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Molinella, un murales dedicato a Maradona. Il sindaco: "Simbolo potentissimo e universale"

Il primo cittadino Dario Mantovani su Facebook: "Esistono a Molinella dei pregiudizi anti meridionali? Ovviamente sì. E qui si tocca un nervo scoperto"

A Molinella spunta un murales di Diego Armando Maradona. Ad annunciarlo, sui social, è il sindaco Dario Mantovani, che attraverso un lungo post spiega il perché di questa decisione. "E per me il post già così basterebbe a se stesso. Ma per chi vuole approfondire alcuni concetti, può continuare nella lettura. Riguardano piu che altro una visione di mondo, una weltanschauung - scrive su Facebook il primo cittadino  - Con cui uno può dissentire ovviamente. Ma per l’appunto è la mia. Per punti".

Parte così il lugo elenco: "Molinella certamente è un paese con una storia e una tradizione. Innegabile. Però è anche vero che dopo la fine degli anni ‘80 il paese ha seguito i cambiamenti del mondo: è passato da 11.000 a 16.000 abitanti e negli ultimi 30 anni c’è stato un forte ricambio demografico. Questo già molti anni prima dei miei mandati: dati alla mano - si legge -  Ovviamente siamo dentro una società diversa, molto più eterogenea, il tessuto sociale è cambiato. Quindi bisogna trovare dei terreni d’inclusione. È un compito difficoltoso, anche per i pericoli che comporta: “il giorno della civetta”dell’indimenticabile Sciascia è stabilmente sul mio comodino. Conosco bene il concetto della “linea della palma”. Ma allora viene proprio buono lo sport per includere nella società senza fare compromessi sul piano valoriale del paese. E lo sport ha simboli potenti.  Maradona è ovviamente un simbolo. Potentissimo e universale. Qualcuno ha il ditino alzato perché fuori dal campo non era uno stinco di santo. Per parte mia non sono un moralista nè mai lo sarò. Se gli italiani dovessero applicare a loro stessi gli standard etico morali che applicano agli altri a partire dal vicino di casa, si salverebbero giusto una casalinga di Pozzuoli e un geometra di Vimercate in tutto il Paese. È anche vero che dedicare un’opera a qualcuno è un qualcosa di più: ma qui di Maradona si celebra il ruolo simbolico e il talento. Che era cristallino è indiscutibile".

E ancora: "Esistono a Molinella dei pregiudizi anti meridionali? Ovviamente sì. E qui si tocca un nervo scoperto. Se avessimo fatto un murales su Paolo Rossi (ad esempio) avremo toccato un nervo meno scoperto (tranquilli, nel 2021 ne faremo 5 a tema sportivo e in uno ci saranno Rossi e Scirea. È un giorno mi piacerebbe spendere due parole su Scirea). Ma per l’appunto: bisogna stare lontani dalle generalizzazioni. Inclusione vuol dire portare dentro regole condivise. E quelle regole sono anche più accettate nella misura in cui si responsabilizza una comunità. Facendola sentire anche a casa propria: come in effetti è. Proprio perché a Molinella molte volte ci sono resistenze conservatrici ogni tanto è utile che il Sindaco dia uno strattone verso una direzione, se crede sia quella giusta. Lo so che poi c’è chi si sente strattonato, ma è nell’ordine delle cose. D’altronde è utopistico pensare di procedere nel’unanimismo generale. Certamente qualcuno potrà dire che facciamo cose alle volte divisive. Credo sia vero. Sul breve periodo. Ma noi miriamo a piantare frutti che devono sbocciare su periodi più lunghi - prosegue il post - Ovviamente quando facciamo alcune cose, ci aspettiamo una reazione: oserei dire che, come già detto, ci contiamo anche: serve a far emergere altro. Chi mi conosce sa che c’è sempre un doppio fondo, quando faccio qualcosa. Ed è sempre politico. Chiaramente nell’accezione positivo di “politico”: d’interesse per la polis, per la città. Naturalmente stavolta ci siamo (per qualche ora) anche divertiti: sottolineo che è stata un’opera di volontariato (nessuno ha percepito un compenso) e che i materiali erano le vernici e i pennelli avanzati da iniziative precedenti. Lo dico così almeno ci evitiamo il grande dibattito su come spendiamo i soldi dei cittadini: non ne abbiamo spesi. Ne spenderemo quando faremo future rassegne con artisti più pregiati del sottoscritto".

Il sindaco poi conclude: "Ma durante la pandemia si fanno queste cose? Si. Cerchiamo di fare esattamente tutte le cose che faremmo in periodi normali: ci mettiamo più tempo perché tutto è un poco più difficile. Ma l’attività ha bisogno di essere normalizzata. E magari si sfruttano queste cose per parlare (anche d’altro). Non sono molto interessato alle dichiarazioni in stile Ned Flanders e coniuge. Delle due ho un sadico piacere nel suscitarle. Per il resto, ci si vede in giro nelle forme e nei modi di questi tempi un po’ strani".

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