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Cronaca Granarolo dell'Emilia

Nuovo mega-polo Bologna FC: “Speculazione edilizia mascherata”

Lagambiente batte i pugni sull’accordo Provincia-Club Rossoblu leggendo dietro la costruzione del polo sportivo a Granarolo non solo uno scempio ambientale quanto secondi fini

Un mega polo sportivo e polifunzionale del Bologna Fc spunterà nelle campagne di Granarolo. Un progetto ambizioso e sicuramente attrattivo per gli sportivi, un po’ meno per gli ambientalisti.
Sul piede di guerra Legambiente, che dietro l’accordo Provincia- Club Rossoblu legge non solo uno scempio ambientale quanto secondi fini speculativi.

L’associazione attraverso una lunga nota lancia accuse pesanti: “molte le ombre che gravano sull’intervento, dal rischio di una speculazione edilizia mascherata, al continuo espandersi casuale della città, fino all’ennesimo uso degli accordi con i privati al di fuori di percorsi pianificatori partecipati e del Piano Strategico Metropolitano.”
Legambiente si è detta sconcertata per “la presentazione a sorpresa fatta mercoledì da Provincia, Comune di Granarolo, e Bologna FC del nuovo polo sportivo. Per concedere l’autorizzazione a costruire, Provincia e Comune mettono mano rispettivamente al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e al Piano Strutturale Comunale, concedendo l’ennesima deroga e vanificando di fatto gli sforzi a tutela del territorio impliciti nelle normative vigenti.”

Aspetto ambientale. “L’intervento – secondo Legambiente - va in senso contrario a tutte le strategie di una sana urbanistica. Se oggi le parole d’ordine sono ridurre la dispersione abitativa fuori dai centri urbani, contenere l’artificializzazione della campagna ed il consumo di suolo, sviluppando i nuovi poli attrattivi lungo le assi di mobilità pubblica di massa, il progetto presentato va esattamente nella direzione opposta. Si crea infatti un polo attrattivo  nel pieno del territorio rurale, consumando ben 22 ettari di campagna”.

Accuse di speculazioni. L’associazione ci vede favoritismi e secondi fini dietro al progetto: “E’ la conferma – accusa Legambiente -  che nella provincia di Bologna e nella nostra regione le scelte continuino ad essere fatte nelle segrete stanze, con un utilizzo scellerato degli accordi di programma in deroga ai pianivigenti - nati invece per vere esigenze di interesse pubblico- con un continuo svilimento della materia urbanistica.”
Infine, per Legambiente, lasciano perplesse le proprietà dei terreni coinvolti dall’operazione e nelle aree limitrofe, “che unite alla vicinanza dello svincolo della futura strada Lungosavena, fanno presagire l’odore di speculazione edilizia e la prospettiva di ulteriori espansioni urbanistiche”.
Un risultato immediato di questo intervento “è sicuramente quello di far aumentare i valori immobiliari dei terreni limitrofi al progetto, profilando il disegno di saturare gli spazi agricoli tra l’attuale via S.Donato e la futura Lungosavena” -  ha detto il presidente di Legambiente Emilia Romagna, Lorenzo Frattini, che prosegue - “Legambiente ha scelto di impegnarsi nel percorso di partecipazione  al PSM: con questa iniziativa estemporanea il Presidente Draghetti e l’assessore Venturi non hanno di certo dato un messaggio di fiducia ai partecipanti. Ci chiediamo se abbia senso proseguire il percorso partecipativo”.
 

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