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Cronaca

Oltre un kg e mezzo di 'erba' in casa, assolto dall'accusa di spaccio: "E' cannabis light"

Al centro della vicenda un tabaccaio che aveva subito un controllo stradale da parte dei carabinieri: finito anche ai domiciliari, poi la piena assoluzione

Piena assoluzione, perché il kg e mezzo di marijuana che i carabinieri gli avevano sequestrato non era droga, dal momento che il principio attivo in essa contenuto non raggiungeva la minima percentuale tabellare per considerarlo stupefacente.

Con questa motivazione un tabaccaio di 28 anni è stato assolto dalla pesante accusa di detenzione ai fini di spaccio imputatagli prima dai carabinieri e poi dalla procura. La notizia è riportata dall'Ansa.

L'imputato, difeso da Camilla Raiano, era stato fermato nel gennaio del 2021 durante un controlo stradale. In quell'occasione, dopo successive perquisizioni in auto, nel negozio e a casa, al giovane furono sequestrati circa 1,5 kg di sostanza, e a niente servirono le giustificazioni del 28enne, che aveva cercato di spiegare come si trattasse appunto di cannabis light, di cui il giovane custodiva al momento del controllo anche alcune bustine prese dal distributore automatico dell'esercizio stesso.

La cannabis non era illegale

Dopo quasi due anni di procedimento, nelle motivazioni della sentenza depositate nei giorni scorsi, il giudice ricostruisce come la sostanza sequestrata sia da considerarsi priva di qualsiasi efficacia drogante o psicotropa, come dimostrato dalle analisi che hanno rilevato un thc pari o inferiore a 0,6% (limite indicato dalla normativa di settore citata nella sentenza) tranne che per una piccola quantità che è stata valutata essere destinata all'uso personale. Il tabaccaio, peraltro, dopo l'udienza di convalida era stato rimesso in libertà e aveva consegnato documentazione che attestava l'acquisto regolare e l'assenza di efficacia drogante per alcune delle sostanze sequestrate.

"Sono soddisfatta per l'assoluzione che riabilita una persona e un negoziante che svolge attività legali, attività che però, purtroppo, ha dovuto cessare a causa dell'indagine. Sottolineo - dice l'avvocato Raiano - che se si fosse tenuto conto fin da subito delle analisi e delle dichiarazioni del mio assistito sull'acquisto delle sostanze, il processo non si sarebbe nemmeno dovuto celebrare".

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