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Truffe online, i nonni tornano sui banchi di scuola per imparare dai nipotini come difendersi | VIDEO

"Spoofing", raggiri affettivi e informazioni false: alle Carducci-De' Passeggeri "boomer" e nativi digitali hanno partecipato a una lezione speciale

Nonni e nonne tornano sui banchi di scuola per imparare dai loro nipotini e nipotine come difendersi dalle truffe online. È successo alle scuole Carducci-De' Passeggeri, che per una mattina hanno ospitato una lezione speciale sui rischi che si nascondono in rete e sulle buone pratiche per tenersi lontani da brutte sorprese. Dalle informazioni false che circolano sui social network alle mail da parte di truffatori che si fingono nostri famigliari per ottenere soldi e dati sensibili, fino alle truffe sentimentali e al trading online, a salire in cattedra è stata la polizia della questura di Bologna. “La solitudine in cui spesso vivono e la loro minore conoscenza della tecnologia espone i nostri nonni e le nostre nonne a maggiori rischi - spiega la dottoressa Claudia Lofino, vice dirigente del Centro operativo sicurezza cibernetica -. Questo incontro è stato pensato per mettere in contatto due generazioni diverse che, quando si tratta di navigare online, possono aiutarsi a vicenda”.

Lo spoofing, la truffa più diffusa

“Gentile cliente, per un disguido tecnico la sua carta di credito è stata bloccata. Per riattivarla clicca qui”. È un esempio di spoofing, una delle truffe più diffuse online, in cui il mittente spedisce una mail spacciandosi per un ente o un’azienda che riteniamo affidabile per ottenere password, soldi o dati dei conti corrente dal malcapitato che clicca sul link. A volte questo tipo di raggiro si spinge anche oltre toccando le emozioni della vittima. Come nel caso di falsi messaggi da parte di numeri sconosciuti che si fingono un figlio o un nipote a cui è stato rubato il telefono, chiedendo delle cifre di denaro tutto sommato credibili. Alessandro, alunno della 5D, è rimasto particolarmente colpito da questo metodo: “I nonni non si devono mai fidare dei messaggi che arrivano da chi non conoscono. Quello che noi possiamo fare è rimanere al loro fianco quando navigano in Internet e metterli in guarda”. Di fianco a lui, nonno Patrizio annuisce: “È vero, quando si parla di web e social network noi anziani siamo la categoria più in difficoltà, in particolare chi per tutta la vita ha fatto un lavoro in cui non aveva bisogno di utilizzare strumenti informatici”.

Boomer e nativi digitali insieme

Ci sono anche le cosiddette truffe affettive, fatte di lunghe chat con una persona che non si conosce dal vivo e che puntualmente inventa scuse o emergenze per chiedere soldi. Questo “legame” può durare anche anni, il che aumenta il senso di vergogna nei confronti dell’anziano quando scopre il raggiro, e lo trattiene dal denunciare. “È importante creare iniziative come questa perché permettono di creare una specie di comunità tra gli anziani, i loro nipoti e chi può garantire la loro sicurezza”, sottolinea Laura Guidi, presidente di "Giovani nel tempo", l’associazione che ha avuto l’idea. Perché dietro l'etichetta di boomer (i nati durante il cosiddetto "boom economico" che non hanno dimestichezza con la tecnologia) c'è spesso una richiesta di aiuto da parte di una persona che vorrebbe imparare di più: “I bambini sono nati con la digitalizzazione e hanno una famigliarità quotidiana con tablet, telefoni e tutto questo tipo di strumenti - aggiunge la docente Alessandra Capuano -, per questo è facile per loro poter insegnare ai loro nonni cosa va cliccato e cosa no”.

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