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Cronaca Budrio

Budrio: demolizione palazzina Rai Way di Guglielmo Marconi, è scontro

Un ipermercato al posto della palazzina Rai Way degli anni '30, il centro radio Guglielmo Marconi poi rimaneggiato. Il Movimento 5 Stelle e la rete contro l'amministrazione budriese

Non ancora placate le proteste per l’abbattimento della seconda antenna di trasmissione a onde medie (la prima era stata demolita nel 2006), progettata da Guglielmo Marconi, per far posto ad un’azienda alimentare, e già si preannuncia caldo l’autunno budriese: la palazzina Rai Way, a Cento di Budrio, voluta da Guglielmo Marconi e a lui intitolata, dovrà fare spazio a un centro commerciale by Meccaferri, colosso immobiliare bolognese attivo dal secolo scorso.

Si grida alla speculazione ed è come al solito è la rete a fare da cassa di risonanza, portando all’attenzione alcuni documenti, tra cui il filmato dell’Istituto Luce “Radio Italiana anno XVI” del 1937-38, che già parlava del centro radio, o il libro Budrio Casa Nostra, della storica Fedora Servetti Donati, dove si legge: “Oltrepassato Budrio-nuovo, sulla sinistra della Via Zenzalino Sud, vediamo profilarsi nel cielo due altissime antenne su sui si accendono durante la notte fari rossi a luce intermittente; ed edificio quadrangolare, semplice come una villetta, appare fra i filari di peschi e ciliegi: è la Stazione Radio di Bologna, costruita e solennemente inaugurata nel 1935”. E’ qui l’inghippo poiché il “D.Lgs. 41/2004 (art. 12) prevede per tutti gli edifici pubblici con più di 70 anni una necessaria verifica di interesse culturale da parte della Soprintendenza dei beni artistici ed architettonici, cosa che non era stata fatta” ci dice Antonio Giacon, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel consiglio comunale di Budrio e avversario dell’attuale primo cittadino alle ultime amministrative.
Eppure, nel permesso di costruzione si legge “Gli edifici storici o tradizionali e le loro pertinenze non vengono modificati, ma è prevista solo la demolizione degli edifici di fattura recente di Ray Way (edifici successivi al 1950)”.

Era dunque necessario sentire il punto di vista del Sindaco di Budrio Giulio Pierini: “Nello specifico non so di inaugurazioni, se non di quella dei primi  anni '50, alla presenza del Sindaco di Bologna Dozza. Nessuna discrepanza: quello che risulta sull'edificio degli anni '30 è che ha subito diversi rifacimenti nel corso del dopoguerra, anche a  seguito di un bombardamento bellico. Segnalo che oggi l'edificio è vuoto: è stato svuotato, con modalità che non conosco, delle strumentazioni storiche che sicuramente hanno un valore storico e scientifico e che oggi, quindi, non sono più in  possesso della Rai.”
 Non sta a me decidere se debba essere mantenuto o meno” continua Giaconanche se non stiamo parlando di un edificio qualunque, ma di un monumento storico importante per tutta la cittadinanza. Da qui infatti veniva trasmesso il segnale di Radio Bologna, la prima radio dei Bolognesi. Non è possibile cancellare un pezzo del nostro passato e di memoria storica di Budrio per lasciare spazio ad un banale centro commerciale. La datazione è un fatto importante perché la legge vincola l'abbattimento dell'edificio al parere della Sovraintendenza, bastava guardare un po’ di notizie in rete…
Ma c’è dell’altro. Secondo Giacon “un polo commerciale di questa portata, si sarebbe certamente avvantaggiato della prevista uscita autostradale del Passante Nord (enti locali e Comuni coinvolti hanno firmato un verbale d’intesa qualche giorno fa – n.d.r.), mentre sembra che non passerà più per Budrio”.
Di diverso avviso il Sindaco: “Il centro commerciale non è di grandi dimensioni: un centro di grandi dimensioni è il Centro Nova che è il doppio di quello previsto a Budrio. Inoltre l'Area produttiva ecologicamente attrezzata (progetto con elevati standard di qualità ambientale che lo qualificano tale-n.d.r.) non è stata pensata solo sulla base dell'uscita autostradale del Passante Nord che, con il "vecchio" disegno, avrebbe visto la luce ottimisticamente tra 10-15 anni. E' ovvio invece che soggetti privati  e istituzioni vorrebbero che l'APEA (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata – n.d.r.) si concretizzasse molto prima, in pochi anni, già a partire dall'autunno. Come già detto pubblicamente, l'impegno di Comune e privati è stato quello di allestire all'interno del centro commerciale una  testimonianza storica e documentale del centro Rai, con la collaborazione della Fondazione Marconi e degli stessi radioamatori. In un incontro con il responsabile bolognese dell'associazione dei radioamatori e il Presidente della Fondazione  Marconi si era concordato proprio questo progetto”.

RAI WAY:
La stazione radio di Bologna, voluta dallo stesso Marconi, sorge presso Cento di Budrio, su terreno di proprietà del Comune di Bologna, e rappresentò la prima grande stazione Marconi di radiodiffusione costruita interamente in Italia.
 

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