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Cronaca Centro Storico / Via Indipendenza

FOTONOTIZIA. Recupero: gli spazi di affissione diventano installazioni "Cheap"

Il progetto coinvolge tre artisti visivi italiani da tempo attivi nell’ambito della street art: 2501, James Kalinda e Signora K, autori caratterizzati da stili molto diversi che, tuttavia, hanno collaborato spesso

In occasione di Art City Bologna, Cheap ha proposto due interventi site specific che hanno visto coinvolte altrettante vie di grande passaggio collocate all'interno o nelle immediate vicinanze del centro storico. Gli interventi (fatti da domenica 18 a venerdì 23  gennaio 2015) sono realizzati su una serie di spazi affissivi in disuso di proprietà del Comune di Bologna, traducendosi in una composita installazione temporanea volta a recuperare, reinterpretandole, le potenzialità comunicative di tali spazi di proprietà collettiva, un tempo utilizzati per l'affissione di avvisi comunali.

Più nello specifico, le strade interessate saranno viale Masini, via Indipendenza e via San Giuseppe, in un ideale percorso “a L” che coinvolgerà in totale settanta tabelle affissive. Il progetto pensato per Art City Bologna 2015 coinvolgerà tre artisti visivi italiani da tempo attivi nell’ambito della street art: 2501, James Kalinda e Signora K, autori caratterizzati da stili molto diversi che, tuttavia, hanno collaborato diverse volte tra loro.

2501 | Viale Masini

Negative Spaces 02 è il titolo dell'intervento che 2501 ha realizzato sulle bacheche del muro di cinta dell'autostazione, scandito da ben 13 moduli composti ciascuno da un trittico di bacheche: una centrale (200x140 cm) affiancata da due di dimensioni inferiori (100x140 cm), per un totale di quarantatre spazi affissivi.

L'”unità base” che verrà utilizzata dall'artista per il suo intervento sarà una serie di fogli di carta 70x100 cm, che verranno fissati temporaneamente su ciascuna tabella affissiva, per poi essere dipinti a mano senza riguardo per i limiti spaziali imposti dalla dimensione del foglio stesso; in questo modo, il segno tracciato dall'artista sconfinerà sulla superficie di ciascun billboard.

Mediante la continua sovrapposizione di fogli di carta che vengono traslati, l'insieme del surplus di segni lasciati sull'area affissiva di ciascuna bacheca comporrà un'altra forma, capace di materializzare graficamente lo spazio negativo. Oltre ad essere riempimento, la nuova immagine così prodotta incarna anche un intervallo, che diventa equilibrio tra pieni e vuoti.

L’opera, rappresentativa della poetica minimalista dell’artista e dei suoi stretti rapporti con la cultura architettonica, verrà completata a metà febbraio con la transposizione della tecnica utilizzata per realizzare i poster, direttamente sul muro con l'utilizzo di vernici e china. L'opera completa trasformerà completamente la simmetria e la spazialità delle 43 bacheche, che appaiono così trasfigurate dalla presenza di tracce sottili, al contempo ripetitive e irregolari, interne ed esterne.

James Kalinda e Signora K | Via Indipendenza e Via San Giuseppe

La centralissima via Indipendenza è il contesto in cui sono stati installati i progetti di James Kalinda e Signora K, tra cui sono suddivise le 24 bacheche collocate sotto i portici: ventuno con dimensioni 70x200 cm, due 100x300 cm, una 100x140 cm.

Mentre le cifre caratteristiche del progetto di 2501 risiedono nell'intervento di pittura a mano e nel ricorso a potenti forme astratte, la proposta di James Kalinda e Signora K si incentra su un linguaggio figurativo, altrettanto forte e penetrante. I poster sono il risultato non della stampa di un vettoriale, quanto piuttosto di una scansione da disegno.

James Kalinda parte da una riflessione sul rapporto tra madre e figlio. Da qui, in uno slittamento di dimensioni sempre più allargate, arriva a ricomprendere la relazione con la società, dimensione con cui i nuovi nati si rapportano costantemente già da subito.

Gosthmother – titolo dell'installazione – riprende soggetti e schemi compositivi di ritratti infantili d'epoca: ciascun bambino veniva messo in posa davanti all'obiettivo fotografico, mentre le madri li sostenevano, coperte di teli; una volta sviluppata l'immagine, le donne venivano escluse dal campo visivo per mezzo di un passepartout.

Al bianco e nero rigoroso e sporco di James Kalinda fanno da contrappunto inserti di disegni infantili monocromi, che sovrastano parti dei soggetti.

La figura femminile fa da ideale collegamento tra i progetti dei due artisti. Mentre tuttavia nel caso di James Kalinda la donna quasi si impone per la sua assenza, il lavoro di Signora K la rimette al centro, rappresentandola nella sua connotazione di “madre-dea”, artefice di una nuova connessione tra l'essere umano e le sue origini, intese come elemento naturale.

La scelta di una netta bicromia, che staglia i soggetti su uno sfondo assolutamente bianco, sottolinea la separazione e, al contempo, il ricongiungimento tra le due diverse sfere: l'umano – in nero – e l'animale – in color oro. A fare da ponte, l'elemento vegetale, da sempre utilizzato, nelle culture popolari, come come elemento magico in grado di favorire le guarigioni.

Cheap Festival. Organizzato per la prima volta nel maggio del 2013, Cheap è un festival a cadenza annuale che coinvolge attivamente ampie porzioni dell’area cittadina bolognese, portando avanti un progetto di rigenerazione urbana degli spazi comuni attraverso una delle forme di public art più innovative e vitali degli ultimi anni: la street poster art.

Realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna, fin dal suo esordio Cheap ha scelto di intervenire creativamente sulle periferie cittadine, coinvolgendo le Amministrazioni Locali nella ricerca di spazi di proprietà collettiva che diventano così la base d’intervento per la realizzazione di progetti site specific ad opera di street artist italiani e internazionali invitati direttamente dall'Organizzazione del festival.

A marzo 2014, grazie al sostegno del Comune di Bologna, nasce Cheap ‘n’ board, progetto che si impernia sul riutilizzo di circa 300 tabelle affissive di proprietà pubblica da lungo tempo dismesse e ancora oggi diffusamente dislocate all’interno del centro storico cittadino.

Più nello specifico, Cheap ‘n’ board è pensato come un’installazione temporanea che si traduce in una serie di interventi site specific realizzati di volta in volta da artisti diversi, in un’operazione volta complessivamente a recuperare, reinterpretandole, le potenzialità comunicative dei pannelli un tempo utilizzati per l’affissione comunale.

Gestiti direttamente dall’Organizzazione del Festival, gli interventi vengono proposti più volte nel corso dell’anno e rappresentano un vero e proprio “esperimento” – assolutamente inedito per Bologna – di riappropriazione artistica dello spazio pubblico.

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