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Cronaca Casalecchio di Reno

La giovane guardia giurata uccisa dalla Banda della Uno bianca, domenica cerimonia di commemorazione

Momento in ricordo del 26enne esempio di umana solidarietà e sprezzo del pericolo, spinti fino all'estremo sacrificio

Domenica 19 febbraio, alle 10, a Casalecchio di Reno, al cippo dedicato a Carlo Beccari nel Giardino antistante il supermercato in via Marconi 541, si terrà la cerimonia di commemorazione per il 35esimo anniversario della morte della giovane guardia giurata uccisa a soli 26 anni, il 19 febbraio 1988, dalla Banda della Uno bianca.

Durante la cerimonia avverrà la deposizione di fiori da parte dei rappresentanti dell'amministrazione comunale, delle autorità civili e militari e della comunità. Saranno presenti Massimo Bosso, sindaco di Casalecchio di Reno e Paolo Nanni, assessore alla Sicurezza e Protezione Civile, Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione Vittime della Banda della Uno bianca, Davide Dall'Omo, sindaco di Zola Predosa, Stefano Zanarini, vicesindaco di Monte San Pietro, Luca Grasselli, presidente Consiglio comunale Comune di Valsamoggia, capitano Leonardo Bricca, Comandante della Compagnia Carabinieri di Bologna Borgo Panigale, Enrico Tassi, vicequestore della Polizia. Parteciperà anche Veronica Beccari, la figlia di Carlo Beccari che all'epoca aveva tre anni.

Questa la motivazione del conferimento della Medaglia d'Oro al Merito Civile a Carlo Beccari, da parte della Presidenza della Repubblica Italiana: "Guardia giurata addetta al prelievo degli incassi, senza esitare scendeva dal furgone blindato in soccorso dei colleghi investiti da una violenta deflagrazione, ma veniva fatto segno dai colpi esplosi dai malviventi rimanendo ferito mortalmente. Mirabile esempio di umana solidarietà e sprezzo del pericolo, spinti fino all'estremo sacrificio". 

Uno Bianca, Banda spietata, 23 vittime e oltre 100 feriti 

Sono state talmente tante le vittime delle azioni mortali della banda della Uno Bianca che alcune di esse rischiavano di essere presto dimenticate. Per poterle commemorare tutte degnamente e per mantenere vivo il senso dell'enormità della vicenda l'Associazione dei familiari delle vittime decise la creazione di un monumento collettivo e di una data comune (il 13 ottobre) in cui ricordare, almeno ogni anno, tutti i caduti per mano degli stessi assassini.

l gruppo criminale agì tra Emilia Romagna e le Marche dal 1987 al 1994, in poco più 7 anni mise a segno oltre 100 azioni criminali, lasciandosi dietro una scia di 23 vittime e oltre 100 feriti .

Hanno rapinato caselli autostradali, supermercati, banche, uffici postali; sparando e uccidendo. Ma hanno fatto fuoco pure quando non c’era un soldo da portar via o nemmeno ci pensavano al denaro, magari solo perché ce l’avevano con i nomadi o con persone dalla pelle scura. Tra i morti ci sono 5 carabinieri e un ex carabiniere, 1 poliziotto, 2 guardie giurate, 2 extracomunitari, 2 nomadi e altre 10 persone che si trovavano al lavoro nei luoghi delle rapine o hanno incrociato per caso la follia omicida di Fabio e Roberto Savi e dei loro complici.

Spesso le loro azioni malavitose somigliarono ad incursioni militari, con un volume di fuoco impressionante. Tra i fatti più sanguinosi l’assalto ad un ufficio postale, in via Mazzini a Bologna, fecero addirittura esplodere un ordigno che provocò 67 feriti.

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