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Dossieraggio, Zampa: "Nel 2006 chi pagò la campagna contro Prodi?"

Non è una novità, come ricorda la storica portavoce. Un ventennio fa coinvolse Giorgio Napolitano, decine di politici di tutti gli schieramenti, imprenditori, calciatori e personaggi televisivi, fino alla famiglia Prodi

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Non è una novità: quello che in questi giorni viene definito "dossieraggio", è stato messo in atto non di rado e non solo in Italia. Un'inchiesta della procura di Perugia indaga in queste settimana sugli spioni di politici e vip: "Mi sarebbe piaciuto che la stessa veemenza l’avessero messa nel cercare di individuare chi pagò la campagna diffamatoria, costata un botto, contro Prodi o se la prendessero con la Verità, Il Giornale, Libero per le intercettazioni non penalmente rilevanti pubblicate. Quando lo faranno ascolterò il loro lamento veemente. In caso contrario continuerò a cambiare canale". A scriverlo sui social è la senatrice PD Sandra Zampa, da sempre vicina a Romano Prodi, anche come portavoce e capo Ufficio Stampa. 

Eh sì perché i Watergate, all'amatriciana, di casa nostra, impazzavano anche un ventennio fa, quando a essere spiati furono il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, decine di politici di tutti gli schieramenti, imprenditori, calciatori e personaggi televisivi tramite interrogazioni - illecite - al portale dell'Anagrafe tributaria. Tra questi anche l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi e sua moglie Flavia Franzoni, venuta a mancare a giugno dello scorso anno

Oltre alla "campagna diffamatoria", Zampa ricorda anche "l’invio di sms a pochi giorni dal voto, della notizia che avevano donato casa ai figli". 

Secondo alcuni giornali "lontani" dall'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi e la moglie Flavia Franzoni avrebbero donato la casa ai figli, sfruttando le agevolazioni fiscali fatte dal governo a guida Silvio Berlusconi: "Questo qui non ha pagato la tassa...", scriveva Libero "Prodi tassa gli altri, ma lui ha già donato", campeggiava su Il Giornale.

Fu Flavia Franzoni a spiegare la vicenda alla stampa: "I miei figli si erano sposati e volevamo comprargli una casa - disse in seguito durante un'intervista -  Allora mi informai su quale fosse il modo più corretto per farlo e mi dissero di non dare direttamente i soldi ma fare una donazione. Eravamo a 3 giorni dalle elezioni e partirono valanghe di sms sul fatto che avevamo dato questa donazione in quanto avremmo rimesso una tassa sull’eredità e con questo eludevamo una tassa futura. Questo avvenimento mi offese proprio”.

La donazione, spiegò la moglie del professore, sarebbe stata fatta tre anni prima, inoltre "le cifre in questione sono lontanissime da quei parecchi milioni di euro indicati come soglia oltre alla quale il centrosinistra propone di introdurre l'imposta sulle donazioni e sulle successioni". 

Tra i detrattori di Prodi, vi fu anche Renato Farina, accusato di avere pubblicato un falso dossier su Prodi per il caso Abu Omar in collaborazione coi servizi segreti, con cui ai giornalisti è vietato intrattenere rapporti. Nel giugno 2006, poco prima delle elezioni, lo accusava di avere autorizzato, come Presidente della Commissione Europea, i voli della Cia in Italia. A febbraio del 2003, l’intelligence americana, lo rapì per le strade di Milano, era l’imam della moschea ed era sospettato di terrorismo.

Farina, già deputato del Pdl, venne radiato a marzo 2007, quando, da vicedirettore di "Libero", aveva ammesso di far parte dei servizi segreti e di avere fornito pubblicazioni e notizie false. Poiché si era nel frattempo dimesso, aveva ottenuto l'annullamento della radiazione. A luglio 2014 la richiesta di riammissione, poi accolta.

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