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Cronaca

Clima, Bonaccini: “Serve piano nazionale”. E la Regione studia gli eventi estremi con i big data

Il governatore su Facebook: “Siamo vicini a Toscana e Veneto”. Ma avverte: “Non si può negare l’evidenza”

Il maltempo torna a scuotere il centro e il nord Italia. In Toscana sono più di un milione le persone coinvolte dall’alluvione improvvisa di ieri, mentre nel bolognese e in altre zone dell’Emilia-Romagna si torna a contare i danni dovuti alle esondazioni dei fiumi. “Un'altra giornata drammatica per gran parte del nostro Paese a causa del maltempo” commenta amaro Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, in un post su Facebook. “I cambiamenti climatici non sono più un'emergenza – continua Bonaccini – ma un dramma costante, pressoché la quotidianità, che va affrontato con una nuova consapevolezza e nuove politiche. Serve un piano nazionale di investimenti sulla messa in sicurezza del territorio e la cura del dissesto idrogeologico, che veda insieme istituzioni nazionali ed enti locali, forze politiche e parti sociali, atenei e organismi scientifici. Perché nessuno può farcela da solo. Invece di negare l'evidenza o avvalorare tesi infondate. Invece di continuare ad agire a disastri compiuti e non con interventi di prevenzione” conclude.

Big data

Intanto, la Regione Emilia-Romagna continua a lavorare per la prevenzione di eventi climatici estremi. Come scrive l’agenzia Dire, in viale Aldo Moro è nata la piattaforma European extreme events climate index, indicata con la sigla E3CI e sviluppata dalla fondazione Ifab (International foundation big data and artificial intelligence for human development) dell'Emilia-Romagna, in collaborazione con Cmcc (Fondazione centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) e Leithà. L’obiettivo della piattaforma è quello di prevenire gli eventi climatici estremi analizzando, quantificando e monitorando i dati.

In particolare, spiega la Fondazione Ifab, l'E3CI "è un insieme di indici" che forniscono "informazioni sulle aree interessate da diversi tipi di pericoli meteo-indotti e sulla gravità di tali eventi". La piattaforma riporta tutti i dati raccolti dal 1981 ad oggi in tutta Europa e individua sette tipi di eventi climatici considerati estremi: ondate di caldo; di gelo; precipitazioni estreme; siccità; venti estremi; grandinate; incendi. Per ognuna, su scala mensile, "la stima di un indicatore permette di identificare le tendenze e le variazioni nel numero di eventi estremi, consentendo una migliore comprensione degli eventi occorsi". Da questi dati, risulta che negli ultimi dieci anni c’è stato un aumento delle temperature e sono diventati più frequenti i cosiddetti "colpi di frusta idroclimatici", ossia lunghi periodi di siccità alternati a brevi momenti con pioggia e grandine. In Emilia-Romagna, in particolare, le ondate di calore sono quattro volte più frequenti oggi rispetto a 30 anni fa. Inoltre, il 90% dei mesi più piovosi sono concentrati nell’ultimo decennio. 

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