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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Dalle crack house allo spaccio a cielo aperto: "Ho visto Scampia sotto le due Torri"

INTERVISTA a Claudio Camarca regista e conduttore di "Avamposti", che porta in tv le piazze di spaccio: "Bologna sembra essere un porto franco. Mi ha colpito molto l'atmosfera di impunità"

Le operazioni anti-droga dei Nuclei Operativi dei Carabinieri di Bologna. E' il nuovo viaggio della troupe di "Avamposti",  la serie tv firmata dal regista e giornalista Claudio Camarca, in onda sul Nove oggi, 4 luglio, alle 21.25. La puntata di questa sera racconta le piazze di spaccio del centro storico felsineo. Bologna Today ha intervistato Claudio Camarca. 

"Se Piazza Verdi fosse stata in meridione ... E' normale accusare il sud, Napoli, Palermo, Foggia, Reggio Calabria, invece ho visto la più grande piazza di spaccio a cielo aperto d'Italia, io sono stato in diverse città di spaccio. Ho visto Scampia sotto le due Torri, nel silenzio degli amministratori locali e nazionali. Poco si parla di Bologna in questo senso, sono numerosi anche i casi di overdose. Sono stato in città per 20 giorni,  le ragazze che ho incontrato mi hanno parlato della paura di tornare a casa di sera, a fine della serata si fa la conta 'chi accompagna chi'. Secondo me - continua Camarca - è sintomatico di un disagio profondo, sono venuto a Bologna per scoprire come la raccontano e come effettivamente vanno le cose". 

Cosa ti ha sorpreso di Bologna? "Mi ha colpito molto l'atmosfera di impunità totale che permette di alzare sempre la soglia - mi spiego - ti fai la striscia sulle scale del Teatro Comunale mentre io ti sto guardando, e la macchina da presa ha registrato. In un caso mi sono fermato a pochi metri da due persone che tiravano cocaina e poco lontano c'era un uomo in divisa. Gli studenti stessi parlano di divertimento e del tanto tempo che hanno davanti e quindi sono spesso fuoricorso, mantenuti dai genitori quindi. 

E' una città raccontata per il buon vivere Bologna e non per il suo aspetto criminale ed è stato tutto ripreso dalla telecamera. Il numero di piazze di spaccio del centro storico si susseguono, sono una dietro l'altra. Un migliaio di persone in Piazza Verdi che di sera si fanno di qualcosa". 

Come te lo spieghi? "Con l'arrivo in città di tanti giovani, in modo da alimentare il mercato degli affitti, per mettere nelle case tanti studenti. E' sicuramente un fatto economico, ma c'è anche una volontà politica, ossia non interferire con quelli che stazionano lì. Del resto un pattuglione per mandarli via è scomodo, è come l'albergo di Firenze da dove è scomparsa la piccola Kata, quello stabile è conosciuto, è in centro, perché non si interviene? Se devi sgomberare, bisogna trovare i posti per alloggiarli. 

Se per sgomberare il centro storico di Bologna si impiegasse un numero importante di forze dell'ordine, poi dove li mandano? Sarebbe anche impopolare... Quando tu equipari la cocaina alla birra, diventa pericoloso, ho notato una sottovalutazione del fenomeno droghe, questa ritengo sia la madre della situazione". 

Il problema dunque non è tanto di ordine pubblico? "Le forze dell'ordine fanno quello che possono, ma se c'è l'idea culturale di non far male a nessuno... Il  procuratore Giuseppe Amato parla di consumo di droga che inizia a 13 anni e abbiamo avuto riscontro di dosi di cocaina che costano 8 euro, anche i figli della buona borghesia spacciano per farsi. Sono rimasto abbastanza sgomento e di cose brutte ne ho viste parecchie in giro per l'italia e per il mondo..."

Le operazioni anti-droga dei Carabinieri

Nella puntata si parla anche di crack house: "Abbiamo assistito a un'irruzione con arresti. Sono anche stato in una crack house di Casal di Principe, ambiente degradato, prostituzione minorile, quella di Bologna era fatta in maniera scientifica, con telecamere nelle stanze che seguono i clienti, anche a distanza con il cellulare, domotica praticamente, ma sempre di crack si parla. Parliamo di 21-22enni. La sostanza meno pesante era la cocaina, siamo entrati di giorno e c'erano 4 ragazzi. 

Queste droghe, dal lockdown in poi, non le vendi più in mezzo a una strada, te le portano a domicilio. Quindi le forze dell'ordine come fanno a intervenire in questo caso? Se mi chiedessero un consiglio, se mandare a studiare un figlio a Bologna, risponderei 'no'.

Sono anche stanco di sentire che il problema del traffico di droga riguarda il meridione, come le mafie, quindi, ripeto, quello che ho visto a Bologna non l'ho visto a Napoli". (Camarca ha infatti diretto diversi documentari sulle piazze di spaccio, come "Le vele sopra Napoli", realizzato appunto a Scampia, ndr).

E' un problema culturale, bisogna iniziare a raccontare veramente le cose come stanno. Michelle la ragazzina ammazzata a Roma o il ragazzo che ha provocato l'incidente che ha ucciso il bambino, sempre nella Capitale, quelli sono gli ambienti, se non affrontiamo questa realtà, facciamo passare un messaggio pericolosissimo, in conclusione Bologna sembra essere un porto franco". 

Chi è Claudio Camarca

Si diploma alla Scuola di Drammaturgia Teatrale di Fiesole e alla scuola di sceneggiatura di Robert McKee. Ha scritto numerosi soggetti per serie, film, b-movie e video musicali. Camarca è anche scrittore e ha collaborato numerosi saggi e inchieste: esordisce nel 1989 con “Sottoroma”, edito dai Quaderni della Fondazione Pier Paolo Pasolini, nel 1992 pubblica il secondo romanzo “Il sole è innocente”, Garzanti Editore.  Per Baldini & Castoldi Dalai, pubblica il terzo romanzo “Ordine Pubblico”, premiato come miglior poliziesco dell’anno dal Sindacato Autonomo di Polizia, SAP. 

Con il film “RDF – Rumori di Fondo” prodotto dalla Filmakers Group e dalla Lucky Red, riconosciuto dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo quale Opera di Interesse Culturale Nazionale, vince il Primo Premio come miglior film e miglior regia al Sulmona Film Festival.

Per Baldini & Castoldi Dalai, pubblica il saggio-inchiesta “I santi  innocenti”, sul problema della pedofilia culminato con l’approvazione della Legge 269 al Senato contro la violenza sui minori. Camarca è stato relatore al Senato.

Si è interessato anche di mafie, Balcani, Palestina, è stato inviato in Sierra Leone per raccontare Virus Ebola, ha scritto e realizzato servizi e programmi su migrazioni, diritti umani ed effetti della guerra sull’infanzia. Dopo un lavoro di ricerca sul campo durato due anni, vissuti tra i Balcani e le Repubbliche dell’ex-impero sovietico e i Centri di Accoglienza per i Profughi, pubblica il saggio-inchiesta “Migranti – verso una terra chiamata Italia” sotto l’egida dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ACNUR (UNHCR). Come reporter ha coperto il conflitto nei Balcani; la guerra in Palestina; la lotta tra bande in Somalia; gli scontri interetnici in Congo; la questione dell’indipendenza in Kosovo.                      

E' stato direttore dei programmi con il canale televisivo “YOUDEM”, piattaforma satellitare del Partito Democratico e autore e conduttore del programma “I Cento Passi”, trasmissione di approfondimento e denuncia contro le mafie, scritta in collaborazione con l’associazione “LIBERA” di don Luigi Ciotti.

Nel 2013 cura DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLE MAFIE IN ITALIA. 

Nel 2016, dopo una diagnosi di carcinoma, scrive e dirige il film-documentario “UN’INCERTA GRAZIA”, sul percorso di dine vita dei malati affetti da patologie incurabili all’interno e intorno alla dimensione                   degli Hospice.

Inizia la collaborazione con il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e realizza in qualità di autore e regista una serie di cinque docureality, diventando socio benemerito dell'Associazione Nazionale del Carabinieri. 

Dal 2019 è autore, regista e conduttore di "Avamposti, dispacci dal confine", serie per Discovery Italia, Canale 9. 
Negli anni ha collaborato con numerose riviste e quotidiani ed è stato inviato per il mensile King, per i settimanali Vita e Il Sabato e News. E' stato cronista di nera per il quotidiano Paese Sera ed editorialista di Avvenire.                                     
Membro fondatore della Consulta sull’Infanzia dei Democratici di Sinistra, è stato responsabile del Dipartimento sulla Pedofilia, Riduzione in Schiavitù e Tratta dei Minori.            

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