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Cronaca

Blitz della Finanza nella logistica bolognese: "Bancarotta dopo debito milionario", imprenditore in manette

Ai domiciliari un imprenditore originario della Calabria, titolare di due imprese di spedizioni operanti nel capoluogo emiliano. Sequestrati anche veicoli e immobili

Un imprenditore di 63 anni, originario del crotonese, è stato arrestato ed è ai domiciliari, al termine di una operazione della Guardia di Finanza, che su richiesta della procura calabrese ha portato anche al sequestro di due società di consegne, operative nel bolognese ma con la 'testa' in Calabria. Le accuse sono di bancarotta. Anche altri tre soggetti coinvolti sono stati denunciati per le medesime ipotesi di reato a vario titolo, all’autorità giudiziaria inquirente. Le indagini sono ancora aperte.

Gli inquirenti ritengono, secondo quanto riportato, la sussistenza di "gravi indizi in ordine al reato di bancarotta distrattiva e documentale" relativa al fallimento di una società di auto trasporti dallo stesso amministrata, avvenuto a causa di un debito di oltre un milione e settecento mila euro generato da una "sistematica e pluriennale evasione fiscale e contributiva".

All'operazione hanno partecipato anche i finanzieri di Bologna, con il sequestro di due società di autotrasporti. Come detto le due società avevano sede legale nella provincia di Crotone, ma erano operanti nel territorio del capoluogo emiliano e sono ritenute da chi indaga lo strumento attraverso il quale il citato imprenditore ha proseguito indisturbato l'attività poi contestata.

Bancarotta dopo debito milionario: le accuse

Le indagini delle Fiamme Gialle hanno contestato all'imprenditore diversi fatti, primi tra tutti quelli relativi alla fase immediatamente antecedente al fallimento e al fine -secondo l'accusa- di eludere gli effetti della procedura concorsuale:

Il 63enne avrebbe avuto un ruolo nel trasferimento, anche mediante contratti di vendita simulati, dei beni aziendali, tra cui 9 autocarri e dei dipendenti in una nuova società, creata ad hoc e intestata a un suo familiare. Non solo, all'uomo è addebitata anche l'appropriazione, attraverso l’utilizzo strumentale di un conto corrente intestato a un avvocato di Bologna compiacente, di un credito commerciale di circa duecento mila euro. Infine all'imprenditore è contestato anche l'occultamento della documentazione contabile della società fallita.

Secondo i finanzieri, il citato imprenditore avrebbe adottato un analogo schema fraudolento anche nella gestione della nuova società la quale, dopo aver accumulato in breve tempo ingenti debiti per oltre settecentomila euro nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps e dell’Inail, è stata svuotata mediante la cessione di beni aziendali, forza lavoro e avviamento ad una terza impresa avente stessa sede operativa ed intestata, questa volta, ad un ex dipendente.

Le società sequestrate sono state affidate ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Crotone affinché possa gestirne il patrimonio, composto, tra l’altro, da oltre 35 automezzi pesanti ed autovetture, preservando i diritti di lavoratori dipendenti, clienti e fornitori.

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