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Cronaca Budrio

Demolizione Palazzina Marconi: lettera ai sindaci per salvarla. 120 giorni per verifiche

Molti i sostenitori in prima fila per tutelare il Centro trasmittente di Budrio, a rischio demolizione. La Soprintendenza si riserva di verificare e blocca la costruzione del centro commerciale

Molti lettori, radioamatori e quanti hanno a cuore l’enorme lascito del Premio Nobel di casa nostra ci ribadiscono la necessità di tutelare quella che fu la prima broadcasting a onde medie, inaugurata il 9 Agosto 1936 e progettata da Marconi Gugliemo Marconi in persona, come testimonia una targa marmorea del 1947 sulla palazzina principale in cui si leggeva: Trasmittente Guglielmo Marconi / dedicata nel cinquantenario /  della grande scoperta / 1897 – 1947. Non solo: all'interno dell'area del centro trasmittente ci sono animali di ogni specie in cui hanno trovato rifugio…”gli animalisti lo sanno?” chiedono i componenti del Comitato Marconi.

Palazzina Guglielmo Marconi - Gentile concessione Comitato Marconi

LA LETTERA INDIRIZZATA A MEROLA E AL SINDACO DI BUDRIO. In prima fila per osteggiare la demolizione dunque proprio il Comitato Marconi insieme ad ARI (Associazione Radioamatori Italiani) che non intendono mollare e insistono sulle disposizioni del D. Lgs. n. 42/2004 (comma 1 dell'articolo 12) e cioè la verifica degli edifici con più di 70 anni da parte della Soprintendenza, che, pare, non sia stata interpellata per tempo. Questa la lettera indirizzata ai sindaci da parte del Comitato:

Egregi Signori Sindaci dei Comuni di Budrio e di Bologna,

con riferimento alla distruzione del Centro Trasmittente di Budrio della RAI, sito nel Comune di Budrio, su terreno di proprietà del Comune di Bologna, e quindi alla sua distruzione, è veramente una cosa vergognosa e deleterea. Senza contare che con lo spegnimento dell'impianto, la RAI non riesce più a coprire alcune zone di utenza per mancanza di segnale.
Sarebbe stata invece, a mio avviso, un'enorme occasione per Voi di trasformare il Centro in un Museo, cosa peraltro che sarebbe potuta diventare fonte di reddito per le Casse del Vostro Comune, rendendo il Centro della RAI di interesse tecnologico e storico.
Auspico quindi che vogliate ritornare sulla Vostra decisione procedendo alla riattivazione e alla conservazione del Centro Trasmittente di Budrio nel senso da me indicato.
Una cosa e' certa, lo smantellando dello storico centro trasmittente di Budrio, voluto da Guglielmo Marconi ed a lui intitolato, non fa certo onore ad un servizio pubblico degno di tale nome.
Le apparecchiature ivi presenti, ad esempio, potevano essere anche affittate ad altre emittenti radio, per la sperimentazione di nuove tecniche trasmissive come accaduto in altri paesi.
Per quale motivo qualcuno in italia, sta impedendo ai privati di utilizzare le Onde Medie???
Segnalo la pubblicazione di un vecchio articolo sul centro trasmittente di  Budrio il quale  doveva diventare un Centro di studi e di scienze, in special modo nel campo della radio: lo avevano perorato il prof. Quirino Majorana, il prof. Sartori, l'ing. Aldo Righi  e il comm. Bruno Cavalieri Ducati. Il Comune  di Bologna aveva assicurato che sarebbe stato sempre in prima fila perché l'alta, nobilissima iniziativa divenisse realtà.

Il Centro Trasmittente ad onde medie di Budrio (Bo)

LA STORIA DELLA PALAZZINA. La palazzina, di proprietà del Comune di Bologna, sembra sia stata venduta al colosso Maccaferri per la realizzazione del centro commerciale, ma da indiscrezioni apprendiamo che la Soprintendenza si è presa 120 giorni di tempo, ergo verificherà l’effettivo interesse storico dell’edificio e potrebbe annullare l’atto di vendita per procedimento in atto. Oltre ad aziende alimentari e centri commerciali, gli appassionati rivendicano che anche “La Rai ormai da molti anni ha in atto una politica di smantellamento sia delle trasmissioni che degli stessi impianti in onde medie e corte non garantendo più così i servizi dedicati agli italiani residenti all'estero”.

I MOTIVI PER SALVARE L’EDIFICIO. Non sono solo questi i motivi per salvare la palazzina Rai Way, secondo quanti si sono appassionati al suo destino. Il centro rappresentò un importante mezzo di comunicazione durante l’ultima guerra, infatti fu mantenuto in efficienza per diffondere programmi in lingua tedesca e le informazioni ai comandi militari, quindi propaganda contro le truppe alleate. Nell'ottobre del 1944, il centro fu abbandonato per la distruzione alle apparecchiature e l'abbattimento delle torri, fra cui erano tesi i “dipoli irradianti” (antenne). Ne fece le veci un secondo trasmettitore installato a Bologna presso il palazzo della Mercanzia, oggi sede della Camera di Commercio, grazie al quale il 21 aprile 1945 fu possibile comunicare  ai bolognesi la notizia dell'ingresso degli alleati in città e l'imminente fine dei combattimenti. Nell'immediato dopoguerra l’impianto budriese venne riattivato per irradiare il programma nazionale con una intensità e qualità superiori rispetto a quelle garantite dal trasmettitore in esercizio a Bologna.
 

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