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Cronaca

Violenza di genere, tre panchine rosse negli ospedali Ausl

L'appello di Caterina Manca, responsabile del programma Violenza e medicina di genere: "Poche risorse per combattere la violenza"

"Troppe poche risorse per combattere la violenza di genere". L'appello arriva da Caterina Manca, responsabile del programma Violenza e medicina di genere per l'Ausl di Bologna. Il problema della diminuzione del personale, scandisce Manca, di professione medico legale ma nota anche come presidente del Consiglio comunale nel capoluogo, "è abnorme anche in questo campo. Credo che bisogna spendersi di più. Io gestisco un programma le cui risorse ritengo devono sicuramente aumentate, senza ombra di dubbio. Perlomeno esserci".

Praticamente in solitaria lavora oggi Manca, tra le fondatrici del Pronto soccorso per le donne vittime di violenza nato sotto le Due Torri nel 2006. Anche se negli ultimi anni "la sensibilità è aumentata moltissimo sul tema e sono aumentati anche i casi. Probabilmente- ipotizza Manca- sono aumentate le denunce anche per la percezione netta di questo problema da parte di tutte le persone". Nel frattempo è stato infatti aperto anche uno sportello dedicato agli uomini che commettono atti di violenza.

Ma "c'è ancora tanto da fare", sottolinea Manca, anche all'interno della sanità pubblica che ha un ruolo "essenziale". L'occasione è la presentazione delle tre simboliche panchine rosse contro la violenza alle donne da parte dell'Ausl, una al Maggiore, una al Bellaria e una nella sede di via Castiglione. Le panchine destinate ai due ospedali cittadini sono state verniciate questa mattina dai bambini ricoverati nei reparti pediatrici insieme ai volontari di "Bimbo tu".

Una iniziativa che verrà supportata sui social anche dalla cantante Laura Pausini per dare un messaggio intergenerazionale contro la violenza di genere che guardi al futuro. "Questa piaga coinvolge trasversalmente tutti, ma proprio tutti", sottolinea il presidente di Bimbo tu Alessandro Arcidiacono. "Spero- aggiunge- che la nostra voce si possa unire alle altre perchè anche noi dobbiamo sgretolare l'indifferenza, avere un ruolo attivi, opporci e schierarci chiaramente a supporto delle donne".

Per quanto riguarda gli uomini maltrattanti, allo sportello Ausl si rivolge una quindicina di persone l'anno, la metà circa abbandona dopo i primi incontri. "L'età di questi uomini? E' molto variabile, la media è attorno ai 40", spiega il responsabile Gerardo Lupi, sociologo. "L'80% è italiano". Per quanto riguarda le professioni, il "tema della violenza è molto trasversale, capita indipendentemente dalla classe sociale".

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