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Lega, Scarano lascia il partito: “Troppi egoismi, per un progetto comune servono punti di vista simili”

Dopo quattordici anni di militanza, l'ormai ex presidente del gruppo consiliare entra nel Gruppo Misto, ma non senza recriminazioni

La conferenza stampa a Palazzo d'Accursio si è aperta con le sue lacrime di commozione e si è chiusa con un lungo applauso da parte di compagni ed elettori. Finisce così, dopo quattordici anni di militanza, l’esperienza di Francesca Scarano nella Lega. L’ormai ex presidente del gruppo consiliare lascia il partito guidato da Matteo Salvini ed entra nel Gruppo Misto, ma non senza recriminazioni: “Questa è una scelta che valutavo da tempo. È una scelta consapevole e sofferta, dopo quattordici anni di vita e di percorso politico e umano. Penso che sia la scelta migliore per me. Non è successo nulla in particolare e non ci sono stati litigi, né è vero che ho intrapreso nuove strade, come letto su un quotidiano. La strada resta la medesima, solo che la percorrerò senza la Lega”

Scarano, davanti a giornalisti ed elettori arrivati per darle sostegno, risparmia le stoccate personali, ma affonda colpi su un partito definito come “verticistico” e “poco concreto”: “Sto accusando una mancanza di progettualità condivisa e a lungo periodo, sono stanca di alcuni modi di fare e di slogan. La Lega doveva essere il movimento che rappresentava il radicamento sul territorio, non solo venire in campagna elettorale e poi sparire e non affrontare temi importanti solo con degli slogan o con dei post sui social network. Radicamento sul territorio significa esserci sempre e andare a fondo nelle questioni trattate”.

Scarano punta il dito su alcune divergenze avute con il partito negli anni passati: “Quando parlavo di Villa Aldini puntavo alla sua valorizzazione, al suo valore storico. Dicevo: ‘Ci rendiamo conto della storia di questo posto? Qui c’è stato anche Napoleone’, ma non interessava a nessuno, nessuno conosceva la sua storia. Uscì fuori solo che c’erano i migranti lì fuori, delegittimando il discorso che avevo fatto io”. Scarano ricorda anche i sacrifici fatti per il bene della Lega, come la sua candidatura alle politiche del 2018 in cui “già sapevo che non sarei stata eletta”.

“Per un progetto comune servono modi e punti di vista simili – conclude Scarano – mentre io ho ravvisato spesso degli egocentrismi che non fanno bene alla politica. Questo però non è un addio. Non mi metto in panchina, anzi: adesso inizio a giocare e questo passo mi dà ulteriore carica. Il Consiglio comunale è un luogo importantissimo dove poter fare ancora tantissime cose”.

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