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Cronaca

Bologna-Ravenna, Volt: "Autostrade non pianterà gli alberi concordati"

Il movimento si rivolge alla Regione perché la svolta green "parta dal rispettare gli accordi di valutazione di impatto ambientale già esistenti"

Autostrade da allargare e alberi che spariscono: fa discutere la realizzazione della quarta corsia dell'A14 tra Bologna e Ravenna e  "le opere compensative che non ci saranno". Punta il dito il movimento Volt, che se la prende sia con Società Autostrade sia con la Regione Emilia-Romagna.

"Per poter allargare l'autostrada, cementificando 36 chilometri di terreno fertile e abbattendo 20 ettari di fascia verde - affermano Silvia Spinelli ed Emma Bacci di Volt Bologna - era stata concordata tra Regione e Autostrade la piantumazione di 200 ettari di fascia boschiva come opera compensativa. Senonché Società Autostrade ha deciso di non piantumare quegli alberi. Ne piantumeranno al massimo 30, a fronte dei 20 che verranno tagliati. Ma per la Regione è tutto ok: 'Il progetto va portato avanti, è indispensabile farlo il prima possibile'". In questo modo, però, "perdiamo 170 ettari di foreste che spettavano per legge alla nostra pianura e ai nostri polmoni - attacca Marcello Santarelli di Volt - e assistiamo alla perdita di altri 36 chilometri di terreno". Il movimento si dice "esterrefatto" ed esprime tutto il suo "dissenso".

Volt si rivolge quindi alla vicepresidente Elly Schlein, all'assessore regionale all'Ambiente, Irene Priolo, e alla consigliera dei Verdi Silvia Zamboni, perché la svolta 'green' tanto decantata dalla Regione "parta dal rispettare gli accordi di valutazione di impatto ambientale già esistenti. Perché se non possiamo avere una conversione ecologica con questa Giunta, si smetta per lo meno di fare passi indietro. Ci piacerebbe che dagli annunci dei quattro milioni di alberi che verranno piantati durante questa legislatura si passasse ai fatti, cominciando a piantare gli alberi previsti per legge a compensazione delle cementificazioni".

Il movimento cita anche la Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana e il Passante di Bologna, "tutte opere che vanno nella direzione contraria agli annunci di conversione ecologica sbandierati in campagna elettorale. Così non possiamo andare avanti". (Dire)

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