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Cronaca

Esce dalla terapia intensiva, Angelo muore poche ore dopo. Il figlio: "Come si può morire così, nel bagno del Maggiore?"

La famiglia presenta denuncia ai Nas, la salma ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il legale: "Chiediamo chiarezza"

"Volevamo videochiamare il babbo perché sapevamo che stava meglio ed era stato trasferito dalla terapia intensiva alla degenza, ma poi, dopo alcune ore, abbiamo saputo che era morto". E' questa la sequenza temporale nota alla famiglia della morte di Angelo, 67 anni, deceduto domenica 9 maggio mentre era ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna.

Ora la famiglia dell'uomo, ex impiegato della provincia di Bologna, chiede di accertare eventuali responsabilità, e ha presentato una denuncia ai Nas di Bologna, presentata dall'avvocata di fiducia Maria Teresa Confessore.

A ricostruire la vicenda è il figlio Andrea, 37 anni. "A quanto risulta hanno trovato il corpo in bagno. Poche ore prima -spiega- papà era stato trasferito dalla terapia intensiva al reparto di degenza ordinario, poi è morto. Come mai una morte così improvvisa? Eppure ci avevano detto che era migliorato, aveva persino iniziato a mangiare qualcosa, anche se solo un budino, ecco". 

La famiglia, in una lettera inviata a Bolognatoday, si chiede quindi "perché un paziente dimesso da terapia intensiva fosse solo in una stanza di reparto, e potesse alzarsi da solo e andare in bagno (nonostante avesse il catetere) e cadere così, senza che nessuno se ne accorgesse".

L'operazione allo stomaco e il decorso operatorio

La sequenza temporale riferita dai familiari. Il 67enne -ripercorre sempre il figlio- era entrato in ospedale dal 2 maggio scorso per alcuni dolori allo stomaco. Già il 28 aprile vi era stato un precedente accesso al pronto soccorso, ma dopo gli esami diagnostici il paziente era stato rimandato a casa.

Questa volta però gli esami diagnostici trovano qualcosa, e il 4 maggio si decide di operare il 67enne. "Ci siamo sempre tenuti in contatto con l'ospedale, almeno una telefonata al giorno -ricostruisce Andrea - e dopo l'operazione ci hanno detto che l'intervento era riuscito e che il paziente aveva superato la notte, anche se erano state necessarie alcune trasfusioni di sangue".

Nei giorni dopo le cose sembrano procedere bene: anche se ancora in terapia intensiva e con i parametri costantemente monitorati, Angelo era stato estubato e respirava autonomamente. "Sabato ci hanno comunicato che il babbo aveva anche mangiato da solo, e la domenica mattina ci hanno avvisato che sarebbe stato prossimo il suo trasferimento in reparto ordinario. Addirittura ci hanno chiesto di preparare i suoi effetti personali per la degenza in corsia".

"Ci hanno detto che stava meglio", poi la doccia gelata

In una manciata di ore però, per la famiglia le cose si sono capovolte. "Nel tardo pomeriggio -continua il figlio Andrea- io e mia mamma decidiamo di contattare papà con una video chiamata, dacché in ospedale non ci facevano entrare (per via delle precauzioni anti-covid, ndr). Solo che non risponde al telefono. Allora chiamiamo il reparto, dove ci viene detto che ci contatterà il medico. E a quel punto siamo andati nel panico" sussurra il 37enne.

Infine la doccia gelata. "Dopo circa un'ora arriva la chiamata del medico, che ci ha notiziato che erano avvenute complicazioni e che papà era venuto a mancare improvvisamente". Ora la famiglia vuole ricostruire esattamente cosa sia successo nelle ultime ore del signor Angelo, e per questo ha presentato una denuncia ai Nas.

"Ci sono state delle comunicazioni fatte alla famiglia -commenta Confessore- che a nostro avviso non trovano riscontro poi negli orari, e comunque le cause del decesso rimangono tutt'ora sconosciute, tra l'altro -supponiamo- allo stesso ospedale". Peraltro "siamo ancora in una fase embrionale" e si è in attesa di vedere le disposizioni dell'autorità giudiziaria, che è a disposizione della salma dell'uomo.

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