizzazione delle strade che calpestiamo, contro la mercificazione delle piazze, per poter vivere la città secondo i nostri desideri ovunque vogliamo, per opporci all'espulsione delle giovani precarie dalla zona universitaria, per una vita bella, dove le giovani siano al centro e possano sognare e non arrancare e morire di sfruttamento nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università".

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