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Cronaca

Come l'abbigliamento griffato (rubato) finisce sui banchi dei mercati

Lo raccontano le indagini che hanno disarticolato una banda di specialisti: con un modus operandi ben collaudato svuotavano magazzini delle grandi marche e riempivano i banchi del mercato

Prima un telefonista chiamava per individuare le aziende che avrebbero spedito la merce, poi i finti corrieri si presentavano nei  magazzini per effettuare il carico, rigorosamente griffato. Infine c'era chi si occupava di piazzare i prodotti -che sarebbero stati destinati alle boutique - sui banchi dei mercati. Questo il modus operandi di una banda sgominata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania ritenuta responsabile di una serie di furti ai danni di imprese tessili di pregio -a Bologna e in altre città del nord-Italia -tra luglio e dicembre del 2022. All'esito delle  indagini sono state arrestate 7 persone (5 in carcere, 2 ai domiciliari) ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata ai furti. 

Almeno 18 furti per 400mila euro

La banda avrebbe messo a segno 18 furti (uno tentato poiché la titolare della ditta si è insospettita) a cui avrebbero partecipato 14 persone, ora indagate. L'operazione è stata denominata "Pacco Matto" è ha consentito di recuperare circa 400.000 euro di merce. Le indagini erano partite dopo due furti avvenuti nei mesi di luglio e agosto del 2022 ai danni di due aziende di alta moda con sede nella provincia di Verbania. 

OPERAZIONE PACCO MATTO 3

Finti corrieri e riciclo della merce griffata nei mercati rionali

Prima vi era dunque un contatto telefonico preliminare, effettuato da Napoli, durante il quale il “telefonista”, a capo del gruppo criminale, contattava l’azienda fingendo di essere il corriere incaricato al ritiro di merce presso i magazzini dell’impresa, e così organizzava in modo fraudolento con l’ignaro interlocutore il ritiro del materiale. Ovviamente l’azienda “vittima” del gruppo aveva effettivamente in programma una consegna in favore di una società di logistica, e la banda lo sapeva bene. Come? Il telefonista nel corso della giornata, tempestava di chiamate una lunghissima serie di società, individuando i numeri on-line, nel tentativo di individuare quella che effettivamente aveva una pronta consegna programmata.

Stabilito il ritiro si procedeva con l'arrivo nei magazzini dei falsi addetti, muniti di divise con loghi di imprese di spedizioni, a bordo di furgoni a noleggio a cui venivano cambiato le targhe. A questo punto avveniva il ritiro della merce, poi stoccata in garage e magazzini in attesa di essere trasportata a Napoli dove sarebbe stata immessa nel circuito dei mercati rionali.

OPERAZIONE PACCO MATTO

L'organizzazione e gli arresti

Dei 7 arresti uno è stato eseguito ad Arluno (MI), si tratta di un 77enne originario di Napoli che rappresentava la base logistica nel nord Italia per le batterie dei finti corrieri. Gli altri 6 sono stati rintracciati tra il capoluogo campano e San Giuseppe Vesuviano.

Secondo le ricostruzioni, al vertice dell'organizzazione ci sarebbe stato un 66enne già condannato per reati contro il patrimonio. Gli altri componenti del sodalizio sono un 40enne già ristretto in carcere a Poggioreale per altra causa, e altri tre soggetti (tra i 20 e 64 anni) che rivestivano il ruolo di finti corrieri. Il più giovane del gruppo -28enne rintracciato a San Giuseppe Vesuviano- sfruttando anche la sua posizione di dipendente di una società di trasporti, estranea alle indagini, si occupava invece del trasferimento della merce rubata dal nord Italia verso il capoluogo campano.

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