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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Saragozza / Via Bellinzona

Il cinema Bellinzona rischia di chiudere. I cittadini si mobilitano

In seguito ad un accordo con l’Unibo, il convento di San Giuseppe diventerà uno studentato, e le attività parrocchiali potrebbero prendere il posto della sala cinematografica

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“Le attività della parrocchia o il cinema?”. È questa la domanda che frate Giacomo Franchini, responsabile provinciale della confraternita dei cappuccini del convento San Giuseppe Sposo, ha rivolto ai fedeli nell’assemblea parrocchiale dello scorso mercoledì. Spazio per tutte e due, d’altronde, sembra non essercene più: infatti, in seguito ad un accordo tra l’Università di Bologna e il San Giuseppe, gli spazi del convento saranno convertiti a studentato, e le attività della comunità di fedeli dovrebbero trasferirsi negli spazi del cinema Bellinzona, di cui la confraternita è proprietaria. L’accordo, che sarà firmato il prossimo 22 febbraio, sarà di durata trentennale e i lavori per i nuovi 89 posti letto dovrebbero iniziare entro un anno.

Frate Franchini, però, sembra che una decisione l’abbia già presa, convinto che per i cappuccini “l’attività cinematografica abbia sempre rappresentato una perdita economica e che in fondo il cinema con noi non c’entra nulla. E poi – continua Franchini – il cinema ha costi pazzeschi, a fronte di sedici fratelli deceduti, l’anno scorso ne sono entrati due. Le spese per il convento non sono più sostenibili. Decidete voi, ma la coperta è corta”. Questo nonostante i numeri più che positivi che la sala, sotto la guida di Marco Papini, ha fatto registrare, con un +41% di spettatori rispetto al 2019 (anno di riferimento pre-pandemia).

In soccorso al cinema Bellinzona è accorso anche Gian Luca Farinelli, storico direttore della Cineteca di Bologna, presentandosi all’assemblea dello scorso mercoledì: “Dove c’è un cinema da salvare, io arrivo. Sono qui, anche se non faccio parte della parrocchia, per offrire il nostro aiuto come Cineteca. Mi permetto di dissentire sul fatto che il cinema non c’entri con la chiesa. Papa Francesco ha appena incontrato Martin Scorsese, ma di questo potremo discutere a lungo”. All’assemblea ha partecipato anche il Rettore dell’Unibo Giovanni Molari, sia per spiegare i tempi dei cantieri, sia per esprimere anche da parte sua una certa preoccupazione per le sorti del Bellinzona: “Consentiremo l’utilizzo degli spazi fino all’inizio dei lavori, non prima della primavera del 2025, dopo possiamo valutare di affittare il cinema al mattino per le lezioni universitarie. Siamo sempre in cerca di aule” ha detto Molari.

In mezzo alla discussione, i fedeli. Come ricostruito dall’edizione locale di Repubblica, a preoccupare i parrocchiani sono le molte attività portate avanti dal convento, tra cui il folto gruppo scout, la Caritas e gli incontri di natura spirituale, anche se molti di loro – anche tra i più anziani – sottolineano la ricchezza che la sala rappresenta, e “non solo per la parrocchia”.

L’affetto generalizzato che ha colpito il Bellinzona nelle ultime ore è testimoniato anche dalla petizione online che, in neanche ventiquattro ore, ha  raccolto quasi duemila firme a fronte delle 2.500 richieste. “La notizia oramai è nota, il cinema Bellinzona rischia di chiudere – scrive la sala sulla propria pagina Facebook –. L’Università di Bologna ha stretto un accordo con il convento di San Giuseppe Sposo che comporterà una diminuzione degli spazi per le attività parrocchiali, che dunque potrebbero essere svolte negli ambienti del cinema. Se volete – si conclude il post – fate sentire la vostra voce”. Tra i commenti spiccano messaggi di affetto: “Il cinema è sempre frequentatissimo e con una programmazione di altissima qualità. Vogliamo che gli unici cinema rimangano le multisale in periferia?! Così si impoverisce culturalmente, e non solo, un quartiere intero” scrive un utente. La risposta al suo commento è il link alla petizione: la missione per salvare il Bellinzona è iniziata.

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