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Cronaca

Sentieri e cavedagne danneggiati da auto e moto da cross: il caso finisce in Regione

Il passaggio di ruote a motore 'scava' solchi ed espone la rete sentieristica al rischio di erosione, mentre i privati cominciano anchiudere gli accessi. Il Cai chiede misure più stringenti, viale Aldo Moro chiama in causa anche i comuni ma riconosce: "Legge da rivedere"

Mezzi a motore, moto e quad, che corrono per sentieri Cai e cavedagne non carrabili. Il problema è noto da tempo per gli addetti ai lavori, ma ora il caso è finito in Regione e l'assessora regionale alla Montagna, Barbara Loriapre ad eventuali modifiche di legge, ma non prima di avere sentito i comuni interessati dai sentieri stessi.

Moto sui sentieri, il Cai: "Siamo unica regione a permetterlo, privati chiudono accessi"

L'accesso dei mezzi motorizzati è "ritenuto da tutti un controsenso", visto che "siamo di fatto l'unica regione che lo permette, aggravato dal conseguente mancato impegno da parte degli enti territorialmente competenti a disporre i relativi divieti in tante zone protette".

E' il presidente del Club Alpino Italiano Emilia-Romagna, Massimo Bizzarri a ratificare lo stato dell'arte della rete sentieristica regionale in una lettera indirizzata alla giunta Bonaccini, secondo quanto riportato dall'agenzia Dire.

Il numero uno del Cai si chiede cosa si debba intendere per "interesse pubblico" di un sentiero, segnalando: "Visti i continui accessi di motociclisti, molti proprietari, inizialmente propensi o quantomeno accondiscendenti in forma implicita, ora pongono divieti di passaggio sui loro terreni a tutti".

In tutto questo, la legge regionale 14 del 2013, quella che disciplina la salvaguardia del patrimonio sentieristico regionale e che già negli anni scorsi incassò polemiche, "non può avere gli effetti auspicati, per la mancanza di regolamenti che ne regolano l'accesso e ne garantiscono la fruizione da parte degli escursionisti e degli appassionati".

La Regione non esclude giro di vite "ma prima dobbiamo sentire i comuni"

L'assessora Lori, dal canto suo, non esclude a priori cambiamenti nella legge che regola la sentieristica. Potranno esserci "situazioni in cui i mezzi potranno essere utilizzati" e altre "in cui potranno essere vietati". Ma tutte le eventuali modifiche all'assetto esistente saranno prese eventualmente dopo "un confronto con i Comuni, che sono i primi interlocutori in queste dinamiche" dettaglia l'assessora.

"Non può essere la Regione ad esprimersi esattamente su tutto -continua- entreremo nel merito del confronto con tutte le parti".

Il rapporto col Cai, dice ancora Lori, "è molto operativo e concreto, non da oggi. Quest'anno abbiamo più che raddoppiato le risorse messe a disposizione dei Comuni per la manutenzione dei sentieri, passando da una programmazione di 80.000 euro all'anno a 180.000 quest'anno".

Ma, riconosce l'assessora regionale parmense, "i fondi non sono sufficienti, lo sappiamo bene, così come sappiamo che dobbiamo aprire un ragionamento sulla legge regionale approvata nel 2013. Vedremo a breve- conferma Lori- come tracciare la direzione futura in questo campo. Nella consapevolezza che i sentieri hanno molto a che fare con la montagna e con la possibilità di fruirne tra turismo 'lento' e attenzione all'ambiente, che rappresenta una grande opportunità per l'Appennino".

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