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Cronaca

Riti 'juju' e false promesse: ragazza denuncia la sua madame, un arresto

E' riuscita a fuggire e ha raccontato il suo dramma agli agenti della Squadra Mobile. 33enne arrestata per reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento di prostituzione e immigrazione clandestina

Arresti domiciliari emessa dal GIP D.ssa Rossella Materia, su richiesta del Sostituto Procuratore Dr. Stefano Orsi, nei confronti di O. R., 33enne, ritenuta responsabile dei reati di reclutamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (aggravati perché commessi con violenza e minaccia ed ai danni di più persone) e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L’attività che si è conclusa questa mattina all'alba è partita dalla denuncia sporta nel mese di maggio da una giovane cittadina nigeriana, che raccontava, come spesso accade, le proprie vicissitudini da quando, nel luglio del 2016, aveva lasciato il proprio paese con la falsa promessa di un’attività lavorativa da svolgere in Italia.

Dopo il rito “juju”, che la obbligava a pagare 30.000 euro alla madame alla quale sarebbe stata affidata, aveva viaggiato verso la Libia e da lì, in Italia, dove era sbarcata sulle coste della Sicilia a ottobre di due anni fa.

Dal centro di accoglienza alla strada 

Condotta in un centro di accoglienza di Milano, la ragazza aveva preso contatti con O.R., della quale aveva ricevuto il nome ed il numero sin da quando, nel paese d’origine, era stata sottoposta al rito “juju”. La futura sfruttatrice la raggiungeva per poi condurla nella sua abitazione a Cadelbosco di Sopra (RE), ove già si trovava un’altra giovane connazionale, anche lei vittima dell’attività di sfruttamento.

Dietro minaccia, anche la nuova arrivata era stata costretta a prostituirsi a Modena, sotto il controllo della madame e seguendo gli insegnamenti della connazionale. 

La fuga e la denuncia

Nel mese di aprile, la vittima è riuscita a fuggire e a raccontare il suo dramma agli investigatori della Squadra Mobile di Bologna.

L’indagine condotta attraverso una serie di riscontri sul territorio e di analisi tecniche ha consentito di raccogliere elementi sull’attività di sfruttamento, tanto da consentire di emettere il provvedimento restrittivo nei suoi confronti.

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