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Redditi e casa, il bollino Acli: "Bologna non è una città per famiglie"

Ogni anno i servizi delle Acli di Bologna presentano circa 80.000 pratiche. Di queste, circa 40.000 sono quelle legate al welfare

Si è svolta oggi presso la sede delle Acli la presentazione dei dati aggregati, raccolti presso i servizi del Patronato, relativi alla richiesta di pratiche di welfare da parte dei cittadini e delle famiglie. Ogni anno i servizi delle Acli di Bologna presentano circa 80.000 pratiche. Di queste, circa 40.000 sono quelle legate al welfare.

Secondo quanto riportato dai patronati appunto, le pratiche di welfare rappresentano circa il 53% di quelle svolte. Si è verificato un aumento del 15% negli ultimi due anni. Le utenti sono per il 70% donne. Questo evidenzia una maggiore fragilità delle donne bolognesi e un crescente bisogno di servizi di sostegno al reddito e sociali. L’età media dei richiedenti è 55 anni. Il 66% sono italiani e il 34% stranieri (che sono il 15% della popolazione totale a Bologna).

Il Patronato Acli si conferma, si legge nel documento si sintesi, "un punto di riferimento per i cittadini stranieri. I cittadini ucraini che si rivolgono ai nostri servizi per le pratiche di welfare sono raddoppiati nell’ultimo anno (soprattutto si tratta di cittadine ucraine): siamo stati, dunque, un presidio importante per ben 839 ucraine (oltre alle quasi 3.000 già seguite tra servizio colf e Caf)".

Assegno unico universale: "Chiesto di più fuori dalla città"

Secondo l'analisi Acli, poco meno della metà di chi presenta la domanda di assegno unico è genitore single. Questo dato evidenzia bene i mutamenti cui le famiglie bolognesi sono andati incontro. Le donne (mamme) che richiedono l’assegno sono in maggioranza e quelle sole sono quasi la metà. Questo dato ritorna costantemente nello stato civile di chi ricorre alle diverse pratiche di welfare. L’età media delle donne che percepisce l’assegno unico è 44 anni, degli uomini 47 (sappiamo che, ormai, si diventa genitori sempre più tardi).

L’età media degli stranieri che presentano la richiesta di assegno unico è, invece, 42 anni. Questi sono il 28% del totale. Il dato è del 6% inferiore alla media di quelli che fruiscono di altre pratiche di welfare. "Significa che, per lo più, gli stranieri vengono a Bologna per motivi economici, sono pochi a farlo prevedendo o costruendo un progetto di vita in Italia (nascita di figli, creazione di famiglia)".

Infine, chi richiede l’assegno unico è più spesso (rispetto alla media degli utenti degli altri servizi) residente fuori dal Comune di Bologna, nella cintura metropolitana. Questo dipende dai prezzi ormai proibitivi degli alloggi, in affitto e in vendita - e dalla “guerra tra poveri” che si scatena con gli studenti (e i turisti da AirBnB).

Al prossimo Governo i patronati Acli chiedono "di rivedere i criteri di assegnazione dell’Assegno unico (i figli e l’abitazione principale devono avere un peso fiscale diverso da ora). I figli devono essere una ricchezza, non fonte di impoverimento. Lo stesso la prima casa: non è più un bene di lusso".

“La politica riserva poca attenzione alle famiglie” ha concluso Filippo Diaco, Presidente del Patronato Acli. “In questa campagna elettorale speriamo che possano essere messi da parte gli slogan e i proclami via social, per lasciare spazio a programmi che contengano proposte concrete per le famiglie. Politiche serie, lungimiranti sul lungo periodo, non basate sui bonus e che prevedano misure la cui fruizione non debba essere soggetta ai click day o alla attuale, imponente burocrazia, che rende i diritti difficilmente esigibili”.

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