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40 anni dell’Orsa: "Suonavamo sulle panche, un’istituzione a Bologna"

Festa in via Mentana per l'anniversario, musica e letture per ricordare la storia del locale

Cultura e controcultura. Punk, jazz, accademici. Studenti e turisti. Dall'Osteria dell'Orsa, in quarant'anni, ci sono passati tutti. E un libro, 40 anni di Orsa il titolo, cerca di racchiudere tutte le storie e gli aneddoti di quella che per molti musicisti negli anni Ottanta è stata una casa. Tra politica e tagliatelle al ragù.

"Prima c'era una paninoteca, il francese - racconta uno dei fondatori, Maurizio Sicuro, che insieme al fratello Giuseppe e all'amico Franco Bertocchi la rilevò nel 1979 - ci siamo buttati in quest'avventura senza saper far niente, neanche un caffé, l'unica cosa che sapevamo fare era stare insieme e attirare la gente. Accogliere, su questo si basa la storia dell'Osteria, e su questo siamo andati avanti".

Rifugio del Movimento, Sicuro e gli altri venivavo da Autonomia Operaia e il nome lo presero da un testo di Toni Negri. "Eravamo la generazione che sperava di cambiare questo paese - continua Sicuro - eravamo dalla parte giusta". 

"Tra quarant'anni? Spero di brindare e non lavorare - scherza Fabio Rodda, tra i gestori attuali dell'Orsa e curatore del volume - questo posto è un pezzo di storia di Bologna e anche uno specchio della città stessa: adesso è piena di turisti, vent'anni fa, quando sono arrivato io, piena di studenti. Quando è nata, dopo il 77, di punk, musicisti e intellettuali".

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