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Pensioni, sentenza tocca 225.000 in Regione. Rabbia sotto la Prefettura: "Renzi non ci rottami"

Pensionati in protesta oggi sotto la Prefettura, da dove si chiede al Governo di dare attuazione "senza trucchi" alla sentenza della Corte costituzionale che boccia lo stop agli adeguamenti sulle pensioni oltre i 1.450 euro al mese: 'I pensionati sono quelli che animano le feste del suo partito e che lei va a salutare nelle cucine'

La rabbia dei pensionati oggi si sfoga davanti alla Prefettura di Bologna, qui si sono dati appuntamento da tutta la Regione, organizzando un presidio A braccetto con i sindacati per chiedere al Governo Renzi di dare attuazione "senza trucchi" alla sentenza della Corte costituzionale che boccia lo stop agli adeguamenti sulle pensioni oltre i 1.450 euro al mese.

Le tre sigle sindacali, CGIL, CISL e Uil hanno consegnato in Prefettura e invato al Presidente del Consiglio una lettera chiedendo di "sanare una ingiustizia certificata e una discriminazione ai danni dei pensionati, come dice la stessa Corte". E lanciano anche una frecciatina al Premier: "I pensionati sono quelli che animano le feste del suo partito e che lei va a salutare nelle cucine".

La norma voluta dall'esecutivo Monti riguarda circa 225.000 pensioni in Emilia-Romagna: sostanzialmente ai pensionati di questa categoria va restituita una mensilità come arretrati (da 1.100 a 3.500 euro circa, a seconda della pensione percepita) oltre ad una quota media di circa 85 euro al mese. "Paghi la Fornero", manda a dire il segretario regionale dello Spi-Cgil Bruno Pizzica. "C'è forte tensione tra i pensionati" spiega il sindacalista.

Al di là dello stop agli scatti, bocciato dalla Consulta, Pizzica sottolinea i "trattamenti indecenti" che percepiscono i pensionati italiani. In base ai calcoli del sindacato hanno lasciato per strada "il 30% del potere d'acquisto negli ultimi 15 anni". Secondo Loris Cavalletti, numero uno dei pensionati Cisl, a Roma "confondono l'oro con l'ottone, perchè 2.000 euro al mese non sono pensioni d'oro. Caro Renzi- è l'appello al premier- convocaci subito perchè nelle riforme fatte con noi non ci sono ne' esodati ne' sentenze della Corte costituzionale".

Per pensionati Uil il Governo "non puo' considerarci elementi da rottamare, il conflitto giovani-anziani è pericolosissimo", avverte. "Anche noi diciamo da tempo che vanno eliminate le pensioni preivilegiate ma in questa regione non abbiamo mai lasciato passare sotto silenzio le ingiustizie".

Legge Fornero: pensionati in Prefettura con la lettera a Renzi

LA LETTERA A RENZI. "Al Presidente del Consiglio dei MinistriMatteo Renzi. Caro Presidente, la sentenza emanata dalla Corte Costituzionale il 30 aprile scorso ha dichiarato la incostituzionalità del blocco della perequazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo (1.405 euro lordi) per gli anni 2012 e 2013. 

Giovanni, Antonio, Daniela, Patrizia, Franca, Maria, Giuliano, Vittorio, Luisa...e gli altri 225.000 pensionati e pensionate emiliano-romagnoli Le chiedono di sanare una ingiustizia “certificata” e una “pesante discriminazione a danno dei pensionati”, come dice la stessa Corte.
La stragrande maggioranza dei Giovanni, Antonio, Luisa, Franca..., dopo un vita di lavoro, “gode” di pensioni che consentono appena una vita dignitosa: lo sa che nella nostra regione i pensionati e le pensionate che prendono più di 3.000 euro lordi al mese sono poco più del 5% del totale, mentre non arriva a 1.000 euro lorde al mese il 35,05%? Questi cittadini hanno subìto un ulteriore grave torto quando il Suo Governo ha negato i famosi 80 euro, perfino agli incapienti. E ci piace  sottolineare che i pensionati italiani pagano più tasse degli altri contribuenti, perché la no tax area per le pensioni è pari a 7.500 euro contro gli 8.000 di tutti gli altri: ogni anno il fisco incassa 43 miliardi di euro dalle pensioni, come NON avviene in molti altri Paesi europei, dalla Francia alla Germania. E non sono Giovanni, Antonio, Franca, Daniela...a turare le falle del sistema di welfare, improvvisandosi baby sitter, badanti, assistenti domiciliari, perfino infermieri prendendosi cura di bambini, anziani, situazioni di disagio che il sistema non sarebbe in grado di coprire? E i Centri sociali, il volontariato, la promozione sociale non passa in parte importante dagli “anziani attivi” (compresi quelli che fanno vivere le Feste del Suo Partito e che Lei saluta quando fa il giro delle cucine)? Caro Presidente, non commetta l'errore di ignorare questo popolo: c'è stata una ingiustizia, venga sanata!  Sappiamo bene che farlo costa: potremmo rispondere che a suo tempo il rischio (compreso quello di incostituzionalità) e il torto che quella misura comportava, l'avevamo fatto presente ripetutamente al Ministro Fornero e al Presidente Monti, che decisero di ignorarlo. Ma siamo persone responsabili che amano il proprio Paese: prima di quel blocco era operante un sistema di perequazione decrescente con il crescere dell'importo della pensione. Lo si ripristini senza perdere ulteriore tempo. E si apra un confronto serio con le Organizzazioni sindacali perché la Riforma Fornero fa acqua da tutte le parti: il blocco, gli esodati, la pensione a 70 anni, la mortificazione dei giovani. Ci si confronti, si discuta, si trovino soluzioni che funzionano senza commettere ingiustizie: ce la possiamo fare, come ci esorta a credere ogni volta che può.Noi ci crediamo, noi ci abbiamo sempre creduto: ci aiuti a crederci ancora!"

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