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Cronaca

Bio distretto in appennino: tour del comitato nei comuni

Ripopolare le terre interne con attività a rinnovato valore aggiunto. In alcuni casi il bio è già al 75 per cento

Riportare la popolazione nei borghi e nei terreni dell'Appennino bolognese, attraverso un progetto di biodistretto per le colture biologiche ad alto valore aggiunto e che valorizzino i prodotti locali. E' la scommessa che un comitato promotore intende pubblicizzare a tutti i comuni interessati, in ambito metropolitano.

il Comitato promotore del progetto è in tour nella provincia e oggi fa tappa a Bologna, a Palazzo D'Accursio con un incontro in presenza e online. Ci saranno Legambiente e Slow Food, ed anche Daniele Ara, assessore all'Agricoltura del Comune di Bologna, che sta lavorando per un'adesione formale al progetto.

Valorizzare le colture locali e riportare residenti in Appennino

Uno studio di fattibilità ha evidenziato infatti che già oggi il 33% delle superfici agricole è coltivato con tecniche biologiche certificate, mentre in alcuni Comuni la percentuale raggiunge addirittura il 75%. Il biodistretto ha l'obiettivo di valorizzare le specificità locali riportando in montagna la lavorazione e la trasformazione dei cibi prodotti sul territorio, contribuendo così a creare un'economia, e anche una cultura, di comunità.

L'amministrazione Lepore "supporta questa iniziativa importante di valorizzazione dell'Appennino e a supporto della food policy della città, stiamo lavorando per l'adesione formale- conferma Ara- il distretto di Bologna sarà contiguo a quello di Firenze che, oltre al territorio dell'appennino fiorentino, coinvolge anche il capoluogo". L'incontro di oggi a Bologna arriva dopo quelli di Fontanelice e Monghidoro; prossime tappe, invece, a Sasso Marconi (4 maggio), Monte San Pietro (5 maggio) e San Lazzaro di Savena (12 maggio).

Il comitato promotore ha scelto appunto lo strumento della Fondazione "per mantenere la rappresentatività di ruoli anche molto diversi tra loro, perché il Biodistretto non dev'essere formato solo da produttori agricoli biologici ma si estende a tutta la società civile potenzialmente interessata a un modello di agricoltura che tutela e sviluppa i territori montani".

Venti soci, tra Lizzano e Castel del Rio

Tra i potenziali soci ci sono imprese agricole e allevatori bio o in via di conversione, attività di ristorazione, commercio, produzione e trasformazione dei prodotti, ma anche artigiani, istituzioni e il mondo delle associazioni.

"Cna Bologna sostiene con convinzione il progetto del Distretto biologico dell'Appennino bolognese, siamo tra i fondatori perché siamo convinti che diventerà un soggetto fondamentale per lo sviluppo sostenibile della nostra montagna e di tutto il territorio bolognese", afferma Claudio Pazzaglia, direttore Cna Bologna. Per Cna il referente del progetto sarà Matteo Calzolari, maestro fornaio, e, insieme alla sua azienda, altre imprese agroalimentari di Cna entreranno nel Distretto.

Per il momento i soci sono una ventina di imprese produttrici di vino, grano, latte e miele, distribuite su di un territorio vasto che va da Lizzano a Castel del Rio. "Ma anche la città e la sua società civile dev'essere coinvolta nel progetto". Dunque invito a istituzioni, associazioni, agricoltori, allevatori e a "tutti i cittadini" a conoscere la Fondazione. "Vogliamo costruire progetti innovativi, che possano interessare anche il mondo giovanile e diventare poi un modello replicabile in tutti gli Appennini", dice Lucio Cavazzoni, presidente del Comitato promotore.
 

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